MONTONE – La Rocca di Braccio, simbolo della potenza del grande capitano di ventura Braccio Fortebraccio, morto in battaglia esattamente 600 anni fa, si erge nel punto più alto di Montone e, nonostante la distruzione ordinata da Papa Sisto IV nel 1478, conserva elementi architettonici che ne ricordano l’antica gloria. Un luogo di mirabile fascino artistico, testimonianza del fasto montonese, che offre un panorama mozzafiato sull’Alta Valle del Tevere e che, grazie ad un’ottima acustica naturale, è stato teatro, in questi giorni, della tradizionale Rassegna Bandistica organizzata dalla Società Filarmonica Braccio Fortebraccio. Giunto alla XXXIX edizione, il celebre evento musicale si è svolto in 5 serate con altrettante orchestre di fiati: 4 bande umbre e una marchigiana.
Entrando nello specifico del programma, la prima a calcare il palco della Rocca, mercoledì 26 giugno, è stata la Banda cittadina di Umbertide, diretta da Galliano Cerrini, che ha proposto arrangiamenti di canzoni pop e rock italiane e straniere, da De André al gruppo svedese anni ‘80 Europe. Giovedi 27 è stata la volta della Banda Città di Gualdo Tadino, diretta da Angelo Arnesano, con rielaborazioni di celebri colonne sonore di Morricone e J. Williams e omaggi alla musica italiana di Carosone, Morandi e Raffaella Carrà. La rassegna è proseguita venerdì 28 con la Banda di Gubbio, che, guidata da Andrea Angeloni, ha offerto un ricco repertorio: brani originali per banda come The awakening di B. Appermont, musica leggera e un arrangiamento di celebri arie di Giacomo Puccini, del quale quest’anno si celebrano i 100 anni dalla morte. La serata di sabato 29 è stata dedicata agli ospiti da fuori regione: la Banda cittadina di Appignano (MC) ha entusiasmato il pubblico con un concerto di grande livello artistico, sia per la scelta del repertorio che per l’interpretazione curata dal direttore Mirco Barani. Di particolare rilievo l’elaborazione della musica tratta dal musical di Bernstein “West side story” e il celeberrimo e simpaticissimo brano del 1950 Typewriter, in cui il solista suona una macchina da scrivere. A chiudere la rassegna, domenica 30 giugno, la banda del paese, la Filarmonica Braccio Fortebraccio di Montone, diretta da Filippo Salemmi. Per l’occasione, insieme alla compagine orchestrale, si sono esibite anche la Junior band, splendida realtà musicale nata da un paio d’anni, composta da circa 25 giovani allievi della scuola di formazione bandistica, e la Corale Braccio Fortebraccio, intervenuta nei brani d’opera tratti da “Ernani” e “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi. Un programma vario e accattivante, preparato con perizia dal M° Salemmi e dal direttore del coro Francesco Fulvi, che ha conquistato il caloroso pubblico montonese.
A conclusione della rassegna abbiamo incontrato Marco Formica, sassofonista e vicepresidente della Società Filarmonica Braccio Fortebraccio.
Una rassegna dalla lunga storia, che ogni anno riscuote tanto successo.
Sì, siamo arrivati alla XXXIX edizione, un bel traguardo, frutto dell’impegno di tanti montonesi che si adoperano per la riuscita dell’evento. Ogni anno sono coinvolte 5 bande, delle quali una viene da fuori regione. Prima del covid venivano anche bande estere, dalla Svizzera e dall’Austria. Questo ci ha permesso di esibirci nei loro festival nel momento in cui hanno ricambiato l’invito. Ora ci troviamo in una situazione diversa, con grandi difficoltà economiche: organizzare la rassegna e altre iniziative bandistiche è sempre più dispendioso e noi possiamo contare solo sul contributo del Comune (che ringraziamo per la disponibilità e il supporto). Nei piccoli contesti paesani, come Montone, la banda è una risorsa preziosa, dal valore sociale e culturale elevatissimo, e proprio per questo le attività andrebbero incentivate e valorizzate dai vari enti preposti. Invece manca, da parte delle istituzioni, la sensibilità o l’interesse ad aiutare realtà culturali che contribuiscono in modo determinante a migliorare la qualità della vita del paese. Per ospitare gli amici di Appignano ci siamo affidati al volontariato dei nostri concittadini, che hanno speso tempo e denaro per accoglierli nel migliore dei modi.
Nel 2025 ci sarà il quarantennale della Rassegna
E non solo! Saranno anche i 175 anni dalla fondazione della banda, attiva ininterrottamente dal 1850. Non si è fermata durante le guerre e, grazie alla generosità del nostro presidente Paolo Rondoni, che ha comprato un grande stabile come nuova sede, non si è fermata durante la pandemia, nel periodo di forti limitazioni imposte dalle misure anticontagio.
Avete già pianificato i festeggiamenti?
Stiamo elaborando un programma per l’occasione, l’idea più concreta è di invitare una o due bande militari. Ci sono anche altri progetti in cantiere, ma dobbiamo verificarne l’attuabilità. Comunque, faremo di tutto per celebrare al meglio la nostra banda che vanta una storia così lunga, pregevole e bella.