PERUGIA – Tre mostre: si comincia ad aprile con “Raffaello in Umbria e la sua eredità”, a giugno sarà la volta di “Fortuna e mito di Raffaello in Umbria” e ad ottobre di “La fortuna della Pala Baglioni di Raffaello nelle copie perugine”. Tutte hanno ottenuto il logo del Comitato Nazionale istituito dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, a cui si affiancano laboratori, convegni, conferenze e tanti eventi che coinvolgono alcune tra le più importanti Istituzioni del territorio.
“Perugia celebra Raffaello” è l’iniziativa con la quale il capoluogo umbro, a 500 anni dalla sua morte, rende omaggio al grande Maestro di Urbino che a Perugia ha svolto una parte significativa della sua formazione e realizzato numerose e importanti opere, tra cui il capolavoro conservato presso la Cappella di San Severo, unico ancora presente in città.
L’iniziativa si inserisce nel più ricco programma di celebrazioni “Raffaello in Umbria” coordinato dal Comitato organizzatore regionale e annunciato a fine gennaio dall’Assessore alla Cultura della Regione Umbria, Paola Agabiti.
Ieri mattina alla Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, a presentare il progetto sono stati Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia che coordina le attività, Cristina Colaiacovo, Presidente della Fondazione CariPerugia Arte e Mario Rampini, Presidente della Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
“Non potevamo non rendere omaggio a Raffaello – ha detto Varasano – che a Perugia è legato per questioni biografiche e per produzione artistica. Ci siamo adoperati con una duplice volontà: realizzare appuntamenti espositivi e costruire un percorso diffuso in città che funga da collettore di varie iniziative, di modo che il visitatore possa avere una visione ampia e capillare di Perugia”.
Il circuito sarà identificato da un apposito logo realizzato da Fabrizio Fabbri partendo da una approfondita analisi iconografica raffaellesca che ha interessato le opere del periodo perugino.
“Abbiamo ritenuto importante – ha detto la Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Cristina Colaiacovo – suggellare anche simbolicamente la creazione di una rete di valorizzazione e di promozione degli eventi cittadini; un circuito che si inserisce nel progetto “Raffaello in Umbria” che tocca varie città e luoghi della nostra regione, così da offrire ai visitatori un programma variegato e di indubbio valore artistico e culturale. Questa è la testimonianza che anche l’Umbria, come sta accadendo in altre parti d’Italia e a livello internazionale, ha saputo attivarsi”.
“Perugia celebra Raffaello” oltre alle tre mostre comprende iniziative dell’Università degli Studi di Perugia, dell’Università per Stranieri, della Fondazione POST – Perugia Officina per la Scienza e la Tecnologia e della Fondazione Orintia Carletti Bonucci, che hanno messo a punto una serie di incontri, conferenze ed eventi per conoscere più da vicino Raffaello, la sua storia e la sua pittura.
Il primo appuntamento in programma è la mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità”, che aprirà l’8 aprile a Palazzo Baldeschi al Corso organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
La Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Cristina Colaiacovo, ha voluto sottolineare come grazie alla collaborazione con l’Accademia sia stato possibile progettare un percorso espositivo originale che coniuga una suggestiva parte multimediale, con straordinarie immagini immersive, ad una prettamente espositiva. “La nostra mostra – ha detto Colaiacovo – è tra quelle che hanno ottenuto il riconoscimento del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello. E’ per noi ovviamente motivo di grande soddisfazione, che premia l’impegno e il lavoro di tutti coloro che hanno collaborato per creare un progetto espositivo che aveva sin dall’inizio l’ambizione di assumere un respiro nazionale ed internazionale”.
La sezione multimediale della mostra, illustrata dal curatore Francesco Federico Mancini, ricostruirà l’universo pittorico di Raffaello animando con immagini e voce narrante alcune sale del palazzo con effetti e visioni di prestigiosissime opere che appartengono alla sua attività umbra, nel periodo compreso tra il 1500 e il 1504-1505. Parte di questo suggestivo racconto si focalizzerà anche su materiali archivistici che parlano di Raffaello e del suo rapporto con l’Umbria in mostra grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archivistica dell’Umbria e delle Marche, guidata da Giovanna Giubbini e dell’Archivio di Stato di Perugia.
La seconda sezione, dal titolo “L’Accademia di Belle Arti di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” è organizzata dalla Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e curata da Alessandra Migliorati (che durante la presentazione ne ha spiegato i dettagli) e Stefania Petrillo dell’Università degli Studi di Perugia, Saverio Ricci della Soprintendenza de L’Aquila, con il coordinamento di Giovanni Manuali, conservatore dei Beni dell’antica istituzione, che ha approfondito i contenuti dell’intero progetto.
“L’iniziativa rappresenta un appuntamento importante – ha sottolineato il Presidente dell’Accademia Mario Rampini – perché oltre l’aspetto positivo della collaborazione fra vari enti e istituzioni per una promozione a tutto tondo del nostro patrimonio, la mostra pone in luce come Perugia, insieme a Roma, grazie alla presenza di Tommaso Minardi che dell’Accademia fu direttore, sia stata un vero epicentro, un laboratorio del Purismo, il gusto che si diffonde nella produzione di dipinti sacri e nella grande decorazione anche profana. Per tutto l’Ottocento, l’Accademia di Perugia è un vivaio di talentuosi pittori che interpretano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile. Come conferma l’accurata ricerca condotta per questa occasione, che presenterà molte opere inedite, davvero feconda è l’attività degli artisti che si formano a Perugia e che diventano perfetti interpreti del gusto neo-rinascimentale, molto apprezzato anche dal collezionismo e dal mercato internazionali”.
Seguendo l’ordine cronologico degli eventi, è in programma a giugno il taglio del nastro della mostra “Fortuna e mito di Raffaello in Umbria” promossa dal Comune di Perugia e curata sempre da Francesco Federico Mancini, che verrà realizzata presso il Museo civico di Palazzo della Penna. L’evento espositivo, che resterà aperto fino a settembre, intende ripercorrere la fortuna e il mito dell’Urbinate attraverso dipinti, incisioni, disegni, ceramiche e vetri dipinti, dal Cinquecento al Novecento, e propone un percorso che costituisce un parallelo, sul piano delle testimonianze visive, dei numerosi documenti letterari e di storia della critica che pure saranno oggetto dell’esposizione.
Dal 3 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 la Galleria Nazionale dell’Umbria propone una mostra curata dal direttore Marco Pierini e da Veruska Picchiarelli e dedicata alla fortuna dell’opera più importante dipinta dal pittore per Perugia: la pala ultimata nel 1507 per la cappella della famiglia Baglioni in San
Francesco al Prato. La tavola centrale, raffigurante il Trasporto di Cristo al sepolcro, venne trafugata per volontà di Scipione Borghese nel 1608, lasciando un vuoto profondo in città. L’ammirazione dei perugini è testimoniata da notevole numero di copie che ne furono tratte, quattro delle quali sono conservate proprio presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. La mostra presenterà quelle di maggiore qualità, dalla versione dipinta nel 1554 da Domenico Alfani – amico e sodale di Raffaello – e da suo figlio Orazio, appartenente appunto alla collezione del museo, alla nota replica eseguita per l’abbazia di San Pietro dal Sassoferrato. Una campagna di studi, restauri e indagini diagnostiche consentirà di approfondire l’argomento, permettendo alcune necessarie puntualizzazioni.
L‘Università di Perugia, come membro del Comitato regionale Raffaello in Umbria, aderisce al programma Perugia celebra Raffaello ed è attiva nel sostenere i vari, selezionati eventi espositivi che avranno corso in città e nella Regione durante il 2020, con la curatela scientifica prestata da docenti tutti appartenenti al corso di laurea in Beni Culturali del Dipartimento di Lettere: dalle due citate mostre di Perugia, a cura di Francesco F. Mancini, Alessandra Migliorati e Stefania Petrillo, a quella di Città di Castello, Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo a cura di Laura Teza. Tutte le mostre hanno ricevuto il logo del Comitato Nazionale Raffaello 1520-2020.
Inoltre l’Ateneo, per approfondire il ruolo cruciale della figura di Raffaello, intende organizzare una serie di incontri divulgativi di carattere scientifico a Perugia e nella Regione. Saranno inoltre programmati eventi che prevedano il confronto del pubblico con dimostrazioni di studi non invasivi delle opere d’arte (Laboratorio già attivo presso il Dipartimento di Chimica).
Sono 4 gli appuntamenti in calendario, tra aprile ed ottobre, inseriti nel ciclo di conferenze curato da Michele Dantini per iniziativa dell’Università per Stranieri di Perugia. Ciascuna conferenza chiama a testimoni della fortuna otto-novecentesca di Raffaello artisti, scrittori o storici dell’arte di grande fama, che hanno riconosciuto nel pittore umbro un illustre mentore, come Fëdor Dostoevskij, Friedrich Nietzsche, Bernard Berenson, Edgar Wind o Ernst Gombrich; e si propone di dimostrare, con il contributo di critici e artisti contemporanei, come anche da Raffaello si diramino temi e sollecitazioni di grande importanza per l’arte, la letteratura e la storia dell’arte più recente.
Il POST- Perugia Officina per la Scienza e la Tecnologia proporrà un programma di eventi volti a coinvolgere le famiglie e tutti coloro che intendono scoprire il linguaggio artistico di Raffaello dal punto di vista del rapporto tra arte e scienza. Le iniziative dureranno da aprile fino a novembre 2020 e interesseranno sia gli spazi museali che la piazza antistante il POST. In programma, oltre ad una serie di laboratori per ragazzi che affronteranno i tratti salienti della vicenda artistica del pittore, anche una cena rinascimentale in Piazza del Melo.
A partire dal mese di marzo 2020, la Fondazione Orintia Carletti Bonucci, in collaborazione con il Corso di laurea triennale in Beni Culturali, con il Corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte, con il Dottorato in Storia, Arti e Linguaggi nell’Europa Antica e Moderna (curricula in Storia, culture e immagini del mondo antico e Storia, culture e immagini dal Medioevo all’età contemporanea), con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici e con il Laby – Laboratorio per la Biologia delle Immagini dell’Università degli Studi di Perugia, organizza quattro incontri di storia dell’arte sul tema Raffaello e il suo mito.
A vario titolo apporteranno un importante contributo la Soprintendenza Archeologica, di Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria e delle Marche, l’Archivio di Stato di Perugia, il Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, il Nobile Collegio del Cambio, il Nobile Collegio della Mercanzia, l’Arcidiocesi di Perugia Città della Pieve, il Museo degli Strumenti Musicali Antichi. Quest’ultimo, contribuirà alle celebrazioni di Raffaello con l’esposizione di alcune xilografie, stampe e manoscritti inerenti la musica al tempo del pittore, una integrazione della propria collezione con strumenti ricostruiti dall’iconografia del primo ‘500 e un percorso multimediale sulla prassi esecutiva e sulla liuteria coeva all’artista.
Il primo appuntamento in programma è la mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità”, che aprirà l’8 aprile a Palazzo Baldeschi al Corso organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
La Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Cristina Colaiacovo, ha voluto sottolineare come grazie alla collaborazione con l’Accademia sia stato possibile progettare un percorso espositivo originale che coniuga una suggestiva parte multimediale, con straordinarie immagini immersive, ad una prettamente espositiva. “La nostra mostra – ha detto Colaiacovo – è tra quelle che hanno ottenuto il riconoscimento del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello. E’ per noi ovviamente motivo di grande soddisfazione, che premia l’impegno e il lavoro di tutti coloro che hanno collaborato per creare un progetto espositivo che aveva sin dall’inizio l’ambizione di assumere un respiro nazionale ed internazionale”.
La sezione multimediale della mostra, illustrata dal curatore Francesco Federico Mancini, ricostruirà l’universo pittorico di Raffaello animando con immagini e voce narrante alcune sale del palazzo con effetti e visioni di prestigiosissime opere che appartengono alla sua attività umbra, nel periodo compreso tra il 1500 e il 1504-1505. Parte di questo suggestivo racconto si focalizzerà anche su materiali archivistici che parlano di Raffaello e del suo rapporto con l’Umbria in mostra grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archivistica dell’Umbria e delle Marche, guidata da Giovanna Giubbini e dell’Archivio di Stato di Perugia.
La seconda sezione, dal titolo “L’Accademia di Belle Arti di Perugia e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento” è organizzata dalla Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e curata da Alessandra Migliorati (che durante la presentazione ne ha spiegato i dettagli) e Stefania Petrillo dell’Università degli Studi di Perugia, Saverio Ricci della Soprintendenza de L’Aquila, con il coordinamento di Giovanni Manuali, conservatore dei Beni dell’antica istituzione, che ha approfondito i contenuti dell’intero progetto.
“L’iniziativa rappresenta un appuntamento importante – ha sottolineato il Presidente dell’Accademia Mario Rampini – perché oltre l’aspetto positivo della collaborazione fra vari enti e istituzioni per una promozione a tutto tondo del nostro patrimonio, la mostra pone in luce come Perugia, insieme a Roma, grazie alla presenza di Tommaso Minardi che dell’Accademia fu direttore, sia stata un vero epicentro, un laboratorio del Purismo, il gusto che si diffonde nella produzione di dipinti sacri e nella grande decorazione anche profana. Per tutto l’Ottocento, l’Accademia di Perugia è un vivaio di talentuosi pittori che interpretano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile. Come conferma l’accurata ricerca condotta per questa occasione, che presenterà molte opere inedite, davvero feconda è l’attività degli artisti che si formano a Perugia e che diventano perfetti interpreti del gusto neo-rinascimentale, molto apprezzato anche dal collezionismo e dal mercato internazionali”.
Seguendo l’ordine cronologico degli eventi, è in programma a giugno il taglio del nastro della mostra “Fortuna e mito di Raffaello in Umbria” promossa dal Comune di Perugia e curata sempre da Francesco Federico Mancini, che verrà realizzata presso il Museo civico di Palazzo della Penna. L’evento espositivo, che resterà aperto fino a settembre, intende ripercorrere la fortuna e il mito dell’Urbinate attraverso dipinti, incisioni, disegni, ceramiche e vetri dipinti, dal Cinquecento al Novecento, e propone un percorso che costituisce un parallelo, sul piano delle testimonianze visive, dei numerosi documenti letterari e di storia della critica che pure saranno oggetto dell’esposizione.
Dal 3 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021 la Galleria Nazionale dell’Umbria propone una mostra curata dal direttore Marco Pierini e da Veruska Picchiarelli e dedicata alla fortuna dell’opera più importante dipinta dal pittore per Perugia: la pala ultimata nel 1507 per la cappella della famiglia Baglioni in San
Francesco al Prato. La tavola centrale, raffigurante il Trasporto di Cristo al sepolcro, venne trafugata per volontà di Scipione Borghese nel 1608, lasciando un vuoto profondo in città. L’ammirazione dei perugini è testimoniata da notevole numero di copie che ne furono tratte, quattro delle quali sono conservate proprio presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. La mostra presenterà quelle di maggiore qualità, dalla versione dipinta nel 1554 da Domenico Alfani – amico e sodale di Raffaello – e da suo figlio Orazio, appartenente appunto alla collezione del museo, alla nota replica eseguita per l’abbazia di San Pietro dal Sassoferrato. Una campagna di studi, restauri e indagini diagnostiche consentirà di approfondire l’argomento, permettendo alcune necessarie puntualizzazioni.
L‘Università di Perugia, come membro del Comitato regionale Raffaello in Umbria, aderisce al programma Perugia celebra Raffaello ed è attiva nel sostenere i vari, selezionati eventi espositivi che avranno corso in città e nella Regione durante il 2020, con la curatela scientifica prestata da docenti tutti appartenenti al corso di laurea in Beni Culturali del Dipartimento di Lettere: dalle due citate mostre di Perugia, a cura di Francesco F. Mancini, Alessandra Migliorati e Stefania Petrillo, a quella di Città di Castello, Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo a cura di Laura Teza. Tutte le mostre hanno ricevuto il logo del Comitato Nazionale Raffaello 1520-2020.
Inoltre l’Ateneo, per approfondire il ruolo cruciale della figura di Raffaello, intende organizzare una serie di incontri divulgativi di carattere scientifico a Perugia e nella Regione. Saranno inoltre programmati eventi che prevedano il confronto del pubblico con dimostrazioni di studi non invasivi delle opere d’arte (Laboratorio già attivo presso il Dipartimento di Chimica).
Sono 4 gli appuntamenti in calendario, tra aprile ed ottobre, inseriti nel ciclo di conferenze curato da Michele Dantini per iniziativa dell’Università per Stranieri di Perugia. Ciascuna conferenza chiama a testimoni della fortuna otto-novecentesca di Raffaello artisti, scrittori o storici dell’arte di grande fama, che hanno riconosciuto nel pittore umbro un illustre mentore, come Fëdor Dostoevskij, Friedrich Nietzsche, Bernard Berenson, Edgar Wind o Ernst Gombrich; e si propone di dimostrare, con il contributo di critici e artisti contemporanei, come anche da Raffaello si diramino temi e sollecitazioni di grande importanza per l’arte, la letteratura e la storia dell’arte più recente.
Il POST- Perugia Officina per la Scienza e la Tecnologia proporrà un programma di eventi volti a coinvolgere le famiglie e tutti coloro che intendono scoprire il linguaggio artistico di Raffaello dal punto di vista del rapporto tra arte e scienza. Le iniziative dureranno da aprile fino a novembre 2020 e interesseranno sia gli spazi museali che la piazza antistante il POST. In programma, oltre ad una serie di laboratori per ragazzi che affronteranno i tratti salienti della vicenda artistica del pittore, anche una cena rinascimentale in Piazza del Melo.
A partire dal mese di marzo 2020, la Fondazione Orintia Carletti Bonucci, in collaborazione con il Corso di laurea triennale in Beni Culturali, con il Corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte, con il Dottorato in Storia, Arti e Linguaggi nell’Europa Antica e Moderna (curricula in Storia, culture e immagini del mondo antico e Storia, culture e immagini dal Medioevo all’età contemporanea), con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici e con il Laby – Laboratorio per la Biologia delle Immagini dell’Università degli Studi di Perugia, organizza quattro incontri di storia dell’arte sul tema Raffaello e il suo mito.