TERNI – Riccardo Ciaramellari è il musicista ternano che da oltre quindici anni collabora stabilmente con Simone Cristicchi. Pianista e fisarmonicista, ci racconta della sua carriera e del rapporto profondo che lo lega all’artista che sarà questa sera al Caos con Esodo, il suo nuovo spettacolo.
Come è cominciata la tua carriera nella musica?
Sono nato in mezzo ai pianoforti, grazie a mio padre Ennio che fa l’accordatore e lavorava da Pileri. Ho studiato privatamente prima col Maestro Trevisan e poi con Fabiani, ho fatto anche il conservatorio ma non l’ho finito perché ho iniziato a lavorare. Prima nelle balere, quelle vere, poi con il piano bar, ma a alti livelli. Suonavo a Montecitorio, al circolo dopo lavoro dell’Acqua Acetosa, che era gestito da Giampiero Ingrassia, davanti ai politici, e poi a Madonna di Campiglio. La svolta è arrivata con il mio gruppo, i Pericolo Generico, con cui arrivammo finalisti al Premio Fare Musica. In giuria c’era Eugenio Finardi con cui diventammo amici e ci presentò al produttore Angelo Carrara. Abbiamo realizzato un QDisc e dovevamo collaborare con I Ligabue, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90, poi però ci siamo divisi e abbiamo preso strade diverse. Io ho cominciato a andare in tour – con la Bertè, Tozzi, i Pooh, Gatto Panceri – ho lavorato anche alla Corrida con il Maestro Pregadio.
Quando hai conosciuto Simone Cristicchi?
Era il 2004 e serviva una persona che suonasse sia il piano che la fisarmonica. Non abbiamo fatto neanche una prova: è stato amore a prima vista. Con Simone ci lega un rapporto di profondo rispetto. C’è grande sintonia, i testi e i temi che tratta li conosco alla perfezione. Lui è un artista trasversale, una persona estremamente intelligente: studia, legge, confabula, ascolta tantissimo e io sostengo ciò che lui esprime. Gli do la priorità assoluta perché con lui mi sento centrato.
Quindi dobbiamo a te il bellissimo legame con l’Umbria?
Sì, lo dico senza presunzione. L’ho portato a conoscere le radici e le persone di questi luoghi e anche la buona cucina – il pampepato, il Viparo, la carne buona – che apprezza molto.
Ci racconti un aneddoto?
Ce ne sarebbero tanti, le tournée dopo San Remo sono sempre divertenti. C’è stata una volta, eravamo nel cosentino, sulla costa ionica. Simone scimmiottava Gigi D’Alessio e c’era ilarità tra il pubblico. In un momento di silenzio si alza un urlo che lo apostrofa – Cristicchio! – era un fan di Gigi D’Alessio. Scese il gelo.
E lo spettacolo di domani?
È un’evoluzione dello spettacolo precedente “Mio nonno è morto in guerra” che ha avuto una tournée di tre anni. Domani sarà in prima fila.
Progetti per il futuro?
Spero che con Simone non finirà mai e sto anche lavorando a alcune mie produzioni con musicisti locali, insieme a Valter Vincenti, amico e collega da una vita.
Sara Costanzi