FOLIGNO – Salta anche questa edizione di Febbraio, il Carnevale di Sant’Eraclio, a Foligno, ma, con molta probabilità, sarà riproposto fra giugno e agosto, e persino in notturna: a riferirlo è il presidente dell’associazione Carnevale di Sant’Eraclio, Fabio Bonifazi che si dice pronto a uscire con la magia dei carri allegorici!
“L’ultima edizione risale al 2019, quando, per un soffio – racconta Bonifazi – siamo riusciti a fare l’ultima sfilata. Poi il lockdown e il fermo dettato dalle rigide, ma dovute regole imposte dal contrasto alla pandemia. Fare oggi un Carnevale statico e contingentato non avrebbe avuto senso. Per questo, ci stiamo organizzando per l’estate, fra giugno e agosto, dopo aver verificato le date di altre manifestazioni”.
L’Associazione ha voluto in ogni caso promuovere un evento inerente al carnevale: “Abbiamo realizzato una mostra nella sala dell’ex teatro Piermarini in corso Cavour, a Foligno, che terminerà il 27 febbraio. Ci sono foto storiche del nostro carnevale e sono esposti i lavori fatti dai ragazzi con disabilità, seguiti dalle associazioni dell’Umbria. Per noi è molto importante la collaborazione con loro, ci teniamo molto. L’idea è quella di lasciare un nostro segno in questo momento di grande difficoltà e di collaborare con queste realtà così impegnate nel sociale”.
Alla realizzazione del carnevale partecipano molti volontari: “Ci sono 7 persone per ognuno dei sei gruppi, per la costruzione dell’intelaiatura in ferro, poi per l’incartatura, circa 250 persone, scaglionate nelle varie ore della giornata”.
Naighi
Storia del Carnevale più antico dell’Umbria
“Il carnevale dei ragazzi” nacque nel 1960 quando il parroco di S.Eraclio, Monsignor Luciano Raponi e altri carnevalari costituirono un apposito comitato che programmò organicamente la festa. I carri allegorici di cartapesta sono, oggi come allora, sei che e sfilano per le vie del paese accompagnati da numfabio bonifazi, giugnoerosi gruppi di maschere, giocolieri, trampolieri e mangiafuoco, oltre a gruppi isolati di maschere a soggetto satirico.
Ma la storia del carnevale risale molto addietro nel tempo. Sembra che il carnevale di S.Eraclio sia il più antico dell’ Umbria; primo non solo in ordine di tempo, ma anche per “spettacolarità e allegoria”.
Le sue origini risalgono persino al XVI secolo, nel 1542 a opera dei frati Olivetani di Mormonzone, convento ormai abbandonato nei pressi del paese, come festa di popolo goduta per la strade in contrapposizione ai “festini” dei nobili che si festeggiavano nei saloni chiusi dei palazzi aristocratici.
La manifestazione viene descritta come una sfilata di carri ornati di frasche e fiori, trainati da buoi, mentre giovani e meno giovani, ballando e cantando, accompagnano i carri o si fanno trasportare da essi suonando “pifferi e trombette”.
La sfilata venne ripetuta per molti anni fino a che, intorno al ‘600, le autorità religiose, vedendo in essa una fonte di peccato, la vietarono.
Ma ormai il Carnevale era entrato nel sangue del popolo e così si ricorda come alcuni cittadini di Sant’Eraclio furono multati di tre paoli perché, sfidando i divieti ecclesiastici, erano scesi in strada suonando “pifferi e trombette”.
Nel XVIII secolo, passata la bufera della riforma e controriforma, lo Stato Pontificio normalizza le manifestazioni carnevalesche con regole e consigli, perché oltre il fine di un puro divertimento le maschere cominciano ad assumere una funzione sociale in tempi difficili di crisi economiche fungendo da valvola di sfogo e quindi da calmiere.
In questo periodo, Sant’Eraclio viene eletto a “luogo del Carnevale” per il territorio che gravita intorno a Foligno, in quanto la Mascherata è permessa solo in questa frazione, mentre restano i divieti di scendere in strada mascherati nel resto del territorio non più per motivi morali ma per motivi di ordine pubblico.
Il Carnevale assume i connotati che le resteranno propri fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale: maschere che da sole o a gruppi fanno scherzi ad altre maschere e soprattutto agli spettatori. Nell’immediato dopoguerra, per motivi sempre di ordine pubblico, viene posto il divieto di nascondere il viso con maschere. Questo fatto toglie alla Mascherata ogni ragione di essere così che dopo due o tre anni si estingue.
Rinasce nel 1954 come sfilata di carri a opera di un gruppo di notabili: artisti, scrittori, pittori, architetti; questi costituiscono una nutrita commissione artistica, mentre il comitato esecutivo costruisce materialmente i carri, ma l’esperienza ha vita breve.
Nel 1960 il Comitato si ricostituisce sotto la sigla del “Carnevale dei Ragazzi”, dando una solida struttura organizzativa alla manifestazioni, con tanto di Statuto.
Inizialmente, i carristi, divisi nei quattro rioni del paese, costruivano i Carri Allegorici in ambienti di fortuna, poi, negli anni ’70, su terreno messo a disposizione dalla Parrocchia fu costruito, in diverse fasi, il Laboratorio dei Carri Allegorici, realizzati i sei pianali che, modificati e modernizzati, tuttora supportano le gigantesche allegorie di cartapesta. Nel 1983 nascono i primi Gruppi Mascherati che ben presto diventano l’anima del Carnevale dove i Carri ne rappresentano il corpo. Nel 1986 viene istituita “l’Osteria del Carnevale”, luogo di incontro conviviale.
Dal 2001 il “Comitato Carnevale dei Ragazzi” diventa “Associazione di Volontariato Carnevale dei Ragazzi di S.Eraclio” alias “Carnevale dei Ragazzi” e viene iscritta all’Albo delle associazioni di volontariato della Regione Umbria diventando O.N.L.U.S. di diritto.