Per la nostra rubrica Da vedere in tv segnaliamo stasera, 26 gennaio, “Per un nuovo domani” (2024) su Rai Tre alle 21,20. Regia: Luca Brignone. Durata: 110 minuti.
Coproduzione Rai Fiction e Alfea Cinematografica ripercorre la vera storia di oltre settanta ebrei che, tra il 1941 e il 1943, furono trasferiti in isolamento coatto a Castelnuovo di Garfagnana. Con la testimonianza, tra gli altri, di Liliana Segre. Gli “internati liberi” nella piccola e isolata Castelnuovo rimarranno per più di due anni. La ricostruzione in fiction della vicenda vede privilegiati gli aspetti più emotivamente significativi e toccanti delle vite della comunità, quali il rapporto del medico ebreo, il dottor Meier, con tutti i paesani che, di nascosto, si rivolgevano a lui, e il suo ruolo anche di punto di riferimento della comunità per le autorità; gli amori che maturarono e, per ragioni differenti, si dispersero; lo sguardo di chi, pur italiano e interno al sistema, sente di dover agire contro qualcosa che reputa ingiusto; il rapporto con le forze dell’ordine e i contrasti con parte della cittadinanza; il tentativo di costruire una situazione di vita per quanto possibile normale, con la sinagoga e la scuola; le difficoltà via via crescenti dell’internamento (la fame, il freddo, l’acuirsi delle restrizioni); la cattura di chi si consegnò e la fuga di chi si salvò. La parte di racconto dei personaggi principali tra cui il protagonista Israel Meier/Neri Marcorè, come dei veri e propri narratori, all’interno di un non luogo, si rivolgono direttamente al pubblico, raccontano in io narrante il proprio vissuto e gli elementi necessari per la comprensione dell’intera storia. D’effetto la parte di interviste vere e proprie ai pochi testimoni viventi della vicenda e le immagini di repertorio, preziosi filmati, fotografie e documenti della vicenda narrata custoditi per lo più presso gli archivi storici del CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Onlus) e del Comune di Castelnuovo Garfagnana, oltre ad una video testimonianza inedita di Leo Verderber, unico sopravvissuto ad Auschwitz insieme a Lotte Wallach della comunità di ebrei di Castelnuovo deportati.