PERUGIA – Un impulso importante per un nuovo modo di guardare alle Stem, acronimo che sta a significare discipline di carattere scientifico (science, technology, engineering e mathematics) viene dall’inaugurazione avvenuta stamani a Perugia del Planetario Ignazio Danti dell’Istituto tecnico tecnologico statale ‘Alessandro Volta’ che torna alla scuola e alla città dopo un importante lavoro di ristrutturazione e ammodernamento.
Nasce così, di fatto, il Volta SpaceLab, “uno spazio – ha dichiarato la dirigente dell’Itts Volta Fabiana Cruciani – che permetterà di studiare le Stem in maniera originale, creativa e attenta ai problemi della contemporaneità. Uno spazio che abbiamo rinnovato grazie ai fondi del Pnrr che ci ha permesso di reinterpretare in qualche modo lo spirito del planetario. Un luogo in cui riusciranno a dialogare saperi tecnologici, scientifici e umanistici in una visione del mondo che pone l’umano al centro del dialogo educativo e culturale”. Il progetto è stato infatti realizzato grazie ai fondi Pnrr del Next Generation Lab stanziati dal Mim e al progetto Cupola Stem, approvato dal Mur nel 2021, per un investimento complessivo di 210mila euro.
Al taglio del nastro, nella Giornata nazionale dello spazio, lunedì 16 dicembre, insieme alla dirigente Cruciani, erano presenti Leonardo Alfonsi, responsabile del Planetario, Francesca Tizi, assessora a istruzione ed edilizia scolastica del Comune di Perugia, Roberto Rettori, delegato del rettore dell’Università degli Studi di Perugia, e Patrizia Cenci, direttrice della sezione di Perugia dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
“Il planetario – ha commentato il professor Alfonsi – si presenta con una nuova veste. Oggi nasce il Volta SpaceLab, un laboratorio interdisciplinare, una piccola perla che si aggiunge al patrimonio culturale del territorio. L’obiettivo è quello di continuare a esplorare il cielo, lasciarsi meravigliare dai misteri che ancora non sappiamo risolvere ma soprattutto riguadagnare un nuovo punto di vista sul nostro Pianeta. Per farlo abbiamo dotato il planetario di un nuovo proiettore digitale in una cupola di otto metri che ospita 54 posti. Abbiamo anche realizzato un laboratorio interattivo che può essere sala conferenze, sala espositiva oppure spazio per esperimenti che riguardano le materie scientifiche. È un luogo nel quale i ragazzi e le ragazze di tutte le scuole possono creare contenuti e condividerli con la cittadinanza, un atto di responsabilità sociale che può far diventare il planetario una palestra di crescita”. Le attività previste al Volta SpaceLab comprendono esperienze di robotica e programmazione, laboratori interattivi, strumentazione digitale con un approccio interdisciplinare.
Collegate da remoto, hanno partecipato all’evento anche Elisabetta Mughini, dirigente di ricerca di Indire, e Rosy Russo, fondatrice del Manifesto della comunicazione non ostile. In questa occasione è stato infatti firmato il Manifesto della comunicazione non ostile della Scienza. “Il 16 dicembre 2021 – ha ricordato la dirigente Cruciani – la sede di Olmo veniva inaugurata con la firma del Manifesto della comunicazione non ostile, oggi sanciremo questo legame con questa nuova firma a tre anni di distanza, ribadendo gli stessi valori che il Volta vuole portare avanti per la scuola e per la cittadinanza”. “La scuola – ha aggiunto l’assessore Tizi – riapre questo planetario che è una ricchezza per tutti i cittadini. Ogni centesimo che si vuole investire nell’istruzione è un centesimo ben speso perché è un investimento per il nostro futuro e per i nostri giovani”. “Questo tipo di struttura – ha concluso il professor Rettori –, fiore all’occhiello della nostra città è una palestra per i giovani, al fine di colloquiare facilmente con le materie scientifiche anche molto complesse. Le tecnologie adottate nel planetario sono di ultima generazione per cui credo che sia il modo migliore per divulgare la scienza e per fare in modo che in un orientamento scolastico verso gli studi universitari le materie scientifiche siano sempre più scelte dai ragazzi perché rendono il futuro migliore”. Durante l’inaugurazione gli studenti hanno ricordato, con una simulazione, il lancio del primo satellite italiano nello spazio San Marco1 e rappresentato l’orbita satellitare con dei minirobot che hanno ideato.