TERNI – Anche in città arriva la Fake Meat, la carne finta prodotta nel cuore dell’Umbria. Un’ottima notizia per vegani, vegetariani e per chiunque voglia provare qualcosa di nuovo. Si tratta di prodotti che esteticamente somigliano molto alla carne, creati con pochi ingredienti naturali e vegetali al cento per cento, interamente prodotti in Umbria.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di Vegan Food Terni, il progetto lanciato dall’associazione Ecologic Point che coinvolge ristoranti e punti vendita con lo scopo di inserire prodotti vegani nell’offerta. Da tempo il trend è in crescita: la richiesta di prodotti di origine vegetale è salita in maniera significativa.
Allo scorso dicembre risale l’incontro fra la presidente di Ecologic Point, Serenella Bartolomei, e Alberto Musacchio, titolare dell’azienda Joy srl a Tavernelle di Corciano. Musacchio è il creatore della linea FoodEvolution, interamente plant based, dove trovano posto eccellenze come ParePancetta, ParePollo e PareManzo, che si ispirano alla carne e che al momento sono disponibili presso l’Ipermercato Conad di Cospea. «Questa azienda ha già i suoi prodotti nella catena Esselunga, quindi centro/nord Italia» ci dice Bartolomei. «Mentre, parlando con il Ceo, non riusciva a entrare nelle catene distributive, e cosa strana non aveva punti di vendita nella sua regione, tranne uno nel perugino.»
L’esperimento era partito proprio lo scorso Natale quando Ecologic Point ha lanciato la sfida di rivisitare in chiave veg uno dei piatti classici delle festività: i tortellini. Bartolomei aveva coinvolto il pastificio Rosati e la chef Nicoletta di Cogli l’Attico. Insieme erano riusciti a creare tortellini identici agli originali con soli ingredienti vegetali fra cui i prodotti di FoodEvolution.
A chi sono destinati queste novità alimentari? Non solo a vegani e vegetariani ma anche a tutti coloro che seguono diete specifiche o che vogliono ridurre la propria impronta ecologica, partendo da una scelta consapevole a tavola. «Essere vegetariani fino a qualche anno era una questione salutista, poi è diventata animalista, ma oggi è soprattutto ambientale» spiega Musacchi, ceo di Joy.
«Lo scopo – prosegue Bartolomei – è anche quello di far riflettere sul problema degli allevamenti intensivi, sul loro impatto ambientale e salutare. Molte le prime impressioni positive, le persone sono felici di sapere che ci siano alimenti alternativi, prodotti con materie prime naturali e che siano gustose. Provare, per credere.»
Sara Costanzi