Stasera 12 febbraio “Franco Zeffirelli, conformista ribelle”

Presentato all’ultima Biennale del Cinema di Venezia, e candidato al David di Donatello come miglior documentario, questo lungo e accurato lavoro di Anselma Dell’Olio racconta i momenti decisivi e l’andamento movimentato della carriera internazionale di un grande artista italiano. Attraverso interviste originali e materiali dell’epoca, sono le star internazionali che lo hanno conosciuto, personalmente e professionalmente, a raccontare il carattere composito e geniale di Zeffirelli che ha trovato espressione non solo nel cinema, ma anche nella pittura, nel teatro lirico e di prosa, con una energia creativa che lo avrebbe portato a travalicare fin da giovanissimo i confini italiani per essere consacrato in tutto il mondo.

Da Giancarlo Giannini a Jeremy Irons, da Placido Domingo a Roberto Bolle, innumerevoli volti e divi del passato e del presente raccontano la carriera e la vulcanica personalità del regista scomparso pochi anni fa alla vigilia della sua ultima regia di teatro lirico, l’imponente Traviata realizzata nel 2019 per l’Arena di Verona. La regista Anselma Dell’Olio è una giornalista italiana, impegnata da anni nel lavoro di critica cinematografica e in battaglie civili per l’emancipazione femminile. Specializzata nelle biografie per immagini, con il suo La lucida follia di Marco Ferreri, Dell’Olio ha vinto il David per il miglior documentario nel 2018: nel caso di Zeffirelli il suo lavoro si concentra sul vasto, singolare incanto che suscitava il suo nome nelle grandi capitali culturali mondiali, come ha dichiarato l’autrice stessa, che ha anche aggiunto: “Mi interessava la vita interiore di un omosessuale cattolico convinto, discreto ma senza mai nascondersi, in un’epoca assai meno liberale di quella presente”.

“Regista di film, prosa e opere liriche di fama internazionale. E’ la prima volta che un’opera cinematografica indaga sulle molte, variegate e anche opposte sfaccettature professionali, culturali e caratteriali di Franco Zeffirelli. Mi interessavano le differenze poco note tra il vasto, singolare incanto che suscitava il suo nome nelle grandi capitali culturali mondiali e il baffo moscio con il quale era trattato in Italia. Con la sola eccezione delle sue opere liriche, per le quali nel suo paese ha avuto una minima parte degli onori, del rispetto, della gloria e della venerazione che lo circondavano all’estero. Ma ancor di più mi interessava la vita interiore di un omosessuale cattolico convinto, discreto ma senza mai nascondersi”.