Revolution, a Terni il mito diventa messaggio di speranza al femminile per la salvaguardia della natura e della bellezza

TERNI – In una traversa di Corso Tacito, a Terni, appena giri l’angolo per piazza del Mercato, sotto il portico, sulla sinistra, appare un capolavoro di arte che merita di essere ammirato e apprezzato: due volti mitologici di antiche divinità e un uccello. Ma andiamo a scoprire il significato di queste immagini, i simboli, il colore.
REVOLUTION“, così è denominata questa opera carica di simbolismo che mescola la tradizione, attraverso la rappresentazione di antiche statue, al futuro, con vegetazione traboccante chiamata a impossessarsi dei nostri spazi. Questo affresco mette in risalto due figure emblematiche della mitologia romana. MINERVA dea dell’arte e della vittoria guerriera,  DIANA della Natura. Questi due simboli, propri anche della nostra classicità, che rappresentano il potere femminile si trovano immersi i un universo lussureggiante che riflette la speranza di una rivoluzione ecologica e di un ambiente migliore. L’uso di una sfumatura di colore in un periodo travagliato da problematiche profonde svolge un ruolo di transizione tra i diversi periodi della nostra storia passata, presente e futura.
REVOLUTION firma un messaggio di speranza per le lotte femministe e ambientaliste ritraendo la bellezza di un risultato in armonia con la tradizione. Quindi , senza dubbio, buona l’impostazione dell’opera, sia nelle immagini figurate sia nel colore. I volti ritraggono e rispecchiano la realtà attuale, giustamente espressa nel cartiglio descrittivo. Il colore, a volte tenue a volte marcato, accentua le linee e i volumi del volti espressi in modalità perfetta. Il volo dell’uccello rapace, tra il fogliame, sembra esprimere il messaggio narrato con profonda dovizia, richiamando miti e leggende lontane, ma sempre vicine e naturalmente nostre. Da ammirare!
Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.