FERENTILLO – Piermatteo o Piermattia Gigli era un prete. Spoletino di nascita. Oltre alla vocazione religiosa e sopratutto teologica aveva anche destrezza per la pittura sopratutto in affresco. Seguace e allievo di Jacopo Siculo cerco’ in tutti modi di imitarne lo stile e la postura artistica, mai, però riuscì ad avvicinarsi a tale talento siciliano. La critica lo pone a un buon livello di qualità sia nelle opere sia nella linea personale di artista rinascimentale della seconda meta’ del secolo. Molti lo identificano come Piermattia Gigli, (A.Fabbi) ma più delle volte, la critica qualificata si confonde includendo cognomi diversi. Sue opere in varie chiese e luoghi di culto della Valnerina, nursino e Valle Spoletana, come a Scheggino, Norcia, Vallo di Nera, Cascia ecc… per poi scende fino a Ferentillo dove alla Collegiata di Matterella abbiamo un bell’ affresco nella navata, visibile da chi entra da destra.
Infatti tra i due nicchioni di Jacopo Siculo (1543) raffiguranti le Vergini Martiri l Onnipotente in trono, e l’altro Sant’Antonio Abate, la Madonna col Bambino, il nostro ha affrescato il penultimo nicchione, dedicato a San Tommaso nel 1577.
La parete, dove sono stati ricavati i cinque nicchioni, e’ stata realizzata nel 1532, ad opera dei maestri Lombardi (scalpellini e muratori) ricoperta in pietra con un motivo architettonico a paraste, sormontate da archi e coronata da una trabeazione liscia. Nei clipei, che adornano le paraste fin dall’origine sono stati scolpiti, oltre al nome del Santo Titolare, in questa parte, lo stemma di famiglia di Lorenzo Cybo, duca di Ferentillo; (famiglia che beneficerà il paese con gli statuti comunali a firma del principe Alberico I Cybo Malaspina nel 1563.
Bella la Sacra raffigurazione con i dodici Apostoli, mentre in primo piano, Gesu’ risorto e l’ Apostolo Tommaso alla destra che con il dito si accosta al costato del Cristo squarciato dalla lancia. Tutte le figure degli Apostoli, quasi a grandezza naturale, ricalcano lo stile e il genere del Siculo, sopratutto nella delicatezza dei volti, nella seria espressivita’ e anatomia fisica oltre alla tonalità dei colori. La scena del Cristo e Tommaso rimane centrale e colpisce subito lo sguardo del visitatore che, così incredulo, partecipa a sua insaputa a quel silenzioso dialogo: “te Tommaso hai veduto e quindi creduto, beati coloro che pur non avendo visto Crederanno”. La scena dipinta sul nicchione si conclude sullo sfondo con un altra raffigurazione inerente all’episodio della Cintola. Infatti alla sinistra, su un colle e’ raffigurato l’Apostolo Tommaso in ginocchio che riceve la Cintola dalla Vergine Maria, seduta su un trono di nuvole adorna di teste cherubiche.
In lontananza un paesaggio evocante la campagna umbra. Il nicchione e’ incorniciato, nel sottarco dell’ intradosso, da una candelabra allegorica con vari tipi di frutta, classica decorazione rinascimentale, mentre su una tabella e’ stata incisa la data dell esecuzione ossia 1577.