Stasera a Narni il debutto da attrice di Andrea Delogu: intervista a poche ore dall'entrata in scena

Francesco Montanari e Andrea Delogu®Fabio Lovino

NARNI – Oggi è il giorno, meglio la sera, di Andrea Delogu: cesenate, conduttrice televisiva e radiofonica, scrittrice, a 38 anni esordisce stasera, venerdì 17 gennaio (ore 21), in teatro nell’anteprima nazionale al Manini di Narni. Assieme a suo marito Francesco Montanari, sarà impegnata nella pièce “Il Giocattolaio” di Gardner McKay  per la regia di Enrico Zaccheo.


 

Prodotta da Savà Produzioni Creative e Zen Europe, lo spettacolo è stato patrocinato da FareXBene, associazione che si occupa della sensibilizzazione su tutte le violenze di genere.  Va detto che vista la sua versatilità, l’esperienza d’attrice era nell’aria: come dicevamo è una delle più apprezzate conduttrici televisive e radiofoniche degli ultimi anni, conduce al fianco di Renzo Arbore e Nino Frassica “Indietro tutta 30 e l’ode” e “Guarda Stupisci”, e da 5 anni è al timone di “Stracult” con Marco Giusti e Fabrizio Biggio. Ogni pomeriggio la possiamo ascoltare su Radio2 ne “La versione delle 2”. Nel 2014 scrive La collina (Fandango) insieme ad Andrea Cedrola, romanzo ispirato alla sua infanzia che ha riscosso successo di critica e pubblico. Pubblica nel 2019 “dove finiscono le parole, storia semiseria di una dislessica” (Rai Libri) che sta ancora riscuotendo un grande successo di vendite. Insomma, prima o poi doveva per forza salire sul palcoscenico.

Da qui l’intervista che vi proponiamo che ho raccolto per Gruppo Corriere, dove Delogu ci racconta parecchie cose interessanti.

Debutto vicino, emozionata?

“Sono, stranamente, calma e in totale agitazione. Mix che deriva dalla grande voglia di portare in scena uno spettacolo dopo un mese e mezzo di prove, nove ore al giorno con il copione in mano, e il desiderio incontenibile che la gente lo veda”.

Esordisce in scena dividendo anche il palco, oltre che la vita, con suo marito.

“Lui è una delle persone più pazienti al mondo. Al momento me ne sto approfittando; ma sicuramente prima o poi mi dirà: ‘eddai!’”

Magari con cautela vista la sua cintura nera di karate.

“Già, immagino procederà in questo modo”.

Maude, la psicologa criminale che lei interpreta stasera, di coraggio ne ha da vendere e la tematica nelle premesse violentemente sessiste del persecutore, molto attuale.

“Nell’ora e mezza di rappresentazione, essenziale nei tempi magistralmente diretti da Zaccheo, c’è una svolta evidente. Il regista infatti da un  lato vuole che risulti potente il pugno allo stomaco che deve arrivare allo spettatore perché si percepisca la gravità di ciò che quotidianamente accade; dall’atro vuole evidenziare che c’è pur sempre una speranza, un messaggio di positività al quale si può fare riferimento”.

Il pubblico esce e cosa ritiene penserà di lei e dello spettacolo?

“Ne è valsa la pena”.

Carriera articolata. Iniziamo dalla scrittrice: due libri importanti. Il terzo?

“Non sarà autobiografico. Tanto per capirci, l’altro giorno camminando ho preso una storta e mio marito ha commentato: ‘Ecco, ne verrà fuori un altro best seller’. Nel caso, stavolta, scriverò delle mie passioni”.

Lei e la musica: Sanremo.

“E’ come il Natale. Una tradizione importantissima per me. Ci sono la famiglia, i compleanni e c’è Sanremo. Assieme a Ema Stokholma e Gino Castaldo per Radio 2 possiamo trasmettere e dunque tramandare questa tradizione che appartiene a molti. Anche perché siamo l’unica radio all’interno dell’Ariston. La nostra è radio verità, parliamo delle cose che conosciamo”.

Com’è questo Sanremo?

“Spero una bomba. Le premesse ci sono tutte”.

C’è un harem con 10 donne da vetrina a fare da contorno al conduttore. Da donna, che ne pensa? Oltre le gambe non c’è qualcosa di più che Sanremo dovrebbe darci?

“Non le abbiamo ancora viste. Magari non sono come lei le immagina. Amadeus ha voluto scegliere donne che hanno tanto da dire. A cominciare da una bellezza che va compresa nella sua interezza e non si deve limitare al mini o maxi abito. Queste donne, ciascuna per la sua parte, sono di gran polso”.

Un aggettivo per la tv.

“Caleidoscopica”.

La scrittura.

“Psicologica”.

La radio.

“Vitalità”.

La musica.

“Labirintica”.

Com’è Arbore?

“La persona più incredibile che abbia mai incontrato nella mia vita. Un vero signore”.

La cosa che di lei le piace di più?

“L’incoscienza. Per questo sto per debuttare a teatro”.

Uno spot radiofonico per presentare al pubblico Il giocattolaio?

“Venite se avete voglia di uno scossone, di una commedia e un po’ di erotismo”.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.