PERUGIA – A dire la verità alla fine della conferenza stampa a Perugia alla Sala Rossa di Palazzo dei Priori che annunciava l’ennesima impresa di Marco Fratini, nessuno è sembrato pensare che non ce l’avrebbe fatta. Per la determinazione, certo, ma soprattutto per la meticolosità con la quale è stata pensata, progettata e organizzata un’avventura dal sapore epico, dell’Uomo che va oltre le sue forze o comunque le mette a durissima prova, per raggiungere un traguardo personale con forti motivazioni sociali.
Spingendo sulle braccia, con sonno indotto dall’ipnosi, una alimentazione misuratissima per trovare le energie e andare avanti. Ecco quello che ha vissuto Marco Fratini.
Il medico umbro ha compiuto a nuoto l’intero giro del Lago di Garda: ben 140 km in acque libere che ha percorso in 63 ore e 45 minuti, partendo alle 6 di venerdì mattina dal porto di Salò per rimetterci piede alle 20.45 di domenica. Per riuscirci gli ci sono volute circa 115.000 bracciate, tutte fatte a stile libero.
Una distanza da record, due notti da superare nuotando e le tante insidie del Lago che si sono spesso palesate mettendo a repentaglio la riuscita della sfida. Tra queste i venti, con il rischio che domenica mattina potesse scoppiare un’improvvisa tempesta quando sulla riva trentina del Benaco si sono scontrati Péler e Ponale. Il freddo è sicuramente stato poi uno degli elementi più temibili, soprattutto nella seconda notte di nuoto. Ma i circa due anni di preparazione con serratissimi allenamenti e l’attento staff di Fratini gli hanno permesso di evitare il peggio, sebbene abbia dovuto dar fondo a energie che non era neppure sospettabile avere.
Lo sportivo cinquantenne, che già nel 2020 aveva fatto registrare il record di 100 km no-stop in vasca corta alla Piscina Pellini di Perugia, è quindi definitivamente entrato nella storia, anche perché questa impresa non era mai stata tentata prima da nessuno. Compiere il periplo del Lago di Garda senza pause, al di là degli stop tecnici necessari per alimentarsi, per la fisioterapia e per alcuni micro-sonni indotti con l’ipnosi, fino ad oggi era considerato infattibile. In migliaia da tutta Italia hanno seguito passo passo l’evolversi dell’impresa collegandosi ai canali Social ufficiali dello sportivo (facebook.com/marcofratinisw e instagram.com/marcofratini73/) e al suo sito web www.marcofratini.com, dove è stato mostrato in tempo reale il tracking della posizione.
LA CRISI
La sfida impossibile di Marco Fratini ha rischiato di interrompersi a Riva del Garda sabato notte. Dopo circa 40 ore di nuoto nelle acque del Benaco e già oltre 90 km percorsi, Marco Fratini è stato quasi costretto alla resa da una serie di problemi che lo hanno portato a un passo dallo svenimento. L’ipotesi che fosse quello nel versante trentino il tratto più temibile era stata ampiamente sottolineata, per un insieme di rischi molto concreti: il medico perugino sarebbe infatti giunto alla tappa Novene-Riva del Garda al calare della notte, con il fisico provato da poco meno di due giorni senza dormire. Di non poco conto l’abbassarsi della temperatura, sia esterna che soprattutto dell’acqua, che avrebbe alzato di molto il rischio di ipotermia. Per evitare di attraversare in pieno le gelide acque del Sarca la rotta tracciata dalla Protezione Civile avrebbe allontanato dalla costa il nuotatore come in nessun altro punto, costringendolo ad affrontare il vento e le correnti che inevitabilmente erano decisamente più forti. Il momento di crisi è stato gestito dallo staff del nuotatore con il massimo della prudenza, tenendolo fermo al caldo per più tempo del previsto, nutrendolo con una quantità aggiuntiva di cibo solido e soprattutto sfruttando al meglio la fisioterapia. Così, dopo circa 3 ore, Fratini è tornato in condizione di rientrare in acqua.
IL MESSAGGIO DI SOLIDARIETÀ
La motivazione che ha spinto Marco Fratini a sfidare i propri limiti è, come già accaduto per le sue precedenti imprese sportive, quella di poter raccogliere fondi in favore di AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla e soprattutto di amplificare un messaggio di sensibilizzazione. Coinvolte nel progetto anche le organizzazioni benefiche AIDO – Associazione Italiana Donatori Organi, Associazione 6 luglio e associazione Amici di Giorgia, che hanno avuto durante le tre giornate spazi per promuovere le proprie attività e ampia visibilità. Il ricavato dalle sponsorizzazioni e dalle attività realizzate durante l’impresa sarà devoluto all’AISM. Le donazioni possono ancora essere fatte, anche a distanza, sul sito nazionale AISM collegandosi alla pagina https://donaconme.aism.it/ campaign/swim-the-garda/
LE TAPPE NEL DETTAGLIO
Marco Fratini si è tuffato come da programma alle 6.00 di venerdì 8 settembre dal molo del porto di Salò in direzione Sanfelice e in poco meno di 24 ore ha raggiunto Torri del Benaco, con brevi pit-stop a Desenzano, Sirmione, Peschiera, Lazise, Bardolino e Garda. Nella giornata di sabato gli approdi sono poi stati a Brenzone (dove è arrivato intorno alle 14), Malcesine (16.30 circa) e Navene (18.45). Qui, dopo una rapida sosta in barca in zona Torbole, ha proseguito rapidamente verso Riva del Garda. A questo punto si è alzato il vento, il freddo è diventato insostenibile e Fratini ha toccato terra solo alle 22.30. Scongiurato il rischio di uno “stop forzato” e rientrati abbondantemente nei parametri di sicurezza, il nuotatore è tornato in acqua alle 3 in punto iniziando il percorso verso sud. Alle 6.20 l’approdo a Limone, alle 9.40 aveva percorso gli 8 km fino a Campione e alle 15.20, dopo averne nuotati altri 11, l’arrivo a Gargnano. Quindi finalmente ha messo piede a Toscolano Maderno quando erano le 18.30 per poi compiere l’ultimo sforzo e approdare alle 21.45 al porto di Salò. Il medico ha quindi impiegato meno di 64 ore, contrariamente alle 60 preventivate, per diventare il primo ad avere nuotato l’intero periplo del Lago di Garda in un’unica sessione.
I PERSONAGGI INTERVENUTI
Tanti sono stati gli sportivi che hanno voluto offrire il loro supporto a Marco Fratini durante la sua incredibile impresa: Filippo Magnini, Massimiliano Rosolino, Fabrizio Antonelli, Matteo Giunta, Fabio Calmasini, Fabio Scozzoli, Martina Carraro, Arianna Bridi e Gaia Naldini per citare i principali che si sono collegati in videochiamata, per dialogare qualche minuto con Marco ed incitarlo a non mollare. Alcuni si sono poi offerti di accompagnare per dei tratti la nuotata, dal campione triestino Dino Schorn a Virginia Tortella, nota come “la rana del Garda”, fino al giovane triatleta Matteo Loda.
Tutti hanno sottolineato non solo l’eccezionalità sportiva dell’impresa ma anche lo splendido messaggio che il gesto di Fratini lancia. Un segnale di speranza per coloro che devono affrontare quotidianamente grandi sfide, non per scelta ma a causa di malattie. Un esempio anche per i giovani che si avvicinano allo sport, che possono imparare quanto impegno e dedizione siano in grado di portare a traguardi apparentemente impossibili.
I SOSTENITORI
Swim the Garda gode del patrocinio dei Comuni di San Felice del Benaco, Moniga, Sirmione, Torri del Benaco, Brenzone Sul Garda, Malcesine e Toscolano, nonché di quello del Comune di Perugia. Queste le partnership che hanno contribuito alla riuscita dell’impresa: Speedo, Officinalis, Toymotor, FBM, RedBull, Sea sub Modena, Protezione civile Persiceto, Amatori nuoto Perugia, Nuotatori Tifernati, Sempresuipedali, Baroneblu Perugia, 1 cr kayak 360, Lega Navale Italiana Sezione di Brescia e Desenzano, Lega Navale Italiana Sezione di Riva del Garda, Camping Gasparina Peschiera del Garda, Acquafresca Sport Center, 100X100 Diving, Kite school Navene – Kite center Garda Lake, Amici del nuoto Riva del Garda, Campione vela club, Spiaggia le Fontanelle – Gargnano, Cantine Briziarelli. Media partner dell’iniziativa è stato il portale Swim4life.