Stasera 6 luglio “Tina Anselmi, una vita per la democrazia” con Sarah Felberbaum

Per la nostra rubrica Da vedere in tv segnaliamo stasera, 6 luglio, “Tina Anselmi, una vita per la democrazia” (2023) su Rai Tre alle ore 21,20. Regia: Luciano Manuzzi. Durata: 99 minuti.

“Se vuoi cambiare il mondo devi esserci“, diceva Tina Anselmi. Partigiana a 16 anni, sindacalista in difesa delle operaie, prima donna ministra in Italia, nel 1976, Presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2. Spesso unica donna in un mondo di uomini, la vita di Tina Anselmi è stata quella della nostra democrazia.
Il film tv per la regia di Luciano Manuzzi è tratto dalle opere “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi” di Anna Vinci e “Storia di una passione politica” di Tina Anselmi e Anna Vinci.
LA STORIA
Tina Anselmi, interpretatata da Sarah Felberbaum, ha solo 16 anni quando nel 1944 viene portata, insieme a tutti gli studenti di Bassano, a vedere 31 uomini impiccati dai tedeschi. Quel giorno capisce che per cambiare il mondo non si può restare a guardare, bisogna agire. In quel momento significa entrare nella Resistenza e rischiare la vita, la prigionia, la tortura.
Con l’incoscienza dei suoi 16 anni, Tina diventa staffetta partigiana e pedala senza sosta tra Castelfranco e Treviso portando documenti e informazioni. Tra i partigiani conosce anche un ragazzo che le fa battere il cuore. Si chiama Nino e studia medicina. Insieme, sognano un futuro. Arriva la primavera del 1945, l’Italia è finalmente libera. Tina è felice, ma anche consapevole che quella ragazza che ha rischiato la vita per la democrazia, non è più la stessa di qualche mese prima. Che senso ha la libertà, se c’è ancora l’ingiustizia? E l’ingiustizia più grande che vede è quella che colpisce le giovanissime operaie delle filande.
Le più povere, tra le povere. Un lavoro precario, poco pagato, che si porta via la loro giovinezza e la salute. Tina comincia la sua nuova avventura nel sindacato. Accanto ha spesso una nuova amica, Francesca Meneghin, di Vittorio Veneto, con cui condivide ideali e battaglie. La condizione della donna comincia a diventare un pensiero pressante. Non c’è in Italia, tra uomini e donne, parità di salario. Esiste ancora la facoltà di licenziare per matrimonio. E nemmeno a scuola le ragazze hanno le stesse opportunità dei maschi. Nasce in lei l’idea di quella che sarà la Commissione per le Pari Opportunità.
La passione di Tina per la vita si scontra con la morte di Nino, per tubercolosi. È un dolore enorme che sembra schiacciarla ma, anche grazie all’aiuto di Francesca, riprende a lottare con forza e determinazione.
Il legame tra Tina e il Veneto resta fortissimo, ma Roma e la Democrazia Cristiana sono sempre più presenti.
Redazione Vivo Umbria: