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"Sciopero bianco dell'arte? Solo se l'intera categoria aderisce"

PERUGIA – Francesco Tosoni è chitarrista, compositore, arrangiatore e sound designer (già produttore di Silvia Salemi e della vincitrice di XFactor4, Nathalie) che lavora anche per l’etichetta Noise Symphony/Pirames International. Ospitiamo un suo intervento in cui sottolinea la fase critica che sta vivendo il mondo della musica anche in riferimento all’ipotesi dello sciopero bianco del settore.
“Non sono d’accordo – spiega Francesco Tosoni – sullo sciopero bianco dell’arte. Siamo tutti coscienti e consapevoli di quanto sia utile, preziosa e indispensabile l’Arte.
L’Arte è il cibo dell’anima, la colonna sonora delle nostre giornate, dei nostri ricordi e spesso regola anche il nostro umore. Ci ha salvato e continuerà a salvarci da ogni male.

Ma se oggi in Italia – nel pieno di una pandemia mondiale – siamo in questa condizione di “categoria invisibile” è anche un po’ colpa nostra, cari colleghi. Non è una polemica, è un dato di fatto, ed è sicuramente un discorso complesso che non può essere risolto sui social.
Penso altresì che non possa esserci occasione migliore come questa per analizzare quanto invece sia fragile e poco regolamentato il nostro settore e come scelte scellerate di alcuni colleghi (guerra al ribasso) abbia fortemente screditato la nostra categoria agli occhi delle istituzioni (e non solo delle istituzioni).
Solo negli ultimi 2 mesi, in piena pandemia – a riprova di questa riflessione – sono nate diverse fantomatiche associazioni di categoria e svariati gruppi di musicisti nei quali basta vedere il tono ed i contenuti per capire che le riflessioni da fare sono ben altre.
Ieri (nei giorni scorsi, ndr) inoltre, si è svolto in tivù il Primo Maggio di Roma – in versione ridotta e adattata agli standard di sicurezza dettati dal periodo.
È stato un concerto (per me) meraviglioso ed emozionante (il Primo Maggio è sempre il Primo Maggio ragazzi).
Ho rivisto tanti colleghi e ho gioito per loro, si è parlato anche di diritti per i lavoratori dello spettacolo, ma siamo davvero sicuri che questa possibilità – in prima serata su Rai3 – sia stata sfruttata al meglio per parlare delle difficoltà del settore? Chi ha rappresentato la nostra categoria?
Gli artisti stessi.
Qui si parla di sciopero dell’arte – e lo sciopero è una conquista, uno strumento di libertà e di comunicazione fondamentale in una democrazia – ma sapete dirmi da quale associazione di categoria è stato indetto?
Aderiranno tutti gli artisti e tutte le attività di settore? (compresi i mezzi di diffusione Radio/TV).
La vera riflessione è se siamo tutti disposti a rinunciare a qualcosa – anche a un po’ del nostro ego – in favore di un’intera categoria.
Qui si fa l’Italia o si muore”.

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