Di metaverso se ne parla ormai da diversi mesi, tra curiosità e scetticismo in merito alle reali potenzialità di una tecnologia che promette di rivoluzionare le nostre vite. L’idea di esplorare mondi virtuali viene infatti vista in maniera molto differente da fautori e detrattori, pronti a scommettere sul successo o viceversa sul fallimento di questa evoluzione della realtà virtuale: in mezzo, i tanti esperimenti che in questi mesi stanno mostrando cosa realmente potrà accadere in questo universo parallelo, come quello del comune di Orvieto, primo in Italia a sbarcare proprio nel metaverso.
Il metaverso: cos’è e come funziona
Il concetto di metaverso è stato ampiamente discusso in questi mesi sia online che sui media tradizionali, ma può essere utile fare un breve ripasso di cosa si stia parlando. Il termine “metaverso” identifica in sostanza un mondo virtuale in cui le persone possono incontrarsi, interagire e creare cose insieme, proprio come nel mondo reale, ma utilizzando dispositivi digitali come computer od occhiali intelligenti.
Nel metaverso è possibile creare un avatar, una rappresentazione digitale di se stessi, e muoversi in un ambiente virtuale in maniera immersiva e realistica, condividendo gli spazi con altri avatar, comunicando con loro attraverso chat vocali o scritte e facendo attività insieme come esplorare, giocare o lavorare. In questo senso è possibile guardare a tale sistema proprio come a un’evoluzione delle tecnologie VR e AR: queste ultime, infatti, già ampiamente utilizzate in ambiti come quello del turismo o del gaming, nel quale per esempio i casino digitali sono stati tra i primi a permettere l’accesso a sale virtuali per il gioco del poker e di altri svaghi perfettamente ricostruite e in grado di riprodurre le emozioni dei corrispettivi fisici, nel metaverso sono alla base della creazione di veri e propri mondi interconnessi tra loro e in continua comunicazione.
Metaverso e turismo: quali opportunità
Il metaverso viene considerato oggi come una delle opzioni più interessanti per migliorare i servizi ai cittadini ma anche per attrarre turisti, tant’è che già numerose città in tutto il mondo stanno investendo in tal senso. L’idea di fondo è quella di sfruttare il mondo virtuale per ricreare i luoghi di maggior interesse e di consentire un’esplorazione pienamente realistica anche a coloro che si trovano a migliaia di km di distanza, trasformando così il concetto di viaggio in qualcosa di più accessibile.
Sebbene l’esperienza fisica non possa essere del tutto paragonata a quella digitale, le opportunità offerte dal metaverso in ambito turistico sono numerose: basti pensare alla possibilità di promuovere i territori in maniera più efficace, di avvicinare domanda e offerta e di creare valore sia per i consumatori che per gli stessi operatori del settore, con iniziative ad hoc che mettono in sinergia tutti i soggetti interessati. Qualcosa di molto interessante sta avvenendo proprio in Umbria, con il progetto del comune di Orvieto finalizzato a portare il meraviglioso centro storico nel metaverso.
Orvieto sbarca nel metaverso
Grazie all’intuizione dell’amministrazione comunale e all’attività di sviluppo della startup DWorld, Orvieto è il primo comune italiano a sbarcare nel metaverso. Il progetto, realizzato sinergicamente con forze pubbliche e private, opera su più fronti portando in un unico ecosistema digitale sia l’offerta culturale e artistica della cittadina umbra che contenuti informativi e servizi di pubblica utilità, allo scopo di offrire un’esperienza di qualità sia ai residenti che a tutti coloro che sono interessati all’aspetto turistico.
Utilizzando degli appositi visori 3D e altre tecnologie come app mobili e QR code, è in pratica possibile esplorare Orvieto da diverse prospettive, per esempio sorvolando il centro storico oppure accedendo a stanze virtuali in cui sono presenti musei e mostre, il tutto vivendo un’esperienza multisensoriale e di grande coinvolgimento. Mirando a una piena valorizzazione territoriale, l’iniziativa non trascura anche altri ambiti come quello enogastronomico e sfrutta la gamification, ossia l’applicazione di elementi e meccaniche tipiche dei giochi in contesti non ludici, per creare interazione e dare vita a una vera e propria “cittadinanza” virtuale, con tanto di carta d’identità in tecnologia NFT.
Orvieto, con la sua storia millenaria, sbarca dunque in un contesto ipertecnologico e in piena espansione, dimostrando ancora una volta che non sempre la tecnologia è nemica della storia e della cultura, ma che anzi i due mondi possono cooperare proficuamente per il bene comune.