Sulle orme degli antichi etruschi con “Velimna, gli Etruschi del Fiume”

PONTE SAN GIOVANNI – Passeggiare per un accampamento etrusco, tra tende, armi e vesti ricostruite storicamente. Scoprire la loro arte, il loro cibo, far correre l’immaginazione vivendo le rappresentazioni di antichi riti religiosi oppure assistere agli allenamenti e alle battaglie degli opliti.

Immergersi con tutti i sensi in quella che doveva essere la vita quotidiana di una delle civiltà più affascinanti della storia italiana ed in più in un luogo d’eccezione.

 

Sarà possibile con Velimna, gli Etruschi del Fiume, storico evento organizzato dall’associazione Pro-Ponte Etrusca, figlia dell’associazione Pro-Ponte di cui Antonello Palmerini è presidente, e che arriva quest’anno alla sua ventunesima edizione. Con l’ausilio del comitato scientifico coordinato dalla dottoressa Luana Cenciaioli, Velimna si articolerà in 2 parti: la parte rievocativa, che si svolgerà dal 30 agosto al 3 settembre tra il parco Pascoletti, la Necropoli del Palazzone e l’Ipogeo dei Volumni di Ponte San Giovanni e quella più didattico-culturale che verrà approfondita dal 7 al 15 ottobre con una mostra scientifico-fotografica alla sala CERP della Rocca Paolina e il convegno nazionale che si tiene ogni anno al Museo Archeologico Nazionale di Perugia con illustri nomi dell’archeologia nazionale, di cui vengono pubblicati ogni anno gli atti.

 

 

 

 

Natura e Ambiente” è il tema di quest’anno, declinato sotto numerosi aspetti e illustrato durante la conferenza inaugurale da Maria Angela Turchetti, direttrice dell’Ipogeo dei Volumni: “è un tema a cui giravamo intorno da qualche anno – spiega Sabrina Natali, consigliere dell’associazione – e che sentiamo ora più che mai attuale. Durante la conferenza il dottore forestale Antonio Brunori ci parlerà poi di come poteva essere l’ambiente ed il paesaggio etrusco visto da un etrusco e, nel tempo, rispetto a quello che è l’ambiente intorno a noi adesso. Una parte naturalistica ipotizzata ovviamente ma legata alla storia e ai ritrovamenti, legando con questo argomento passato e presente”.

Durante le giornate ci saranno anche visite guidate, simulazioni di scavi archeologici per bambini e verrà allestito nel parco Pascoletti un vero villaggio etrusco, con scene di vita quotidiana, spettacoli, lavorazioni e laboratori. Giovedì 31 si svolgerà “A cena con gli etruschi”, con un menu ispirato alla tradizione con l’archeocuoca Cristina Conte.

 

“Il sabato sera – ricorda Roberta Cardinali presidentessa della Pro-Ponte Etrusca Onlus – ci sarà il grande corteo storico composto da 150 figuranti, i ballerini e le ballerine della scuola di danza Linda Magnini che si esibiranno in coreografie create per l’occasione, l’associazione Judo Gym che presenterà delle scene di lotta e per la prima volta con noi, il gruppo di rievocazione  Ruva Leu – I Leoni di Nemea. Circa 180 elementi in costume etrusco, la maggior parte dei quali proviene dal nostro parco costumi di circa 600, dai più semplici dei popolani ai più ricercati dei nobili”.

 

Ruva Leu – I Leoni di Nemea è un gruppo di rievocazione storica etrusca e greca il cui obiettivo è trasmettere la passione per la storia attraverso una filologica e precisa ricostruzione archeologica. Della storia militare principalmente ma anche studiando e ricostruendo informazioni relative alla tessitura, al vasellame, alla metallurgia fino all’agricoltura e alla cucina.

L’associazione nasce nel 2015 come sperimentazione della falange oplitica prima greca, con il nome I Leoni di Nemea, poi etrusca nel 2019 quando nasce Ruva Leu, la Compagnia del Leone, che diventa il progetto principale del gruppo.

 

“E’ un processo che va sempre avanti – racconta Mattia Gatto, archeo ricostruttore e fondatore dell’associazione –  ad esempio quest’anno abbiamo iniziato a sostituire tutte le ceramiche che avevamo anche con la supervisione di Luca Bedini, archeologo e archeo ricostruttore che sarà presente a Ponte San Giovanni. Luca fa il bucchero e tutte le altre ceramiche con il tornio greco e le cuoce; con lui abbiamo fatto un progetto in Corsica, con l’università di Bastia, facendo lì il bucchero e ricostruendo un forno scavando la terra, utilizzando materiali del luogo e cuocendo le ceramiche lì sul posto.

Nel nostro gruppo ci sono anche una sarta che ci cuce i vestiti, un’archeo ricostruttrice che fa le passamanerie, i decori che bordano i nostri abiti, e tinge con tecniche antiche, due archeologi che seguono la parte filologica ed io che costruisco le corazze che si vedono indosso ai membri del gruppo, compresi sbalzi e cesellature, basandomi sui reperti, sempre attraverso antiche lavorazioni.

Così si passa da quello che è una semplice scenografia a degli oggetti che rispecchiano fedelmente quelli dell’epoca, a partire dal peso.

Per quanto riguarda gli scudi ad esempio, quelli che usiamo per i combattimenti sono con l’anima in legno fatta a strati, la pelle interna ed esterna e la lastra di bronzo sopra, pesanti come gli originali”.

 

 

Durante Velimna verrà allestito l’accampamento antico e la tenda, una riproduzione in scala della tomba del cacciatore di Tarquinia realizzata seguendo una mappatura 3d in dimensioni reali. Poi tutte le didattiche come quella relativa alla cucina con le stoviglie storiche, il tornio non a pedali ma spinto a mano per far vedere come venivano creati i vasi e le pitture storiche, utilizzate da una pittrice che dipingerà dal vivo.

Non mancheranno ovviamente, essendo il punto di interesse del gruppo, i duelli, la movimentazione e l’addestramento della falange.

“Il fatto di concentrarci principalmente sul lato militare – prosegue Mattia –  è stato in parte una volontà, in parte una necessità: i gruppi etruschi di rievocazione sul territorio italiano erano tutti focalizzati sulla parte civile e religiosa, cosa che anche noi portiamo avanti, ma ciò che mancava era un gruppo militare. Quindi abbiamo pensato che quella potesse essere la strada migliore da intraprendere e quella dove eravamo già più ferrati.

Ad esempio abbiamo ricostruito in maniera fedele la lancia di un guerriero, cosa che nessuno aveva ancora fatto: in una lancia normale le punte oplitiche sia nel mondo etrusco sia nel mondo greco, non avevano solo la cuspide ma avevano anche un contrappeso in bronzo chiamato sauroter o styrax. Ricostruendo 3 sepolture, ci siamo resi conto che il calzuolo di bronzo serviva a dare un bilanciamento della lancia non centrale ma che lo spostava su ¾ verso il posteriore. Questo serviva perché era una lancia da combattimento, non da getto ma da impatto e faceva sì che una lancia di 2 metri e mezzo fosse fuori dagli scudi di 2 metri guadagnando un netto vantaggio”.

 

Insomma, i Ruva Leu sono qui per portare con fedeltà, studio e passione quella che è l’eredità storica e culturale del popolo etrusco, con precisione e rigore, sfatando anche qualche mito: “C’è questa nomea degli etruschi come popolo “hippy” e pacifista – sottolinea il fondatore del gruppo – in realtà noi sappiamo da fonti antiche che erano dei temibili corsari con un’élite nobiliare molto crudele e classista. Ad esempio dopo la battaglia del mare Sardo, la più importante battaglia del VI secolo dove la coalizione etrusco cartaginese sconfigge i greci stanziati in Corsica e che consegna tutto il Mediterraneo in mano agli etruschi per i successivi 70 anni, noi sappiamo che i prigionieri che vengono portati a casa, vengono tutti sacrificati.

I giochi dei gladiatori nascono proprio in ambito etrusco, dai giochi funerari in cui, quando moriva un nobile venivano fatti combattere a morte gli schiavi.

Gli etruschi vivono di questa nomea, in realtà è stato l’unico popolo prima dei romani a riuscire ad unificare quasi tutta l’Italia, in quanto l’influenza etrusca va da Milano, dalle Alpi, fino alla Corsica tutta, sembra anche parte del nord della Sardegna e fino al fiume Sele, 15 km da Paestum, Ponte Cagnano, la necropoli più a sud che c’è.

Un popolo che fondava il suo modello di sviluppo più sulla creazione di empori commerciali piuttosto che sulla guerra, ma che ha conquistato e fondato tanto”.

 

 

 

Per maggiori informazioni: https://velimna.proponte.it/

 

https://www.ruvaleu.com/

 

 

Photo credit: Rachele Lori

Francesca Verdesca Zain: Una vita vissuta all’insegna della creatività. Giornalista pubblicista, artigiana, danzatrice, lettrice e sognatrice compulsiva, sono amante della natura, della scrittura, dei gatti. Ho una laurea in lingue e letterature straniere.