FOLIGNO – Grazie all’Associazione Gioventù Musicale Foligno, mercoledì 18 dicembre, centinaia di alunni delle scuole del territorio hanno riempito l’Auditorium San Domenico per ascoltare il concerto del Coro di voci bianche e del Coro giovanile del Conservatorio di Perugia. Un evento atteso, sold out da tempo, che ha dato modo di apprezzare le candide voci degli studenti più piccoli del Morlacchi. Nato nel 2012 su iniziativa dell’allora direttore Piero Caraba, il coro, dapprima sotto la guida di Franco Radicchia, e dal 2021 con il Maestro Marta Alunni Pini, ha ottenuto numerosi successi collaborando alle produzioni del Conservatorio, ma anche con altre prestigiose istituzioni come Fondazione Perugia Musica Classica, A.Gi.Mus, Sagra Musicale Umbra. Per il concerto di Natale, organizzato da Gioventù musicale, il Coro di Voci bianche e il Coro giovanile si sono esibiti sia separatamente che insieme; se i più piccoli hanno evidenziato la dimensione ludica dell’apprendimento utilizzando brani con testi insoliti (filastrocche, scioglilingua, nonsense) vicini ai giochi dell’infanzia, i ragazzi più grandi, invece, hanno mostrato le competenze acquisite negli anni di studio, interpretando con grazia e precisione brani d’autore e della tradizione popolare, arrangiati in maniera articolata per formazione vocale a cappella o con accompagnamento del pianoforte. I due cori hanno chiuso il concerto con alcuni brani del repertorio natalizio con i quali hanno rivolto auguri di serenità e gioia al pubblico di studenti e insegnanti.
Al termine dell’esibizione il direttore di coro Marta Alunni Pini ha risposto alle nostre domande.
Un’attività nata nel 2012 e cresciuta rapidamente, diventando realtà imprescindibile della coralità umbra. Un lavoro fondamentale avviato da Radicchia che stai portando avanti con grande dedizione.
Il Coro è nato dalle mani di Franco Radicchia, per me inesauribile fonte di ispirazione, al quale ho fatto da assistente per un decennio. Inizialmente si chiamava Coro da concerto (l’attuale Coro di voci bianche): un solo coro con bambini di età compresa tra i 7 e i 13 anni. Un gruppo che si è distinto in importanti contesti, prendendo parte ad opere in prima esecuzione assoluta, ma che si è cimentato anche con i grandi della musica classica come Haydn, Mozart, Mendelssohn. Nel mio ruolo di docente e direttore e nel mio impegno in nuovi progetti e collaborazioni l’esempio del M° Radicchia è sempre presente.
Che tipo di lezioni vengono proposte ai piccoli coristi?
Ci sono due prove a settimana di un’ora e mezzo ciascuna. La lezioni si concentrano sull’educazione vocale e sulla lettura dello spartito. Ovviamente, quando arrivano, i bambini imparano a cantare per imitazione, ma poi una percentuale molto alta sviluppa il desiderio di approfondire il linguaggio musicale attraverso lo studio di uno strumento. La prima esperienza canora, quindi, apre naturalmente la passione per uno studio più accurato e le nuove competenze acquisite vanno a ricadere positivamente sul coro stesso.
Quando nasce il Coro giovanile?
Il coro giovanile è nato successivamente, nel 2017, come prosecuzione dell’esperienza nel coro di voci bianche; qui ci sono i cantori delle scuole secondarie di II grado. Abbiamo anche un gruppo propedeutico che accoglie bambini dai 5 ai 7 anni in cui l’approccio musicale è di tipo ludico. In questo modo si crea un flusso continuo che attraversa i vari stadi, un ciclo che parte dal gioco musicale e che, gradualmente, si trasforma in impegno per una produzione artistica.
Hai una lunga esperienza come direttore di coro. Mi riferisco al tuo lavoro con il Coro dell’Università e con altri gruppi di adulti, come l’ensemble femminile Nota so. Puoi descrivere la tua esperienza con queste formazioni e con i cori del Conservatorio?
È un’esperienza di continuo arricchimento. La formazione dei bambini, in particolare, è una grande responsabilità, ma anche una fonte di gioia e di soddisfazione; è una crescita personale che si proietta verso coloro per cui e con cui stai lavorando, in uno scambio sinergico continuo. Il fatto, poi, di essere un gruppo che concorre, unito, verso un unico e comune obiettivo, corrisponde veramente ad una società ideale… questo potrebbe sembrare un discorso retorico, ma è veramente ciò in cui credo e che perseguo in tutte le formazioni corali di cui sono responsabile. Ciascun membro, attraverso lo studio, la ricerca e l’esperienza sonora condivisa, impara dagli altri, arricchendosi reciprocamente. Questo processo crea un vero e proprio ‘sistema sociale’, dove allo sviluppo della qualità vocale e musicale si affianca la crescita dell’individuo e delle relazioni tra i partecipanti.