VALFABBRICA – Il momento più bello è quando la sera ci si ritrova intorno alla tavola per condividere l’esperienza che durante il giorno si è vissuta insieme o in solitaria. Valfabbrica, con il suo Ostello Francescano, è la tappa intermedia di quel percorso tra Assisi e Gubbio che evoca il cammino che San Francesco intraprese per la prima volta nell’inverno tra il 1206 e 1207, quando fuggì dalla casa paterna e si rifugiò nella città del Lupo. Un’esperienza di vita da provare.
Intorno alla tavola ci si ritrova per una cena frugale. L’indomani si è attesi a compiere ancora una parte impegnativa del Sentiero Francescano della Pace, dopo che già nel giorno che si sta concludendo si sono percorsi a piedi parecchi chilometri. Ma è bello provare, perché anche se si è in gruippo e si condivide la prova, in realtà ci si ritrova assorti ciascuno con i propri pensieri.
Sì, perché questo è un Cammino votato alla riflessione interiore, da compiere a piedi oppure in mountain bike o a cavallo. Di certo con uno spirito improntato alla semplicità e al rispetto per la Natura. Quelli che incontriamo nell’Ostello Francescano di Valfabbrica sono i pellegrini che percorrono il Sentiero che attraversa un territorio che ancora oggi si presenta per gran parte così come il Poverello di Assisi ebbe modo di vederlo e c’è un luogo in particolare che è uno snodo irrinunciabile.
Ma chi sono questi pellegrini? Uomini e donne che arrivano da ogni parte del mondo e così intorno alla tavola si sentono gli idiomi più disparati. Sono laici, religiosi, persone che temporaneamente staccano la spina dalla loro quotidianità e vengono in questo lembo di Umbria a ritrovare se stessi sulle tracce di Francesco d’Assisi. Semplicità, fraternità, sacrificio, condivisione, amicizie che nascono qui e restano per tutta la vita.
Siamo nella valle adagiata sulla sponda sinistra del fiume Chiascio, tra Perugia, Assisi e Gubbio. Luoghi che rimandano subito a quell’impronta medievale dell’Umbria che appartiene all’immaginario collettivo. E del resto l’attrazione che esercitano – in tutta Europa, ma anche nel resto del mondo – è documentata dalle presenze in costante crescita. Una prova interiore per tutti coloro che si muovono lungo il suo tracciato, ma di certo anche un impegno dal punto di vista fisico. Fatica sì, ma appagante. E il paesaggio finisce con il riempire gli occhi ma soprattutto il cuore.
Tra Gubbio ed Assisi, Valfabbrica è sostanzialmente baricentrica e giocoforza San Francesco dev’essere passato da queste parti dato che nella sua vita si è mosso più volte tra le due città, spingendosi anche verso La Verna. Anche se le fonti francescane non consentono di individuare con assoluta certezza l’itinerario preciso, il valore che assumono questi viaggi lo si ritrova nel comportamento spirituale del santo e negli episodi accadutigli lungo il percorso tra le stesse Assisi e Gubbio. Ad ogni buon conto si deve in particolare ad Arnaldo Fortini la ricerca storica che ha permesso di ricostruire il percorso compiuto da Francesco tra il febbraio e il marzo 1206 e che è stato identificato con la via medievale per Valfabbrica, ritenuta la più attendibile.
Questa antica cittadina – la cui fondazione e sviluppo sono connessi alle vicende dell’abbazia benedettina di Santa Maria in Vado Fabricae, citata dalle cronache dall’anno 820 – nel passato ha legato al proprio nome quelli di grandi personaggi: dall’imperatore Ludovico il Pio da Aquisgrana (che le concesse l’autonomia) a Federico Barbarossa, che nel 1177 pose la “ecclesia de Valle Fabricae, in comitatu Asisii” sotto la propria protezione.
E a due passi dal paese c’è un luogo che “parla” direttamente di San Francesco: è la chiesa di Santa Maria Assunta, che faceva parte dell’antico monastero fondato dai Benedettini in epoca carolingia e dove nel 1207 il Poverello fu ospitato durante il suo viaggio dalla città serafica a Gubbio; successivamente passata sotto la protezione della potente Abbazia di Nonantola, dopo la soppressione del monastero nel 1359, la chiesa è stata adibita per secoli al ruolo di Parrocchiale di Valfabbrica. Le successive opere di restauro e consolidamento hanno comunque rispettato la tipologia della struttura originaria. Sulla parete destra è conservato un pregevole affresco che raffigura il compianto del Cristo morto, unico esempio in Umbria della scuola del Cimabue; nell’abside all’interno di una nicchia si conserva una maesta, opera di un ignoto pittore umbro.
Ma cos’è realmente oggi il Percorso Francescano della Pace? E’ un vero e proprio sentiero di circa 42 chilometri e largo, in media, circa tre metri, lungo il quale si può andare soltanto a piedi, a cavallo o in bicicletta, toccando ambienti naturali incontaminati e riscoprendo importanti testimonianze storiche, come il castello di Coccorano e Sambuco, ed antichi complessi monastici.
Valfabbrica in questo percorso è uno snodo, ma anche una tappa scontata per i pellegrini che scelgono per trascorrere la notte (o come base per un soggiorno prolungato) l’Ostello Francescano nel centro storico del paese, ricavato in un antico palazzo ristrutturato e adeguato ad accogliere anche persone con difficoltà di movimento. La struttura, piccola e accogliente, è disposta su tre piani con l’ascensore interno ed offre un’ospitalità calda e familiare, apprezzata soprattutto quando la sera si arriva stanchi alla tappa intermedia. L’attuale gestione, pur lasciando inalterata la sua originaria funzione di luogo di sosta per chi percorre il “Cammino” (è dotato di un suo timbro speciale riservato ai pellegrini per la credenziale) lo ha reso compatibile anche per chi intende trascorrere un periodo di riposo, lontano dai problemi di una qualsiasi città, nel verde dell’Umbria, a prezzi davvero modici. E in cucina si scopre tutta la tradizione umbra.
Per saperne di più
www.comune.valfabbrica.pg.it
www.ostellofrancescano.com
info@ostellofrancescano.com