San Venanzo, scuola e Carabinieri Forestali di Assisi insieme in occasione della Giornata Mondiale della Terra

SAN VENANZO – Nemmeno i massicci lockdown di questo periodo hanno contribuito ad arrestare il riscaldamento climatico. Sono diminuite le emissioni locali dell’inquinamento delle città, per evidenti riduzioni di traffico e fumi industriali, ma tutto questo non è stato realmente incisivo ai fini della diminuzione generale della CO2, che purtroppo rimane molto tempo – addirittura decenni – nell’atmosfera. Proprio per questo, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, la scuola di San Venanzo ha voluto dare un piccolo grande segno: piantare nuovi alberi, aderendo al progetto “Un albero per il futuro: crea il bosco diffuso” , organizzato dai Carabinieri Forestali del Reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi.

Sono state così messe a dimora, nello spazio adiacente il complesso scolastico, nuove piante donate proprio dal vivaio dei Carabinieri Forestali di Pieve Santo Stefano, alla presenza dell’assessore alla scuola del Comune di San Venanzo Roberta Giuliani e dei militari del Reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi, insieme ovviamente a tutto il corpo docente ed i ragazzi. “Un albero per il futuro: crea il bosco diffuso con i Carabinieri della Biodiversità” è un progetto che prevede un percorso verso la sostenibilità, aiuta a conoscere i tesori naturali del territorio e lascia un segno verde di speranza nel mondo, incrementando il livello nazionale di biodiversità.

L’obiettivo è mettere a dimora un albero e poi un altro ed un altro ancora fino a costituire un bosco: è questo lo scopo del progetto iniziato dai tre plessi della scuola di San Venanzo, che proseguirà nel tempo sempre grazie alla preziosa collaborazione dei Carabinieri Forestali del Reparto Biodiversità di Assisi. Le specie piantumate sono state accuratamente scelte nel rispetto delle aree geografiche e fitoclimatiche. Un evento sociale e ambientale: “piantare un albero” significa fare ognuno la propria parte per aumentare la biodiversità e ridurre la CO2, formare un “bosco diffuso” grazie alla tecnologia e all’impegno di ogni ragazzo che potrà, con uno smatphone, geo-localizzare il proprio albero, inviare i dati ai Carabinieri della Biodiversità per mappare le piantumazioni e capire quanti e dove sono stati messi a dimora.

Grazie ad un algoritmo studiato dall’Università della Tuscia (VT) sarà, inoltre, possibile misurare il risparmio di anidride carbonica e riscontrare questo dato direttamente nel telefono dei partecipanti. Il progetto ha come ulteriore obiettivo, in un percorso triennale con le scuole, di poter conoscere le riserve naturali e le foreste demaniali dello Stato, scoprire gli habitat naturali più vicini al proprio territorio, specie animali e vegetali che li popolano e, infine partendo dal proprio plesso scolastico, prevedere l’individuazione delle aree specifiche dove l’ambiente appare più bisognoso di cure, individuando le specie vegetali più consone per quell’area, mettendole a dimora, prendendosene cura.

 

Luana Pioppi: