La rubrica Da vedere in tv offre lo spunto per la nostra riflessione domenicale. Per cercare di uscire dal vuoto cosmico dello spettacolo dal vivo provocato dall’uragano Covid, abbiamo visto di tutto sul web. A partire dai tentativi di grandi artisti per restare in contatto con il proprio pubblico. Esperimenti più o meno riusciti, più o meno ben fatti, più o meno graditi. Nel caso ad esempio di Claudio Bisio e Gigio Alberti le comparsate in Rete sono poi sfociate in uno spettacolo live “Ma tu sei felice?”. Caso raro.
La Rai, dunque, ha cercato di fare qualcosa di più e di meglio con Ricomincio da Rai Tre. Mettendo la cultura in prima serata, finalmente. Dal 12 dicembre ha invitato i protagonisti dello spettacolo dal vivo in un contenitore studiato e realizzato ad hoc. E i frutti si sono visti. Quattro prime serate evento, l’ultima stasera, per sostenere e dare l’opportunità di esibirsi al meglio delle possibilità anche sceniche, a realtà in particolare legate al teatro ma non solo, bloccate dal lockdown. Ne è venuta fuori, potremmo dire, una “Stagione anti-Covid” che è riuscita a coinvolgere il pubblico, tanti “big” e a offrire il palcoscenico anche al lavoro di compagnie e istituzioni. Come nel caso dello Stabile dell’Umbria.
La scorsa settimana Stefano Fresi, Carolina Balucani e Lucia Lavia hanno dato un assaggio della potenza dell’ultima produzione del Tsu “Guerra e Pace” saltata a ottobre, facendocela desiderare ancora di più. Stasera sarà di scena ancora il Tsu con un’altra produzione firmata da Liv Ferracchiati “La tragedia è finita, Platonov”.
Fino a qui tutto bene. Ora veniamo al dunque della nostra riflessione. Ciò che vorremmo facesse il servizio pubblico in questa fase è andare a cercare e promuovere anche le realtà meno conosciute ma che continuano a lavorare per far resistere il “loro” spettacolo, il loro teatro, la loro danza, la loro musica. I “big” servono per fare ascolto, ovvio. La loro capacità e potenzialità d’attrazione è necessaria ma potrebbe essere finalizzata a creare attenzione, interesse, stupore nei confronti dei tanti che sui tanti palcoscenici italiani lavorano sperimentando, scrivendo, recitando, suonando. Compresi quelli che per motivi legati all’assenza di una legislazione pertinente per via di una generazione infinita di politici che della cultura se ne frega, non hanno nemmeno avuto diritto ai ristori statali.
Pensate: un “Comincio da Rai Tre” che l’ormai rodato trio Andrea Delogu-Stefano Massini-Paolo Jannacci saprebbero presentare alla grande, visto che hanno reso il loro programma un evento culturale apprezzatissimo capace di superare i confini nazionali vedendo l’adesione, proprio stasera, di ospiti internazionali come Willem Dafoe e Ted Neeley, il Jesus Christ Superstar di più di una generazione, che ci porta a introdurre la richiesta di un piccolo “miracolo”: vedere un Ricomincio da Rai Tre come adeguato e meritato palcoscenico di tanti bravissimi artisti che si trovano nel pieno di una grande sofferenza professionale e umana. E che ci sono utili come l’aria.
Buona domenica.