Robert Doisneau, a Bologna mostra sul "poeta fotografo" della quotidianità

BOLOGNAIl bacio per eccellenza del secolo soccorso lo ha immortalato proprio lui, Robert Doisneau:  Le baiser de l’hôtel de ville.
 

E’ una delle immagini più famose della storia della fotografia del secondo dopoguerra. La rubrica Dentro lo Stivale di Vivo Umbria, anche per esorcizzare senza sottovalutare l’emergenza Coronavirus, vi propone la mostra di Bologna dedicata a questo gigantesco artista parigino, padre e promotore della cosiddetta street photography. Da oggi infatti, 6 marzo e fino al 21 giugno 2020, lo splendido palazzo Pallavicini ospita un’importante retrospettiva dedicata a Doisneau.

Mademoiselle Anita, Paris 1951 © Atelier Robert Doisneau

Abbiamo chiesto agli organizzatori come è stata allestita la mostra, se ci sono specifiche sezioni, contributi filmati, documenti.

Be bop en cave, Saint Germain des prés 1951 © Atelier Robert Doisneau

“L’esposizione è il risultato di un ambizioso progetto del 1986 di Francine Deroudille e della sorella Annette – le figlie di Robert Doisneau – che hanno selezionato 143 immagini da 450.000 negativi, prodotti in oltre 60 anni dell’artista. Non ci sono sezioni distinte, ma un filo conduttore immaginario raccontato dai pannelli presenti in mostra che attraversa l’intera vita di Doisneau e ne raccoglie le peculiarità: il gioco, la leggerezza, la grazia, l’interesse per la fotografia di strada e la quotidianità serena, l’amore per Parigi e per l’amore stesso. E’ peculiare infatti che pur avendo vissuto i drammi della Seconda Guerra Mondiale ed essendo stato parte attiva della Resistenza Francese, non si sia mai soffermato a fotografare troppo gli orrori della Guerra, preferendo sottolineare e ricordare la bellezza e la fragilità dell’essere umano, sempre con spirito giocoso. Non sono presenti filmati”.

Street photography e “fotografia umanista”. In cosa consistono in riferimento a Doisneau?

“Ci viene in soccorso la figlia Francine. Scrive: ‘Mio padre era uno showman i suoi migliori amici erano attori, musicisti, scrittori, si sentiva bene solo con persone che sapevano inventare sogni, permettere di vedere, creare illusioni. Se ha accumulato quasi ossessivamente testimonianze sul suo ambiente immediato, sul suo tempo e i suoi contemporanei, è perché voleva soprattutto essere un falso testimone. La sua ricerca essenziale era altrove, nell’incessante cattura dei piccoli momenti di un mondo che osservò acutamente per darci un riflesso modificato di esso. Ha dato vita a una finzione presa direttamente in prestito dalla realtà, lo ha fatto con grande economia di mezzi, ci ha offerto un universo più accettabile attraverso immagini scelte tra le molte “proposizioni del caso”. Se alla fine della sua vita fu travolto da un successo che lo lasciò sbalordito e felice, non cedette mai alla vanità: Riguardo a me, ciò che non mi abbandona mai è il mio lato buffo; sono un ometto con il berretto tirato giù fino alle orecchie quando il tempo è brutto. Fin dall’inizio – prosegue Francine – aveva rifiutato l’immagine pittorica della fotografia ufficiale. Rifiutando le regole stabilite, non si è mai inchinato alle mode grafiche, distinguendosi da tutto ciò che ha identificato come sistema. Si diceva ispirato più direttamente dagli scrittori che dagli artisti figurativi. Era un narratore. La sua arte, che voleva essere più istintiva che intellettuale, voltò volontariamente le spalle a qualsiasi raffinatezza formale e permise all’imprevisto di intervenire come attore protagonista”.

Prediligeva gli scatti riferiti all’infanzia, al gioco. Perché?

L’information scolaire, Paris 1956 © Atelier Robert Doisneau

“Doisneau, sempre facendo riferimento a Francine è noto per le sue immagini semplici, giocose e ironiche, fatte di accostamenti divertenti, foto d’infanzia, di mescolanza di classi sociali e personaggi eccentrici nelle strade e nei caffè di una Parigi a lui contemporanea, presentando una visione affascinante della fragilità umana e della vita intesa come una serie di attimi quieti e contraddittori e la possibilità di ricordare e ricreare la leggerezza dell’infanzia che Doisneau non perse mai e che offriva nei suoi scatti.

Cosa pensava Doisneau dovesse restare della sua arte?

“Doisneau stesso lo ha in parte detto: “La fotografia è l’arte dell’illusione. Ciò che conta è che, condividere uno sguardo, può aiutarci a sopportare il reale. Di reincantarlo, a volte. Che ci si veda l’osservazione di una realtà malinconica o la testimonianza di un’irrefrenabile gioia di vivere è legata alla nostra storia. A ciascuno le sue lenti.

Palazzo Pallavicini sarà dunque teatro e rappresentazione dei sobborghi grigi delle periferie parigine, delle sue fabbriche di bambini solitari e dallo sguardo impertinente ma anche della guerra della Resistenza francese al nazifascismo, dello svago semplice per non dire umile di un popolo immoratlato mentreballa, mentre è al bistrot: il tutto appartenente a un mondo, come premetteva Doisneau, che “non ha nulla a che fare con la realtà, ma è infinitamente più interessante”.
La mostra è curata dall’Atelier Robert Doisneau, creato da Francine Deroudille e Annette Doisneau per conservare e rappresentare le opere del fotografo, ed è organizzata da Pallavicini s.r.l. di Chiara CampagnoliDeborah Petroni e Rubens Fogacci in collaborazione con diChroma photography.
La frase
Le meraviglie della vita quotidiana sono così eccitanti;  nessun regista può ricreare l’inaspettato che trovi per strada.  Robert Doisneau
 
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Informazioni utili per il lettori di Vivo Umbria
Tariffe

  • Intero: € 11
  • Ridotto: € 9 (dai 6 ai 18 anni non compiuti, over 65 con documento, studenti fino a 26 anni non compiuti con tesserino, militari con tesserino, guide turistiche con tesserino, giornalisti praticanti e pubblicisti con tesserino regolarmente iscritti all’Ordine, accompagnatori diversamente abili in compagnia del disabile, soci ICOM con tesserino, ITALO con biglietto avente destinazione/origine Bologna con data antecedente/successiva di massimo 3 giorni)
  • Gruppi: (minimo 10 persone): € 8
  • Scuole: € 5 (2 accompagnatori gratuiti per ogni classe)
  • Bologna Welcome Card e Card Cultura: € 7
  • Giovedì Universitario: € 7 (con tesserino c.a)
  • Gratuito: bambini sotto i 6 anni, disabili con certificato.
  • Biglietto famiglia con figli dai 6 ai 18 anni non compiuti: Genitore € 8 Minori dai 6 ai 18 anni non compiuti € 6
  • Biglietto Open: € 14 | Biglietto con prenotazione senza vincoli di orario e data valido fino a fine mostraCultura
Orari di apertura
  • Aperto da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00
  • Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì.
  • La biglietteria chiude 1h prima (ore 19.00 ultimo ingresso)

Aperture straordinarie ultimo ingresso in biglietteria ore 19.00

  • 12,13 e 25 aprile 2020 dalle 11.00 alle 20.00
  • 1 maggio 2020 dalle 11.00 alle 20.00
  • 1,2,16,17 giugno 2020 dalle 11.00 alle 20.00

Avvertenze

  • L’accesso per persone non deambulanti o disabili in carrozzina avviene esclusivamente tramite montascale cingoli Modello JollyRamp D3000010 fornito da TGR con portata fino a 140 kg (peso calcolato tra persona e carrozzina, il peso sarà riportato dal visitatore) per due rampe di scale per un totale di 38 gradini.La scheda tecnica completa è scaricabile e visionabile al seguente link http://tgr.it/it/prodotti/jolly-ramp/

 

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.