TERNI – Diego Zurli su Vivo Umbra ha raccontato e descritto in maniera puntuale, competente e con la passione di chi ne è stato parte umanamente e professionalmente, la storia del Centro direzionale di Fontivegge di Perugia, rivendicando l’assoluta valenza che l’opera di Aldo Rossi riveste per l’architettura contemporanea. Zurli sottolineava anche come, proprio in relazione a questo, Il Centro direzionale non venga opportunamente considerato dalla città e dai perugini. Interrogandosi e spiegando anche i probabili perché.
Vicenda per molto versi analoga arriva oggi da Terni e riguarda “Il Villaggio Matteotti “di Terni (nella foto di copertina). Se ne è parlato in Consiglio comunale. Michele Rossi di Terni Civica, Doriana Musacchi (misto) e Lucia Dominici (Fi) hanno chiesto di considerare l’opportunità di recuperare e rivitalizzare questa testimonianza delle avanguardie architettoniche italiane, più volte studiato come emblema della modernità e come esempio raro di architettura partecipata. E’ sui migliori libri di Architettura, è statao anche sottolineato, e da qui l’atto di indirizzo proposto all’assemblea.
“Progettato più di 50 anni fa da Giancarlo De Carlo su incarico della Società Terni, con lo scopo di creare un nuovo villaggio per i suoi operai, il nuovo villaggio – ha spiegato Michele Rossi – andò in parte a sostituire quello ormai vecchio e piccolo conosciuto come villaggio Italo Balbo. Gli alloggi furono costruiti tramite un processo partecipativo, unico in Italia. Questo processo prevedeva il coinvolgimento delle famiglie degli operai con l’intento di capire quali fossero le esigenze dei futuri abitanti.
Tutto questo tramite riunioni, interviste, dibattiti e mostre. Emersero in particolare le esigenze di spazi pubblici e privati, di luoghi per la vita sociale e la separazione del passaggio di veicoli e pedoni. Purtroppo è rimasto incompleto a causa dell’onerosità dei lavori ed ad oggi gli esistenti spazi comuni sono inutilizzati.
Per tutti questi motivi ho ritenuto giusto richiamare l’attenzione sul futuro e sulle politiche di rivitalizzazione. Occorre recuperare i locali abbandonati – quelli degli ex asilo e supermercato, di proprietà di società del ministero del Tesoro – coinvolgere istituzioni e privati per un loro possibile riutilizzo. Il costruito necessita di riqualificazione e di reintegro delle parti compromesse o deteriorate. Inoltre si deve provare a coinvolgere le facoltà di Architettura delle università italiane e non solo nell’organizzazione di giornate di studio ed approfondimento.
Quello che questa amministrazione può fare fin da subito è diffondere attraverso i propri canali promozionali e turistici l’importanza e l’esempio dell’esperienza di architettura partecipativa del nuovo Villaggio Matteotti“.