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Sono 200 le agenzie di viaggio in Umbria ferme da un anno: Tommaso Bori chiede un confronto in Regione

PERUGIA – Le agenzie di viaggio in Umbria sono duecento. E duecento sono pertanto le imprese che sono in sofferenza ormai da un anno. Il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, è deciso a rappresentare le loro esigenze e ha chiesto un’audizione in Commissione dei rappresentanti delle agenzie di viaggio per “attivare strategie condivise e azioni concrete per il comparto del turismo regionale. Il settore delle agenzie di viaggio umbre – spiega Bori – conta 200 realtà imprenditoriali che contribuiscono a consolidare il Pil umbro. Realtà che hanno subito un forte danno per il blocco subito dal turismo e dalla mobilità nazionale e internazionale. Un danno già avviato a fine febbraio 2020, quando gli Stati esteri hanno iniziato a bloccare le frontiere nei confronti dei passeggeri italiani. E con la ripresa estiva, il turismo di massa ha lasciato spazio a viaggiatori in autonomia in piccoli gruppi e in piccole strutture. Il mondo del turismo – prosegue Bori – è basato su programmazioni future, a lungo termine, e per questo l’incertezza crea difficoltà nella ripartenza, rendendo quasi impossibile l’idea di creare pacchetti turistici. Nonostante questo, esistono molti tentativi di programmazione e rilancio, come quello portato avanti dal Movimento autonomo agenzie di viaggio con l’idea di ‘Raccontami l’Umbria’, per pacchetti turistici incoming. Serve dunque una fase di ascolto e di confronto, per pianificare il rilancio del turismo in maniera strutturata e partecipata”.

 

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