ASSISI – La Sagra Musicale Umbra approda alla Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi per una serata all’insegna della musica sacra contemporanea: il celeberrimo coro di Stoccolma S.t Jacobs Chamber Choir diretto dal maestro Gary Graden ha dato l’ennesima prova della sua grandezza con un’esecuzione magistrale di brani estremamente complessi. La prima parte della serata è stata dedicata alla finale del Premio Francesco Siciliani, premio internazionale biennale di composizione sacra ideato dalla Fondazione Perugia Musica Classica per il prestigioso Festival musicale umbro e intitolato a Francesco Siciliani -compositore e direttore artistico della Sagra musicale umbra dal 1947 al 1992- . Giunto nel 2023 alla sesta edizione, il Concorso ha visto la partecipazione di oltre cinquanta compositori che hanno messo in musica il testo obbligatorio scelto per quest’anno, l’Agnus Dei dell’Ordinarium.
Solo tre i brani finalisti, interpretati dal coro svedese nella serata del 16 settembre: l’Agnus Dei del compositore catanese Salvo Gangi (*1974), quello del tedesco Steven Heelein (*1984) e il brano del compositore e scrittore milanese Carlo Alessandro Landini (*1954).
Alla fine dell’esecuzione il direttore artistico Enrico Bronzi ha invitato il pubblico ad esprimere la propria preferenza. La platea, composta in prevalenza da esperti musicisti, in maniera netta ha votato per Salvo Gangi che si è aggiudicato il Premio del pubblico.
Agnus Dei di Gangi è un brano ad otto voci, ampio ed articolato, ricco di cambi armonici che creano sfumature cangianti. I vari elementi compositivi sono gestiti con grande equilibrio all’interno di una solida architettura che forma una struttura compatta, capace di mantenere la tensione lungo tutto il brano e che va ad esaltare, di volta in volta, il carattere di preghiera, intima e vissuta nel silenzio della propria interiorità e quello di supplica collettiva dispiegata a Dio, di slancio verso l’Infinito.
Nonostante l’unanime apprezzamento per Gangi, il Premio Francesco Siciliani 2023 è andato a Steven Heelein votato dalla critica (giornalisti e critici musicali) e dalla giuria del Premio (formata dai compositori B. Sipus, L. Donati, R. Murakami, A. Siciliani e il direttore Graden).
Il brano di Heelein è di grande impatto, si apre con fortissimi cluster sulle parole “Agnus Dei” che vanno dalle note profonde, eseguite dalle tenebrose voci maschili a quelle acute, perfettamente intonate dalle voci sopranili del S.t Jacobs. L’estrema drammaticità della parte iniziale, che sottolinea il ruolo di Gesù Cristo come vittima sacrificale, si va poi smorzando, come in un climax discendente; le sonorità rarefatte si perdono in tempi sempre più dilatati e l’intensità va a spegnersi fino agli accordi finali del “pacem” in pianissimo in cui finalmente si placano le dissonanze.
Un brano molto interessante ma le cui soluzioni musicali mi sono sembrate a tratti poco efficaci nel rapporto col testo.
La seconda parte del concerto è stata dedicata da Graden al compositore estone Urmas Sisask.
Un omaggio di Graden ad un grande musicista al quale era legato da profonda amicizia oltre che dalla lunga collaborazione artistica. Sono stati eseguiti cinque Canti ispirati ai suoni, ai colori e alle luci del cosmo scritti da Sisask per il coro svedese lo scorso anno, scelti tra i 24 “Sacred Songs in tones of exoplanets”.
Un ricordo commovente del compositore recentemente scomparso che amava definirsi “artigiano della musica delle stelle”.