ORVIETO – Sarà anche una amena curiosità certo è che nel giorno del Dantedì l’Alighieri con la barba ci sta come il cacio sui maccheroni. Peraltro fa bella mostra di sé, come non si era mai visto, nell’ufficio della sindaca di Orvieto. Passato inosservato per decenni, a notarlo è stata proprio il primo cittadino, Roberta Tardani.
L’agenzia Ansa che ne ha dato notizia spiega che il dipinto sarebbe databile tra il 1500 e il 1.600. L’autore è ignoto ma è ipotizzabile che si sia ispirato al pittore fiorentino Cristofano di Papi dell’Altissimo, stando a una prima valutazione fatta da alcuni storici dell’arte. Quello che appare certo è che la raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel ‘Trattatello in laude di Dante’ scritto tra il 1351 e il 1355.
Boccaccio scrive: ‘Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso’.
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