Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta che ci è stata inviata dall’ex sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti, in relazione al “buco di bilancio” del Comune dopo le 4 sentenze di assoluzione.
Sbatti il mostro in prima pagina
“Per quasi 6 anni ci siamo sentiti, io e i miei collaboratori (Assessori, Dirigenti e dipendenti comunali), come il mostro sbattuto in prima pagina. Siamo stati appellati come ladri, bugiardi e incapaci. Rileggendo la storia rivivo ancora i toni e l’aggressività di una campagna denigratoria e martellante, irriverente e a tratti irrisoria, tutta giocata sulle spalle dei cittadini per far credere loro che fosse indispensabile mandare a casa il sindaco e quindi il governo di centro sinistra.
Oggi le ben 4 sentenze definitive della Corte dei Conti, 2 a livello regionale e 2 a livello nazionale, chiariscono la correttezza del nostro operato, ma non ci risarciscono delle accuse ingiuste piovute da tutti i rappresentanti delle forze che allora sedevano all’opposizione, e non solo da essi. Soprattutto non risarciscono il centrosinistra che i cittadini mandarono a casa proprio per aver causato il ‘buco di bilancio’. Cittadini beffati ancora una volta perché con le recenti sentenze ricadranno su di loro le spese legali che il Comune di Spoleto è stato condannato a pagare. Il Comune, infatti, per liquidare i legali che ci hanno difeso dovrà trovare in bilancio circa 200.000 euro, una somma significativa che nella sostanza verrà sottratta ai cittadini in termini di minori lavori, opere e servizi a favore della comunità locale.
All’inizio della vicenda le allora forze di opposizione rilasciavano interviste, quasi ogni giorno e quasi ogni giorno, a loro dire, il “buco” lievitava a mano a mano che i loro “esperti” leggevano le carte. In realtà il disavanzo si dimostrò molto inferiore rispetto alle esagerazioni sbandierate ai giornali e fu palese che si fosse creato per ragioni di natura “contabile”, se così si può dire, in quanto, come più volte ribadito nelle sentenze della Corte dei Conti, “non generato da una carenza effettiva di risorse ma piuttosto da violazioni formali delle regole finanziarie (applicazione di diversi principi contabili e atti amministrativi inesatti). Queste mere irregolarità contabili o puri vizi formali (come sentenziato) non possono determinare un danno erariale dipendente da un preteso disavanzo di bilancio”.
In concreto, nelle sentenze viene ribadito, con mia viva soddisfazione, che non è stata posta in essere nessuna erronea gestione sostanziale delle risorse pubbliche, esattamente quello che in questi anni si è tentato di spiegare con serietà ai nostri concittadini, ai quali invece, storditi da una urlante e becera politica locale e dalle contrapposizioni interne anche nel mio partito, non è stata data la possibilità di comprendere che nessuno ha rubato nulla e nessuno ha provocato danni all’erario.
Nella sostanza il deficit finanziario si creò a causa di residui derivanti da tasse e tariffe dovute ma difficilmente riscuotibili, una situazione, questa, che accomuna la gran parte dei comuni umbri e italiani. Grazie alle misure tempestive e responsabili messe in atto dalla mia giunta e dalla struttura tecnica, a fine mandato il disavanzo era più che dimezzato e poteva essere facilmente gestibile con gli strumenti ordinari.
Oggi posso rivendicare con orgoglio l’operato della nostra amministrazione la quale, pur avendo di fatto ereditato una situazione economico finanziaria debole e complessa, ha saputo attuare serie ed efficaci iniziative politico-amministrative. Purtroppo il tempo per portare a termine la nostra azione non ci fu dato, ma quella di oggi è l’occasione per ringraziare tutte le donne e gli uomini, che da amministratori e consiglieri, insieme a me hanno da subito creduto nella correttezza dell’attività amministrativa, condividendo le misure e le azioni messe in campo per affrontare le criticità e restituire equilibrio al bilancio comunale.
A conclusione vorrei soffermarmi sulle ricadute più evidenti di questa storia. La mia era un’amministrazione nuova, giovane, piena di passione e di entusiasmo. Gran parte di quelle donne ed uomini si è arresa perché ha visto i suoi propositi e la propria dedizione cancellati con un colpo di spugna impregnata di maldicenze, denigrazioni ed esagerazioni. Pochi hanno tenuto duro, altri hanno preferito tornare alla serenità della propria vita in attesa di una sentenza che potesse fare chiarezza non tanto per noi, che non abbiamo mai dubitato del nostro operato,
quanto per i valori, gli ideali e la storia di buon governo che la nostra amministrazione voleva e doveva rappresentare.
Per sei anni ho pensato ogni giorno a come poteva essere e non è stato. Oggi questa completa riabilitazione mi offre l’occasione di riprendere il cammino con maggiore determinazione per un impegno ancora più convinto nella società e in politica.
Mi auguro infine che queste sentenze possano riportare un po’ di serenità a tutti quei bravi Sindaci, Assessori e Consiglieri che oggi stanno vivendo nel dubbio e nella paura di sbagliare la loro complessa esperienza amministrativa al servizio dei cittadini”.
Daniele Benedetti