Per la nostra rubrica Da vedere in tv, segnaliamo stasera 22 aprile su Rai Uno alle 21,20 “The Band”. Ne abbiamo seguito la conferenza stampa di presentazione. Ecco di che si tratta.
Un garage, ma può andare anche una cantina, da insonorizzare (i cartoni delle uova esistono ancora?). La chitarra, la batteria, il basso e un microfono per la voce. Il sogno: diventare una rock band. O anche no. Chissà. Alla fine l’importante è suonare. Per passione. Per stare insieme con accanto la musica. A quel punto conta poco anche l’età. Anzi, è proprio lo strumento vintage da cercare su internet, o la tastiera d’ultima generazione, l’amplificatore a valvole che non ti tradisce quando sei sul palco a tenerti, nel caso, ancora giovane.
Su questi basilari ingredienti che trasversalmente attraversano continenti, nazioni e generazioni, si basa il nuovo programma di Rai Uno che sarà Carlo Conti a portare in prima serata venerdì 22 aprile, dal mitico palcoscenico del teatro Verdi di Montecatini Terme. Quattro puntate più…una quinta al Mandela Forum di Firenze stracolmo di gente per tributare i meritati applausi alle otto band che daranno vita, a suon di cover, a questo talent targato Rai in collaborazione con Palomar. Anche perché, alla fine, il vincitore non vincerà niente altro che un trofeo con la targhetta dorata con su scritto “Band dell’anno 2022”.
Ieri la conferenza stampa ha svelato tutti i particolari di un progetto in gestazione da tre anni. L’effetto Maneskin, dunque, non c’entra, è stato assicurato, tanto che in cantiere c’è un format tutto per loro per il momento top secret.
Oltre duemila i gruppi rigorosamente non professionisti che hanno mandato le loro candidature alla Rai. Da qui una scrematura che ha portato alle sedici band che si sfideranno venerdì e dalla quale usciranno le otto finaliste che verranno affidate a tutor di altissima qualità.
“Abbiamo scelto le band finaliste – ha premesso Carlo Conti – seguendo criteri che non rispondevano solo e unicamente alla capacità di suonare; qualcuna fra le escluse, infatti, avrebbe meritato di salire sul palcoscenico in questo senso, ma abbiamo cercato anche le storie, le peculiarità, i generi musicali che potevano offrirci”.
Tant’è, le otto che resteranno a contendersi il platonico titolo potranno contare sul contatto diretto e certamente gratificante di tutor d’eccezione, uno per ciascuno: Giusy Ferreri, Irene Grandi, Dolcenera, Federico Zampaglione, Marco Masini, Francesco Sarcina, Rocco Tanica ed Enrico Nigiotti.
Non finisce qui. Agli otto tutor che avranno anch’essi diritto di voto, si aggiungono tre super giurati: Gianna Nannini, Asia Argento e Carlo Verdone, peraltro presenti ieri in conferenza stampa.
“Devono spaccare, questo vorrò da loro – premette la Gianna nazionale -. Non mi sento un giudice ma un’opinionista che può fare critiche costruttive a queste band. Voglio entrare nel loro passato, auscultare come fa un dottore il loro suono, sentire l’assieme”.
“Personalmente cercherò la forza vitale di ciascuna band – spiega Asia Argento – Il rock è del resto questo. Per il resto sono semplice felice di vivere questa esperienza con Gianna e Carla. Mi sto divertendo tantissimo, nel senso letterale del termine, da divergere: volgere altrove”.
“Mi sono preso un mese sabbatico molto volentieri dopo aver saputo di cosa si trattasse – ha spiegato Carlo Verdone – e della strada nuova che con il programma intende prendere Rai Uno con questo programma. Del resto il mio amore per la musica è sostanziato da centinaia di dischi e cd, conosco l’evoluzione del rock e del soul. Dalle band cercherò soprattutto l’originalità, la personalità del cantante, la qualità degli arrangiamenti certamente importante perché si tratta di cover che riguardano brani che possono anche essere degli anni Sessanta e che vanno portati al gusto attuale. Dunque, valuterò anima, Personalità e originalità”. Carlo Conti ha premesso che il programma non poteva prescindere dal proporre cover che potessero allargare la platea di pubblico senza dimenticare quello tradizionalmente affezionato alle proposte degli show di Rai Uno e l loro format. Dall’altro però ha tenuto a precisare che nell’ultima puntata ciascuna band proporrà un suo brano inedito che potrà contare sui preziosi insegnamenti dei tutor.
“Questo è l’ultimo programma d’intrattenimento della mia direzione di Raiuno ma il primo, spero di una lunga serie, per il nuovo incarico alla direzione Intrattenimento Rai – ha detto a sua volta Stefano Coletta -. The Band è un motivo di orgoglio perché Raiuno si è ringiovanita. Abbiamo registrato numeri importanti nelle fasce 15-24 anni e 24-34 anni, sia maschili che femminili, The Band va proprio nella loro direzione. Cambiamo le carte ed è bello il salto rock che facciamo. Il servizio pubblico ne ha bisogno. Tempo fa un cardiologo, riconoscendomi, al termine della visita a cui mi ero sottoposto mi disse che suonava in una band e mi invitò ad andare ad ascoltare. Non è certo l’unico ad avere una professione che non è quella del musicista ma una passione per la musica che continua a vivere. Avete idea di quante band suonano nelle nostre città, nei nostri borghi, nei locali, nelle balere? Ognuna di queste ha una sua storia da raccontare, un suo perché; hanno radici e provenienze tra le più disparate del nostro Paese e con The band ce le faranno conoscere e condividere”.
“L’obiettivo – ha concluso Carlo conti – è quello di mettere insieme davanti alla tv le persone della famiglia di tutte le età”.
Una nuova sfida anche per lui.