Ogni stanza affronta idealmente un aspetto legato all’infanzia: dal gioco al ricordo nostalgico, dal contesto scolastico al carattere “selvatico” e disobbediente dell’età infantile (reso esemplare dal personaggio di Pinocchio), toccando anche il rapporto con l’adulto/genitore e i traumi connessi a questa stagione della vita così complessa. Una fase che troppo spesso si tende ad appiattire, ma di cui gli artisti hanno saputo offrire letture inaspettate, intime e cariche di poesia.
Infinita infanzia si rivolge a un pubblico ampio e, al tempo stesso, intende restituire una panoramica transgenerazionale sull’arte – perlopiù italiana – degli ultimi decenni, grazie al coinvolgimento di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), Elena Bellantoni (Vibo Valentia, 1975), Filippo Berta (Treviglio, 1977), Luca Bertolo (Milano, 1968), Tomaso Binga (Salerno, 1931), Thomas Braida (Gorizia, 1982), Alexander Calder (Lawton, Stati Uniti, 1898 – New York, Stati Uniti, 1976), Maurizio Cattelan (Padova, 1960), Adelaide Cioni (Bologna, 1976), Linda Fregni Nagler (Stoccolma, Svezia, 1976), Francesca Grilli (Bologna, 1978), Myriam Laplante (Chittagong, Bangladesh, 1954), Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985), Luigi Ontani (Vergato, 1943), Mattia Pajè (Melzo, 1991), Cesare Pietroiusti (Roma, 1955), Carol Rama (Torino, 1923 – 2015), Calixto Ramírez (Reynosa, Messico, 1980), Marta Roberti (Brescia, 1977), Andrea Salvino (Roma, 1969), Namsal Siedlecki (Greenfield, Stati Uniti, 1986), Vedovamazzei (duo formato da Simeone Crispino, Napoli, 1962, e Stella Scala, Napoli, 1964). Simona Weller (Roma, 1940).