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San Martino festa del patrono in tono minore ad Ancaiano per la chiesa chiusa da anni

VALNERINA – In occasione della ricorrenza di San Martino è bene porre in evidenza una emergenza riferita al patrimonio storico artistico lacerato dagli eventi sismici e anche dalla trascuratezza dal pressapochismo di enti e istituzioni laiche e anche religiose. San Martino e il patrono dell’antichissimo castello di Ancaiano, uno dei luoghi più importanti del territorio comunale di Spoleto ricadente nel versante sud dell’Umbria nei pressi della stessa Valnerina. Ancaiano feudo dei nobili Ancaiani ha avuto una importanza strategica su questo versante umbro dato appunto dalla abbazia di San Pietro in Valle la quale dal 1100 a fasi interrotte, fino al XIX secolo,  fu proprietà indiscussa della nobile famiglia spoletina la quale la governo dando con una serie di Abati Commendatari. Nel 1190 l’ Abate Transarico, cedette al comune di Spoleto i castelli di LAVRENVM, BORCINVM, ROCCA SANCTI PETRI VLTRAFLVMEN, ROCCA DE SASSO….OMNESQUE FORTILITIAS QUAE NUNC HABET ABATIA. Nel 1234 papa Gregorio IX fece controllare Ancaiano dal castellano di Miranda. La festa di San Martino, come ricordano i pochi abitanti rimasti, era un momento di grande socialità, e vedeva raccogliersi attorno alla baronia tutti i fedeli anche delle frazioni Belvedere, Mezzanello, Salari. La festa iniziava all’alba al suono delle campane, per tutto il giorno si svolgevano solenni cerimonie religiose, si offrivano i dolci ai partecipanti e la sera, al palazzo dei nobili Ancaiani, nel salone si ballava. Oggi la chiesa è chiusa da una decina di anni e la ricorrenza religiosa si tiene in una stanza di fortuna appositamente allestita.

La chiesa è inagibile con impalcature e ponteggi, (nella foto) di essa e’ stata consolidata  e messa in sicurezza soltanto l’abside. L’ edificio presenta una struttura rinascimentale ad un unica navata sviluppata in altezza. Quattro altari votivi laterali un tempo abbelliti da dipinti su tela raffiguranti la Madonna di Pompei, e un altra raffigurante l’ Addolorata.  Una bella tela era posta sulla parete di fondo dell’abside raffigurante il miracolo di San Martino. Tele risalenti al XVII -XVIII secolo. Tutta la chiesa era decorata con stucchi settecenteschi. Era presente all esterno una acquasantiera, realizzata in pietra bianca e rosa con fusto ad anfora risalente del XVI secolo.  La facciata della chiesa è a capanna, portale architravato, campaniletto a vela con due fornici e campane. Accorpata all’edificio l’ antica sacrestia. Poco distante la casa parrocchiale che attualmente funge da chiesa. Il parroco officiante e quello di Ferentillo. Insomma San Martino qui un tempo era festeggiato alla grande, ma anche oggi non si e assopita la sua devozione, anche se in tono minore. Certamente vale la pena, anche il questa occasione, citare alcuni passi della  storia di questo castello dello spoletino, che tanto ha fatto parlare di sé nei secoli passati. Come detto fu feudo indiscusso della nobile famiglia Ancaiani dapprima Ghibellini e poi Guelfi. Divennero comunales di Spoleto nel 1185 dopo il passaggio del Barbarossa. Ebbero il palazzo in città e la cappella di San Benedetto. Importante per la famiglia fu Placido Ancaiani del 1473 capo dei Guelfi Spoletini  che per le sue doti è qualità fu chiamato Padre della Patria da qui  Lo stemma: un leone rampante grifato con il motto ORTVS CVM PATRIA. Molti furono gli Abati Ancaiani che governarono l’ abbazia di Ferentillo: Filippo, Berardo, Offreduccio, Placido, Ludovico, Aloysio. Carlo Ancaiani fu comandante nel 1797 dalle truppe pontificie sconfitte a Faenza dai francesi. Mario Ancaiani fu primo arcivescovo di Spoleto nel 1821.  Oltre ad Ancaiano ebbero possedimenti e il palazzo a Tenaglie. Questa in sintesi alcune tracce della famiglia. Ancaiano si contraddistingue non solo per la sua storia ma soprattutto per la sua posizione geografica immerso nella natura. L’ abitato è posto alle pendici del monte Fionchi di rimpetto a monte Solenne. Vi si accede passando per vicoletti con archi e antiche edicole con dipinti raffiguranti Madonna col Bambino (nella foto).

La torre che si erge sullo sperone roccioso, domina precipite la valle. A pianta rettangolare, tutta in pietra, oggi di proprietà privata della famiglia Coppi. La rocca, (nella foto di copertina) singolare struttura militare, presenta all’ estremità una fitta decorazione di barbacani in pietra e posto di vedetta; al centro una loggetta in ferro battuto.

Vi si accede passando per un fitto bosco. L’ ingresso, alla foresteria, e’ distinto da una porta con stipidi  in pietra dove sull’architrave e’ scolpito in uno scudo lo stemma della famiglia (nella foto). Bastioni cilindrici e angolari delimitano la rupe. La rocca è stata restaurata di recente, e’ un luogo fantastico, visitabile previa autorizzazione dei proprietari. Da quella altura si possono scorgere le frazioni di Nicciano e Loreno, a destra Belvedere Salari e Mezzanello. A Belvere si può ammirare nella chiesa alcuni votivi realizzati dalla mano di Girolamo Brunotti del XVI secolo raffiguranti la Madonna di Loreto sotto un Baldacchino e angeli e la scritta: HOC OPVS F.F. RANALDVS MORICONI PER VOTO 2 OCTOBRIS 1525; altro votivo rappresenta Santa Maria delle Grazie: QUESTA OPERA HA FACTA FARE FELICE DE SANCTVS PER GRAZIA RICEVUTA DA SANTA MARIA. Altri dipinto raffigura una Crocifissione con i Santi Bernardino da Siena, Carlo Borromeo, Antonio Abate e Francesco d’ Assisi. Ad Ancaiano appartenevano anche già da 830/1100/ 1228/  anche i castelli di San Valentino, Civitella, Ceselli, San Vito. La famiglia annovera anche alcuni Santi e Beati come Dorotea Ancaiani + 1618 Ordine delle Suore Serve di Maria ;  e Andrea Ancaiani +1622 Frate minore dell’ ordine dei Cappuccini. Si ricorda il 13 novembre insieme al Beato Costantino da Patrico (morto nel 1586).

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