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Stasera 3 marzo “Souvenir d’Italie”, il primo docufilm su Lelio Luttazzi

Per la nostra rubrica Da vedere in tv segnaliamo stasera, 3 marzo, “Souvenir d’Italie” (2022) il primo docufilm su Lelio Luttazzi su Rai Tre alle 21,20. Regia: Giorgio Verdelli.

Lelio Luttazzi è stata una delle figure più rappresentative del periodo magico in cui musica, teatro, cinema e televisione parlavano un linguaggio comune fatto di grande scrittura, “sense of humor” ed eleganza. La sua vita e la carriera artistica si intrecciano con la nostra storia recente con molti incroci narrativi a partire dalla Trieste multiculturale che segnerà tutta la sua formazione.
L’intento del documentario è raccontare un grande artista, ma anche una vicenda umana mai troppo approfondita ed esaminata, forse per l’estrema signorilità e riservatezza di questo “portatore sano di smoking” come lo definì Enrico Vaime. Ed è proprio in smoking che Francesco Montanari ci narra alcuni momenti della vita artistica di Lelio Luttazzi. Ma chi è mai stato Lelio Luttazzi? Sono tante le definizioni possibili, tutte parziali: uno showman riluttante, un compositore minuzioso, capo orchestra sornione, cantante per caso e pianista per vocazione, attore, scrittore e regista con la missione dello swing. Il docufilm procede su questo doppio binario, da una parte il racconto d’epoca, col fascino di musica e show televisivi scolpiti nella nostra memoria e, dall’altro, la storia del clamoroso errore giudiziario subito da Luttazzi. Un errore che ha ferito una persona integerrima e geniale mai realmente risarcita dai media, anche per il suo estremo pudore. Tra i punti di forza le performance vocali e strumentali appositamente realizzate, da artisti come Stefano Bollani, Bobby Solo, Drusilla Foer, Simona Molinari, Remo Anzovino, Giovanna Famulari, Lorenzo Hengeller e Rossana Casale conferiscono un tocco spettacolare e inedito al progetto, la cui narrazione si completa con i contributi, tra gli altri, di Fiorello, Fabio Fazio, Pupi Avati, Riccardo Rossi, Massimiliano Pani e della figlia Donatella Luttazzi. La testimonianza esclusiva della moglie, Rossana Luttazzi, la quale ha messo a disposizione il materiale della fondazione e quello dell’archivio privato, ha conferito al docufilm un tocco inedito e intimo che fa di questo un vero documentario “in levare” ovvero con lo swing che era la cifra espressiva di Lelio Luttazzi.

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