FOLIGNO – Si deve alla sua perizia se Foligno oggi può raccontare se stessa a cavallo tra Otto e Novecento. E non solo dal punto di vista degli scorci più belli, alcuni dei quali oggi radicalmente cambiati o addirittura scomparsi. Rinaldo Laurentini, vissuto tra il 1870 e il 1932 è “il fotografo” per eccellenza: le sue lastre, ben 1.200, sono un autentico patrimonio della Biblioteca comunale di Foligno grazie al Fondo che porta il suo nome. Quando lo si cita, è come evocare il romanticismo della città in bianco e nero e chi in famiglia conserva un’immagine di propri avi firmata da lui, la tiene come una preziosa reliquia proprio per il suo valore documentario ed artistico oltre che affettivo.
Proprio in questo contesto si inserisce l’appuntamento – nato come omaggio a Foligno e all’eleganza delle sue donne – in programma per venerdì 22 marzo, alle ore 21, a Valtopina nella sala Gandini del Palazzo delle Associazioni e che avrà come protagonista la professoressa Ambra Cenci. L’occasione per parlare di moda d’antan è offerta dai ritratti fotografici eseguiti da Rinaldo Laurentini, “Ritratti – ci spiega Ambra Cenci – che consentono di cogliere la poesia di tanti abiti sartoriali, realizzati su modelli francesi, con sete preziose, con lane di casimiro, con velluti ombreggiati arricchiti di gale, di merletti, di arricciature e di nappine, per esaltare la silhouette femminile”. Sarà insomma una particolare “spoon river”, perché a parlare non saranno i personaggi, ma gli abiti indossati. “Sì – sottolinea ancora la professoressa Cenci – Foligno si guarderà allo specchio, indietro di oltre 120 anni e si stupirà nel ritrovare quella stessa ‘animata e ben abbigliata gioventù femminile’ già esaltata dalle cronache perugine del tempo che fu”.
L’avventura di Rinaldo Laurentini dietro all’obiettivo comincia nello studio di Decio Mariani, altro grande fotografo folignate, per poi aprire nel 1895 uno studio tutto suo in via Cesare Agostini dove rimane fino al 1906 quando si trasferisce in via Rinaldi, nientemeno che nelle stanze al secondo piano del Teatro Piermarini.
L’arrivo in Biblioteca Comunale delle prime lastre di Rinaldini si deve alla donazione del fratello Luigi in occasione del decennale della morte del fotografo (parte delle quali poi andate distrutte in un bombardamento della seconda guerra mondiale) e di nuovo nel 1991 quando la figlia Iris ha donato altre 28 lastre che documentano un aspetto fino ad allora quasi sconosciuto della vita dell’artista: la sua famiglia. Oggi chi studia la città di Foligno sotto vari aspetti, non può fare a meno di passare per le sue immagini.