CITTA’ DI CASTELLO – La chiusura del 54° Festival delle Nazioni si inserisce nell’ambito delle celebrazioni italiane per il cinquecentesimo anniversario dalla morte di Raffaello Sanzio: si tratta di Ut Musica Pictura. Raffaello e la musica del Rinascimento, un concerto di musiche rinascimentali contemporanee del pittore e architetto urbinate che saranno eseguite dall’Ensemble Sensus (foto di copertina) gruppo composto da musicisti e musicologi specialisti di questo repertorio. Il concerto, che si svolgerà sabato 18 settembre alle ore 21.00 nella Chiesa di San Francesco di Città di Castello, proporrà musiche di Bartolomeo Tromboncino, Pierre Attaignant, Philippe Verdelot, Josquin Deprez, Loyset Compère, Serafino dell’Aquila e dei compositori del manoscritto Cordiforme, che saranno eseguite su strumenti antichi, in alcuni casi ricostruiti attraverso una rigorosa ricerca iconografica sulla base dell’osservazione di quelli rappresentati nei dipinti dell’artista. Interprete di questo speciale concerto sarà l’Ensemble Sensus, formato dalla cantante Arianna Lanci e da Adriano Sangineto a organo portativo, lira arcuata, claviharpa, flauto a tre buchi e tamburino, Marianne Gubri all’arpa rinascimentale e Marco Muzzati a percussioni e salterio.
Come se dall’immagine nascesse il suono, la particolarità di questo concerto risiede nell’impiego di strumenti musicali ricostruiti a partire da quelli riprodotti nelle opere del genio di Urbino: Il Parnaso, La Scuola di Atene, La Pala degli Oddi, fino ad arrivare ovviamente all’Estasi di Santa Cecilia. Il liutaio Michele Sangineto, storico autore da più di quarant’anni di accurate riproduzioni di strumenti rinascimentali – per i quali ha ottenuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali – ha potuto ricostruire quegli stessi strumenti nel rispetto dei rapporti dimensionali, della morfologia e della fisica acustica. Nel concerto prende così vita l’organo portativo, capovolto e sorretto dalla figura di Santa Cecilia al centro del dipinto; il flauto a tre buchi e il tamburino, raffigurati nella stessa opera, ai piedi di Santa Cecilia; la lira arcuata, imbracciata dalla figura più a destra dei tre suonatori centrali nel Parnaso, strumento che rappresentava l’evoluzione moderna della lira orfica; l’arpa rinascimentale, che ritroviamo imbracciata da un angelo nella Pala degli Oddi dello stesso Raffaello. Nella performance, inoltre, è presente un altro strumento tipicamente rinascimentale: la claviharpa, strumento che non trova riscontro in alcuna fonte scritta, di cui si possiede solo una dettagliata iconografia nel Fregio delle arti liberali, dipinto dal Giorgione presso la sua abitazione di Castelfranco Veneto. Infine il salterio, strumento strettamente imparentato con il monocordo di Pitagora, e che per la sua particolare forma, suono, e rimandi all’ordine delle sfere celesti è spesso rappresentato nella pittura dell’epoca, va ad arricchire l’organico strumentale che accompagna la voce cantata nel viaggio attraverso lo spirito musicale rinascimentale.