PERUGIA – Non c’è dubbio, gli smartphone hanno trasformato le nostre esistenze: nel bene e nel male, tutti, ma proprio tutti, non potrebbero rinunciare a rimanere costantemente connessi con il resto del mondo grazie a dispositivi che nel frattempo hanno affinato tutte le qualità necessarie per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più vasto. In una decina d’anni il mercato è radicalmente mutato e sembrano lontanissimi i tempi dei vari Motorola, Nokia, Blackberry. Il sistema Android ha superato abbondantemente quello Ios della Mela morsicata e novità degli ultimissimi anni, gli esigui costi di produzione e di commercializzazione della Huawei hanno favorito la diffusione di smartphone a prezzi molto concorrenziali. Tanto che in Umbria come in molte altre regioni italiane la Huawei con il 22,6 per cento detiene il primato di device venduti, contro il 13,2 per cento di Apple e l’11,3 per cento di Samsung. Chissà se la recentissima decisione di Google, Intel, Qualcomm e Broadcom che hanno annunciato nei giorni scorsi di non voler più rapporti con il gigante della telefonia cinese, sarà destinata a riflettersi direttamente sul mercato, sta di fatto che sarà difficile per i competitor scalfire la posizione dominante cinese che, tra l’altro, vede in vantaggio la Cina sui preparativi per l’introduzione del nuovo, rivoluzionario sistema 5G.
Insomma gli smartphone in appena una decina di anni, hanno cambiato le nostre vite e rivoluzionato i costumi, tanto che sempre più spesso si sente il bisogno di reintrodurre modelli “umani” e meno invasivi e condizionati dalle tecnologie. Sono numerosi gli appelli degli ultimi tempi alla reintroduzione di un nuovo “galateo” per come, ad esempio, stare a tavola senza il timore di perdere il contatto con il mondo o come sia necessario rispettare il normale svolgimento di un convegno senza che si venga disturbati dalle suonerie insistenti dei device. Insomma, da un lato lo smartphone è entrato di prepotenza nel nostro costume, dall’altro si cercano soluzioni per regolarne l’uso o l’uso smodato. E’ il caso degli adolescenti e dei ragazzi che, addirittura, preferiscono che i propri genitori acquistino per loro uno smartphone, piuttosto che un motorino, quel cinquantino che solo qualche anno prima rimaneva in testa ai sogni dei quattordicenni, smaniosi di una propria autonoma mobilità. I numeri sulla vendita delle moto lo dimostra: a fronte di un aumento dei motoveicoli di media e grande cilindrata, si registra una netta diminuzione di quella dei cinquantini. Si infrange così il sogno di una generazione che nel mito di Easy Rider e delle Harley Davidson era cresciuta e ne aveva fatto simbolo di libertà. Ma se i genitori dei quattordicenni pensano così di aver superato il problema della sicurezza – in fondo è meglio uno smartphone che rischiare la vita in mezzo al traffico congestionato delle nostre città con un motorino – i primi a rischiare di più in quanto a sicurezza sono proprio persone più in là con gli anni che – come dimostrano i dati degli incidenti mortali – mettono a repentaglio la propria vita perché distratti alla guida dalle conversazioni al telefonino. In Umbria – dati Istat 2017 – la principale causa dei 2.361 incidenti stradali verificatisi è da attribuire alla distrazione dovuta all’uso improprio dei device, ma mentre a livello nazionale – dal 15,1 per cento al 17,8 percento aumenta il numero dei pedoni vittime di incidenti, l’Umbria fa registrare una significativa controtendenza con appena l’8,1 percento di pedoni vittime di incidenti. Così, almeno per ora, sembrano allontanarsi dallo scenario umbro drastiche misure come quella adottata a Sassari di sanzionare con multe salate i cosiddetti smombie, neologismo che mette insieme smartphone e zombie, che indica quei pedoni che non riescono a staccare gli occhi dai display del telefonino neanche quando attraversano le strade mettendo a rischio la vita propria e quella altrui. Intanto si moltiplicano iniziative che tendono a limitare l’uso degli smartphone, come l’incontro organizzato a Gubbio sul tema “Una volta avevo una vita, ora ho uno smartphone” dedicato alle insidie dell’era digitale e alle dipendenze da telefonino. Infatti, come dimostrano recenti e numerosi studi, gli strumenti tecnologici di crescente utilizzo possono essere anche oggetti verso i quali si può sviluppare una vera e propria forma di dipendenza, come per la televisione ed il computer. Con la crescita del numero e dei modelli di cellulari, nonché dei servizi offerti, si assiste all’incremento di quella che, in alcuni paesi, è già diventata una “malattia sociale” definita “telefonino-dipendenza”.