FOLIGNO – Tra le presenze più significative a Foligno, nella prima settimana del Festival Segni Barocchi, quella di Walter Testolin, uno dei più grandi esperti ed interpreti di musica rinascimentale nel panorama internazionale. Direttore, cantante, didatta e divulgatore musicale, Testolin è stato protagonista di due grandi appuntamenti frutto della collaborazione tra Segni Barocchi e Amici della Musica di Foligno: il concerto L’avida sete e la masterclass Cantare l’età del canto.
L’avida sete, andata in scena martedì 29 agosto, è un racconto concerto incentrato sulla figura di Carlo Gesualdo, principe di Venosa – tra i più importanti nobili del Regno di Napoli tra il 1500 e il 1600- e genio musicale tra i più grandi dell’intera storia della musica.
Il testo, scritto e narrato da Sandro Cappelletto, ruota intorno ai tragici eventi che hanno condizionato la vita del nobile musicista minandone il fragile equilibrio psicofisico: l’efferato uxoricidio di Maria d’Avalos sorpresa con l’amante Fabrizio Carafa, del quale sentirà l’opprimente senso di colpa fino alla fine dei suoi giorni, la morte prematura ed improvvisa dell’adorato figlio di tre anni Alfonsino, avuto dalla seconda moglie Eleonora d’Este, e infine la morte dello zio, il cardinale Alfonso Gesualdo, unico punto di riferimento della sua vita solitaria e inquieta.
La musica cupa e tormentata si dispiega nei suoi madrigali attraverso sperimentazioni ardite e aspre dissonanze, una scrittura tesa e drammatica, espressione di un animo inquieto che non trova pace se non nella morte.
Le bellissime voci dell’ensemble RossoPorpora (Cristina Fanelli canto, Lucia Napoli quinto, Elisabetta Vuocolo alto, Andréas Montilla-Acurero tenore, Giacomo Schiavo tenore, Guglielmo Buonsanti basso con Dario Carpanese al cembalo), dirette da Testolin, con profonda espressività hanno condotto il pubblico nei meandri tortuosi e oscuri dell’animo di Gesualdo. Un percorso testuale e musicale coinvolgente e carico di emozioni che ha stupito e commosso. Da cornice l’Oratorio del Crocifisso, gioiello barocco nel cuore della città della Quintana, luogo ideale per perdersi nella complessa bellezza della musica del principe.
Testolin, docente di canto rinascimentale e barocco presso il Conservatorio F. A. Bonporti di Trento, ha poi svolto la masterclass dal titolo Cantare l’età del canto, un percorso di ricerca sul suono, la tecnica e la prassi esecutiva dell’arte del canto nel Rinascimento e nel primo Barocco.
Tre giorni intensivi incentrati sullo studio di lavori scritti tra 1500 e 1600 nel passaggio tra le forme principali dell’epoca, dal Madrigale al Recitar cantando. I compositori oggetto di approfondimento – Luca Marenzio, Sigismondo d’India, Claudio Monteverdi, Girolamo Frescobaldi – sono stati analizzati nel modo di affrontare il delicato e complesso rapporto tra testo poetico e musica. E’ proprio in questa fase che nasce quella che Monteverdi definisce la “seconda prattica”, un nuovo stile frutto di una nuova sensibilità che esalta la relazione tra suono e parola. La musica rompe gli schemi del passato imposti dalla metrica poetica, scardina la forma e prende le sue libertà per sottolineare il significato e l’espressività della parola. Si crea una coerenza profonda tra i due linguaggi artistici; melodia e armonia dipingono gli stati d’animo e le atmosfere espresse dalle parole. In questo nuovo legame il testo esprime se stesso attraverso la musica.
Il corso si è concluso venerdì 1 settembre con una piacevole quanto interessante lezione concerto nel Palazzo storico nel centro di Foligno sede della scuola comunale di musica; come in un pomeriggio a corte, tra discorsi poetici e musiche, le allieve si sono esibite in madrigali, arie e duetti deliziando gli ospiti con soavi canti accompagnati al clavicembalo da Dario Carpanese.