PERUGIA – Nonostante il meteo abbia fatto segnare un innalzamento della colonnina di mercurio con una temperatura piacevole per tutta la giornata di martedì, lo strascico della serata precedente con il pubblico di George Benson semi-intirizzito si è prolungato anche su Chick Corea che, benché offrisse al pubblico dell’arena il suo nuovo ottetto “The Spanish Heart Band”, con un cuore tutto latino, non è andato oltre i circa duemila spettatori, tanti quanti erano previsti per ieri sera per il tributo ai Pink Floyd ad opera di Nick Mason. La lieve flessione della parte centrale di Umbria Jazz del resto era nell’aria e fa parte integrante della fisiologia del festival. Man mano che si avvicina il secondo fine settimana i numeri si ingrosseranno progressivamente, con il sold out annunciato dei King Crimson (cinquemila posti a sedere); e con quello prossimo di Thom Yorke con posti in piedi all’arena. Intanto dalla Galleria nazionale dell’Umbria arrivano novità sostanziali e una riflessione sulla tipologia dell’utente che coniuga l’ascolto del jazz alla fruizione dell’arte, sia essa classica che contemporanea, di questi ultimi 10-15 anni. L’utente del jazz sembra essere diventato molto più sensibile e ricettivo alla bellezza delle arti. Lo dimostrano i dati di afflusso alla Gnu in questi primi cinque giorni di festival. E’ lo stesso direttore Marco Pierini a fornirci i dati di afflusso che nei giorni dei concerti nel doppio turno quotidiano sono drasticamente aumentati rispetto alla media. La Sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria ha una capienza per 170 persone che in questi giorni era a ranghi completi. Raddoppiando il numero per due, dati i concerti di mezzogiorno e delle 15,30, ha un totale giornaliero di 340 spettatori. Di questi 340 complessivi, domenica scorsa hanno fatto ingresso alla Gnu 185 e lunedì 189: si è abbondantemente superata la metà, magari anche approfittando delle riduzioni del 50%. Soltanto nella giornata di lunedì sono stati 420 gli ingressi in Galleria, ai quali vanno sommati i 189 provenienti dai concerti che, a loro volta, vanno sommati alle 395 persone che hanno partecipato all’evento con Dori Ghezzi dedicato a Fabrizio De André. In totale dunque ieri sono state superate abbondantemente le mille persone. Insomma se l’edizione 2019 di Umbria Jazz passerà alla storia come l’edizione dei record, il ragionamento basato sui numeri vale anche per la Galleria nazionale dell’Umbria. Che a tre anni di distanza dal nuovo corso che ristabilisce ponti tra arte e jazz, può ritenere l’esperimento pienamente riuscito. Il popolo che affolla le vie del centro storico e corso Vannucci non rinuncia inoltre ai souvenir e ai gadget: dallo stand centrale del merchandising confermano e se i giubbotti anti-pioggia con il marchio di Umbria jazz sono ieri, giornata di pioggia intensa, andati a ruba sino all’esaurimento, la più classica delle t-shirt marchiate Uj, ma anche quelle vintage, rappresentano lo zoccolo duro delle vendite. Successo indiscusso anche per le borracce di alluminio che mantengono fresco il contenuto. In generale – dicono soddisfatti dallo stand – tutto quello che è marchiato Umbria Jazz, rappresenta un ottima occasione di affari.