PERUGIA – Con l’entrata in vigore del green pass, il mondo dell’agricoltura lancia un grido di allarme per il rischio raccolto. Secondo la Coldiretti dell’Umbria, una discreta percentuale di lavoratori solitamente impegnata nelle campagne per la vendemmia o la raccolta di mele e olive, non è ancora vaccinata. Il nodo non è tanto quello dei controlli dei vaccinati, ma quello dei trasporti, settore strettamente connesso all’agricoltura.
A livello nazionale, il presidente Ettore Prandini ha chiesto che “per non lasciare marcire le produzioni sugli alberi è importante intervenire per facilitare l`accesso al lavoro di quanti sono in regola”.
Tra le principali richieste di Coldiretti al Governo, la semplificazione e la velocizzazione delle operazioni di controllo, visto che le aziende agricole non possono contare sui tornelli per la verifica all’ingresso dei lavoratori, quindi “l’introduzione di strumenti flessibili, concordati con i sindacati, che consentano a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi, ma – avverte il presidente – c`è la necessità di prorogare i permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia e di pubblicare il decreto flussi 2021. Una esigenza per salvare il reddito delle imprese e per continuare a garantire gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione, in un momento in cui con la pandemia si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e rincari dei prezzi che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione”.
A livello locale, la situazione è pressoché simile, come ci racconta Francesco Panella, delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa Umbria: “Il problema non è tanto il controllo del green pass. Sebbene non ci siano tornelli, si riesce a fare una buona verifica anche in campo aperto. Ciò che preoccupa è la parte inerente ai trasporti, perché molte aziende agricole usufruiscono dei canali di distribuzione e se questi dovessero fermarsi sarebbe un grosso problema. Per il raccolto, come Coldiretti, abbiamo chiesto che ci sia un’accelerazione sul decreto flussi, perché la manodopera è per noi fondamentale e reperirla non è facile. E dall’altro, ammortizzatori sociali”.
Naighi