CITTA’ DI CASTELLO – Raffaello e Signorelli “vis à vis”. Nella realtà storica non si sono mai incontrati ma da sabato 30 ottobre saranno simbolicamente nella stessa stanza. Raffaello con lo Stendardo della santissima Trinità e Signorelli con il Martirio di San Sebastiano nella mostra “Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo”, ospitata dalla Pinacoteca Comunale di Città di Castello dal 30 ottobre al 9 gennaio. L’allestimento, che diventerà permanente, propone le due opere in una sala dedicata e un nuovo percorso del Museo che d’ora in poi sarà accessibile dall’ingresso monumentale originario, introdotto da un bel portale cinquecentesco che si affaccia sulla recuperata Piazza delle tabacchine, offrendo al visitatore l’esperienza della facciata a graffiti su disegno del Vasari e di camminare in un vero giardino rinascimentale all’italiana.
La mostra, promossa dal Comitato regionale umbro per le celebrazioni raffaellesche Guarda Raffaello, è stata approvata dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio e gode di un contributo pubblico statale erogato dal Ministero della Cultura (MiC).
Curata da Marica Mercalli, già Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e ora Direttore Generale per la Sicurezza del Patrimonio culturale del MiC, e da Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia, vuole ricostruire le esperienze che il giovanissimo pittore poté vivere in un ambiente ricco di stimoli e denso di passati trascorsi culturali legati al soggiorno di Luca Signorelli in città.
Nell’anteprima per la stampa, che ha rivelato l’allestimento del piano nobile, dove la mostra si snoda in diverse sale, il sindaco di Città di Castello Luca Secondi ha ripercorso la storia della mostra, che nasce prima della pandemia e faticosamente resiste a mesi di lockdown e di stop agli eventi. “Anche se è stata molto dura tenere insieme l’organizzazione di una mostra di queste proporzioni con prestiti internazionali, intervento di restauro, riallestimento del museo concomitanti, l’Amministrazione comunale ha sempre creduto nelle potenzialità culturali e di promozione della città di questo evento e se oggi siamo qui è grazie alla determinazione del mio predecessore Luciano Bacchetta, e degli assessori alla Cultura che si sono avvicendati negli ultimi anni Michele Bettarelli e Vincenzo Tofanelli. Invito tutti a visitare la mostra per il valore del progetto messo a punto dalle due curatrici Laura Teza e Marica Mercalli e a scoprire il nuovo assetto della Pinacoteca. E’ importante oggi la presenza della dirigente Cultura della Regione Umbria Antonella Pinna perché il museo è un valore per il territorio e per la Regione Umbria, di cui rappresentiamo come città il passato rinascimentale. Nel museo in questi mesi saranno ospitate opere di primaria importanza per la storia dell’arte e non solo di Raffaello: voglio ringraziare il tenente Colonnello Guido Barbieri, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dell’Umbria per l’attenzione dimostrata verso il nostro evento”, ha concluso Secondi. All’incontro di anteprima con la stampa ha partecipato anche l’ex sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta.
La mostra si avvale di un comitato scientifico di livello internazionale che raccoglie i migliori studiosi nel campo degli studi perugineschi e raffaelleschi, che hanno lavorato attivamente al progetto e partecipato al catalogo scientifico edito da Silvana Editoriale in cui sono confluiti gli inediti, eccellenti risultati scientifici del lavoro.
La mostra svela anche le molte citazioni dirette ed indirette che si ritrovano nelle opere successive di Raffaello: in particolare nei disegni di Oxford, presenti in esposizione, emergono i suoi studi sul balestriere del Martirio di Signorelli. Inoltre un laboratorio permanente, curato dalla Bottega tifernate di Stefano e Francesca Lazzari, permetterà di seguire come fu dipinto lo Sposalizio, di cui vengono riproposte le copie più famose.
“La mostra – ha spiegato Laura Teza, curatrice insieme a Marica Mercalli – vuole ripercorrere in modo chiaro e percepibile al grande pubblico la ricchezza della sua velocissima, straordinaria educazione. Pochi sanno, se non gli addetti ai lavori, che Raffaello debuttò a Città di Castello. Infatti nel dicembre del 1500 il giovanissimo pittore firma il suo primo contratto con Andrea Baronci per l’Incoronazione di San Nicola da Tolentino in Sant’Agostino, una grande tavola di quasi quattro metri di altezza. Ha solo diciassette anni ma viene chiamato magister Rafel, cioè è un maestro autonomo con bottega e doveva pagare le tasse. Firma insieme ad Evangelista da Piandimeleto, uno storico aiutante di suo padre, Giovanni Santi, anch’egli pittore e scenografo e colto letterato. La prima parte della mostra si concentrerà sull’analisi del percorso della sua formazione, difficile da ricostruire ma sicuramente maturata nell’ambito della bottega di Perugino, il meglio maestro d’Italia, secondo la definizione del banchiere Agostino Chigi. Secondo il racconto di Vasari il padre Giovanni ce lo accompagnò poco prima di morire, nel 1494, consapevole della straordinarietà del talento del figlio. Un continuo addestramento nella bottega di Perugino, soprattutto nel campo del disegno, e la solida cultura del padre riuscirono ben presto a fornire al giovanissimo urbinate i mezzi per spiccare il volo da solo”.
La grande tavola con l’Incoronazione di san Nicola da Tolentino, danneggiata nel terremoto del 1789 e da allora dispersa in frammenti, è ricostruita in mostra nei suoi pezzi principali: l’Eterno e la Vergine del Museo Nazionale di Capodimonte, restaurati ad hoc grazie ad un finanziamento del Comune di Città di Castello, e la splendida testa di Angelo di Brescia, dal morbido, suadente stile peruginesco. Importante si è rivelata l’unica copia finora conosciuta della tavola, quella realizzata da Ermenegildo Costantini (1791), presente in Pinacoteca. Si tratta di una copia parziale ma che ha giocato un ruolo fondamentale nella ricostruzione della grande tavola. In occasione della mostra, oltre all’esposizione dei tre frammenti, verrà presentata una ricostruzione virtuale della pala che ne ripropone la fisionomia complessiva, la sua interazione con alcuni disegni di Raffaello elaborati nel corso della sua preparazione, e la struttura raffinata del suo invaso architettonico studiata per la prima volta da Francesco Paolo di Teodoro e Filippo Camerota, del comitato scientifico della mostra. Questa installazione virtuale, inedita e a colori, entrerà a far parte in maniera definitiva del percorso di visita permanente della Pinacoteca.
Il cuore della mostra sarà rappresentato dal Gonfalone a doppia faccia di Raffaello, unica sua opera mobile rimasta in Umbria, proveniente dalla Confraternita della Santissima Trinità di Città di Castello ed ora conservato in Pinacoteca. Rappresenta appunto la Trinità e l’insolito tema della Creazione di Eva, temi molto cari a sant’Agostino e che quindi fanno pensare ad un ruolo attivo di quest’ordine nel favorire il debutto del giovanissimo urbinate. Il gonfalone per l’occasione è stato sottoposto ad uno straordinario restauro di reintegrazione estetica direttamente sorvegliato dall’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) di Roma, utile a riequilibrare coloristicamente le estese lacune della sua pellicola pittorica.
Il Gonfalone testimonia il processo graduale di maturazione del linguaggio di Raffaello dal suo e il confronto diretto con Luca Signorelli, e in particolare con il suo Martirio di San Sebastiano, conservato nella stessa Pinacoteca a pian terreno e da poco oggetto di un importante restauro. I due dipinti, gonfalone e Martirio, d’ora in poi verranno mostrati fianco a fianco, nella stessa sala, a testimonianza dello sguardo di Raffaello che li ha legati insieme per sempre. Il giovanissimo pittore, sempre a caccia di nuovi stimoli che traduceva rapidamente su carta, schizza infatti in un disegno ora a Oxford, l’arciere di spalle tratto dal Martirio di Signorelli a fianco della figura del Dio creatore di Eva che sta studiando per il suo gonfalone della Trinità.
Un altro evento speciale caratterizzerà lo svolgimento della mostra. In occasione della sua apertura, si darà inizio alla pittura dello Sposalizio della Vergine realizzata dal maestro Stefano Lazzari della Bottega Tifernate, titolare assieme alla sorella Francesca e al padre Romolo. Giorno dopo giorno il dipinto prenderà forma, dopo un attento studio scientifico del dipinto originale, della sua struttura, della sua definizione coloristica. I visitatori potranno seguire, nel loro farsi, le fasi compositive, gli accorgimenti prospettici, le procedure tecniche che una bottega pittorica del Rinascimento attuava nel dipingere un quadro. Verrà realizzata la copia artistica di uno dei più straordinari capolavori del Rinascimento che, alla fine della mostra, verrà regalato alla cittadinanza tifernate e lasciato nella Pinacoteca Comunale di Città di Castello.
“Raffaello – spiega la Teza – gira per le chiese di Città di Castello e appunta, studia, in un percorso di assimilazione rapidissimo, bruciante. Della Crocefissione Gavari Mond che lascerà a San Domenico, posta proprio vis-à-vis con il Martirio di Signorelli, Vasari dirà che, se non ci fosse scritta sotto la sua firma, si direbbe di Perugino. Infatti in quegli anni gareggia con i modelli di Perugino e di Pintoricchio, a cui fornisce disegni e cartoni preparatori per la Biblioteca Piccolomini di Siena, ricevendo in cambio un raffinatissimo gusto per la decorazione preziosa. La Madonna della Pace di Sanseverino di Pintoricchio, presente in mostra, è una testimonianza scintillante di questo gusto da orafo, incrostato di riflessi dorati.
Sarà presente, in mostra l’unico disegno preparatorio finora noto dell’opera (Oxford, Ashmolean Museum), con uno studio della testa di una fanciulla nel corteo dello Sposalizio, incantevole per la morbidezza e la sapienza del tratto. Questo disegno si confronterà con altri due disegni degli Uffizi con ritratti di giovani che documentano in modo tenero ed emozionante il rinomato dono di Raffaello, come ci dice Vasari, nel fare “la grazia delle teste”.
Il quadro dello Sposalizio diventa rapidamente un paradigma dello stile classico del Rinascimento, che consegna Raffaello alla storia. Ne sono testimonianza le numerose copie antiche e le riproduzioni dipinte ed incise, di cui in mostra si presenta una scelta, che testimoniano il successo del quadro nel corso della sua storia tifernate e milanese.
Apertura della mostra sabato 30 ottobre dalle ore 18, nel rispetto delle normative Anti Covid, Per visitare la mostra è consigliata la prenotazione: cultura@ilpoliedro.org, 075 8554202.
SCHEDA SINTETICA MOSTRA
Cuore dell’esposizione Raffaello giovane a Città di castello e il suo sguardo, nella Pinacoteca comunale dal 30 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, è il gonfalone della Santissima Trinità di Raffaello, unica opera mobile del maestro rimasta in Umbria, conservata nella Pinacoteca e considerata dalla critica uno dei suoi primi dipinti. Le altre opere di Raffaello in mostra tornano a Città di Castello per la prima volta in questa occasione. “Il gonfalone – spiegano le curatrici – testimonia il processo graduale di affrancamento di Raffaello dal suo maestro Pietro Vannucci detto il Perugino e il confronto diretto con Luca Signorelli”, uno degli artisti più studiati dall’urbinate negli anni della sua giovinezza. L’opera, sottoposta a un nuovo, importante restauro da parte dell’Istituto Centrale del Restauro (ICR), rimarrà in modo permanente nella Pinacoteca in una sala in cui è stato trasferito anche il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli, verso il quale Raffaello ha nutrito grande interesse. Testimonianza di questo si riscontra in due disegni, ora all’Ashmolean Museum di Oxford (WA 1846.145, and WA 1846.147). I due dipinti d’ora in poi, Gonfalone e Martirio, verranno mostrati fianco a fianco nella stessa sala, a testimonianza dello sguardo di Raffaello che li ha legati insieme per sempre.
Il rapporto di Raffaello con Signorelli, fenomeno cruciale della sua crescita del 1502-1503, è invece documentato dalla presenza della Madonna della Pace di San Severino Marche.
Tra le opere in mostra anche i dipinti l’Eterno e la Vergine, conservati al Museo nazionale di Capodimonte a Napoli e sottoposti a restauro nell’ambito di questa esposizione, e la testa di Angelo alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. I frammenti del quadro che vede Raffaello esordire come magister, a soli 17 anni: la grande tavola con l’Incoronazione di san Nicola da Tolentino, che tornano nel luogo dove furono dipinti per la prima volta. Di quest’opera, danneggiata dal terremoto del 1789, sarà presentata durante la mostra tifernate una ricostruzione virtuale che diventerà installazione permanente nella Pinacoteca. Grazie all’utilizzo di video, tradotti in varie lingue, si ricostruirà il contesto ambientale anche delle altre opere di Raffaello eseguite a Città di Castello e ora conservate altrove. A chiudere il percorso espositivo sarà lo Sposalizio della Vergine (1504), il dipinto che segna la svolta nella carriera di Raffaello e la cui impostazione si misura, in un confronto voluto e serrato, con l’analogo soggetto che Pietro Perugino stava preparando per il Duomo di Perugia. Allo Sposalizio il maestro Stefano Lazzari della Bottega Artigiana Tifernate dedicherà una riproduzione fedele che rimarrà nella Pinacoteca comunale e prenderà forma, giorno dopo giorno, durante la mostra. I visitatori potranno seguire le fasi compositive, gli accorgimenti prospettici, le procedure tecniche che una bottega pittorica del Rinascimento attuava nel dipingere un quadro.
A fare da corredo alla mostra il catalogo, che contiene una sezione dedicata all’edizione critica dei documenti relativi alla presenza di Raffaello a Città di Castello, curato da Laura Teza e Marica Mercalli, e pubblicato da Silvana Editoriale. Composto di oltre 200 pagine, contiene un ricco apparato iconografico e 17 saggi, a cura di alcuni tra i più importanti studiosi di Raffaello nel panorama internazionale, in cui si analizza l’attività giovanile dell’artista urbinate negli anni trascorsi nella città umbra tra 1499 e 1504.