Scoprire il musicista all’interno di un concerto circa 7 anni fa (era il 28 agosto 2017), avvicinarlo e complimentarsi con lui neppure maggiorenne e ritrovarlo nel giro di pochi di giorni direttore di un progetto (la PBB Lab), suonare con la Perugia Big Band e vederlo a distanza di pochi giorni con il suo quartetto presentare l’album fresco di stampa.
Non è facile che accada, ma è successo con il giovane trombettista, classe 1999, Riccardo Catria.
In quel contesto nel 2017 era tra i musicisti pur non comparendo nella locandina del concerto.
Era inserito all’interno degli eventi collaterali alla mostra “L’immagine del suono”, ed alla fine dell’esibizione (Mingus Project), fu un piacere scambiare due chiacchiere perché la liricità del suono della tromba di questo ragazzo aveva stupito l’estensore di queste righe.
In seguito Riccardo ha bruciato le tappe e giusto per citare qualcosa: nel 2021 è stato finalista e vincitore del Premio del pubblico al Concorso internazionale “Premio Massimo Urbani” e finalista alla terza edizione del Premio “Tomorrow’s Jazz” by Veneto Jazz come membro del gruppo Mix Tape.
Nel 2022 e 2023 finalista al Concorso internazionale di Arrangiamento e Composizione di Barga Jazz Festival nella sezione arrangiamento delle musiche di John Surman.
Dal 2017 è nella P- Funking Band con cui ha partecipato a festival come: Fano jazz, Alba Jazz, Milano Jazz, Torino Jazz, Bergamo Jazz, PassioneItalia (Madrid); dal 2018 lavora attivamente sia in veste di musicista che di arrangiatore con la PBB (Perugia Big Band) diretta dal maestro Massimo Morganti.
Ha arrangiato parte del disco “The Italian Songbook”, uscito qualche settimana fa di cui s’è già parlato in queste pagine (https://www.vivoumbria.it/il-cielo-di-san-lorenzo-fa-brillare-le-stelle-del-jazz-umbro/).
Già la notte di San Lorenzo ha mostrato sicurezza nella direzione della PBB Lab, che ha preceduto il concerto dei 50 anni della Perugia Big Band.
La performance è iniziata con Strasbourg / St. Denis – tratto dall’album “Earfood” del 2008 di Roy Hargrove – e proseguita tra l’altro con The look of love di Burt Bacharach e The Pink Panther di Henry Mancini; poi durante il concerto della Big Band hanno ben figurato i suoi arrangiamenti e soli nei brani E poi di Giorgia, L’appuntamento di Ornella Vanoni e soprattutto di A me me piace o’ blues di Pino Daniele.
Domenica 13 agosto durante l’Agosto Torgianese – a proposito I Vinarelli quest’anno danno l’appuntamento per il 21 agosto – si è esibito alla guida di un quartetto con Alessandro Bossi al basso elettrico, Daniele Del Gobbo alle tastiere ed Alessandro Nitti alla batteria.
Un folto ed attento pubblico ha seguito la sua esibizione – inserita nel trittico di serate “Jazz sotto le stelle” curate dal Direttore Artistico Alberto Mommi – aperta e chiusa omaggiando ancora quello che rappresenta il suo punto di riferimento, il grande trombettista Roy Hargrove, prematuramente scomparso quasi 5 anni fa.
Con Hardgroove dall’album omonimo del 2003 della The RH Factor s’è dato il via al concerto mentre Mr. Roy – a firma del giovane trombettista umbro – ha posto fine alla serata.
Nel mezzo tanta buona musica proveniente dal recente album Mantra’s dance, che contiene oltre al brano appena citato, tutte composizioni personali come Acchiappasogni o Metempsicosi, con l’esclusione di Kind Folk del trombettista canadese Kenny Wheeler.
Nel disco – il cui ascolto è caldamente consigliato – accompagnano Catria Alessandro Bossi al basso elettrico, Lorenzo Francioli al piano e Nicola Pitassio alla batteria.
E se nelle note di copertina hanno espresso parole di elogio per il giovane musicista il direttore della Perugia Big Band Massimo Morganti e addirittura Paolo Fresu vuol dire che il suo nome lo ricorderemo a lungo.