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Spoleto, fino al 9 giugno la mostra “Infinita Infanzia” a Palazzo Collicola curata da Saverio Verini

SPOLETO – Segnaliamo ai lettori di vivoumbria.it che magari decidono di fare una visita a Spoleto, la mostra in corso fino al 9 giugno 2024 al piano terra di Palazzo Collicola “Infinita Infanzia”, la mostra collettiva curata da Saverio Verini, direttore dei Musei Civici di Spoleto. Ispirata al saggio “La Stagione Fatata” dello stesso Verini, la mostra esplora il tema dell’infanzia attraverso opere di artisti contemporanei di fama internazionale, ampliando la ricerca oltre i confini del libro.
L’obiettivo del percorso espositivo è quello di rappresentare l’infanzia come una fase complessa, ricca di esperienze contrastanti tra scoperta e trauma, gioco e disobbedienza, spensieratezza e ansie.
Ogni stanza della mostra affronta un aspetto diverso legato all’infanzia, dall’aspetto ludico al rapporto con l’adulto e i traumi ad esso associati. Attraverso opere di pittura, video, installazione, fotografia e performance, “Infinita Infanzia” offre una visione trasversale dell’arte italiana degli ultimi cinquant’anni, includendo nomi consolidati e emergenti, movimenti storici e tendenze recenti.
La mostra, realizzata con il contributo di numerosi prestatori, archivi e gallerie, si propone di offrire al pubblico una panoramica completa e multiforme sull’arte contemporanea italiana, con uno sguardo attento alle molteplici sfaccettature dell’infanzia.
LE OPERE IN MOSTRA

 

Ogni stanza affronta idealmente un aspetto legato all’infanzia: dal gioco al ricordo nostalgico, dal contesto scolastico al carattere “selvatico” e disobbediente dell’età infantile (reso esemplare dal personaggio di Pinocchio), toccando anche il rapporto con l’adulto/genitore e i traumi connessi a questa stagione della vita così complessa. Una fase che troppo spesso si tende ad appiattire, ma di cui gli artisti hanno saputo offrire letture inaspettate, intime e cariche di poesia.

 

 

 

 

Infinita infanzia si rivolge a un pubblico ampio e, al tempo stesso, intende restituire una panoramica transgenerazionale sull’arte – perlopiù italiana – degli ultimi decenni, grazie al coinvolgimento di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), Elena Bellantoni (Vibo Valentia, 1975), Filippo Berta (Treviglio, 1977), Luca Bertolo (Milano, 1968), Tomaso Binga (Salerno, 1931), Thomas Braida (Gorizia, 1982), Alexander Calder (Lawton, Stati Uniti, 1898 – New York, Stati Uniti, 1976), Maurizio Cattelan (Padova, 1960), Adelaide Cioni (Bologna, 1976), Linda Fregni Nagler (Stoccolma, Svezia, 1976), Francesca Grilli (Bologna, 1978), Myriam Laplante (Chittagong, Bangladesh, 1954), Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985), Luigi Ontani (Vergato, 1943), Mattia Pajè (Melzo, 1991), Cesare Pietroiusti (Roma, 1955), Carol Rama (Torino, 1923 – 2015), Calixto Ramírez (Reynosa, Messico, 1980), Marta Roberti (Brescia, 1977), Andrea Salvino (Roma, 1969), Namsal Siedlecki (Greenfield, Stati Uniti, 1986), Vedovamazzei (duo formato da Simeone Crispino, Napoli, 1962, e Stella Scala, Napoli, 1964). Simona Weller (Roma, 1940).

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