PERUGIA – Ci sono volti che ti risultano, chissà perché, familiari da subito. Persino amichevoli. Tra questi c’è da senza dubbio quello di Pupi Avati che con Perugia e l’Umbria ha stretto un rapporto saldo, costante non solo dal punto di vista professionale. Prova ne è il riconoscimento che gli è stato assegnato dalla Pro Ponte. E’ di quelli veri, storicamente radicati, ogogliosamente di popolo: l’Etrusco d’Oro. E lui, nella cerimonia di consegna, ha confermato il suo modo di essere affabile, diretto, di amare la convivialità e apprezzare l’affetto genuino di chi abita questa nostra regione.
“Ma questi sono i miei film!” ha detto infatti Pupi Avati entrando nella sede della Pro Ponte. Una sede allestita come ristorante ma anche come sala cinematografica con 4 maxi schermi e due proiettori giganti dove sono stati proposti in serie film e documentari firmati dal regista. “Ma dove avete trovato tutto questo materiale – ha aggiunto con un certo stupore il regista – Bellissima idea, anche film giovanili; complimenti mi sento a mio agio come in un set cinematografico. Bravi”.
Legame con l’Umbria, dicevamo. Del resto, spiegano gli organizzatori, l’idea di assegnare il riconoscimento a Pupi Avati, bolognese di nascita e residente a Roma, è nata proprio quando si è scoperto che l’estate la trascorreva in Umbria a Cecanibbi, un passo da Todi. C’è da dire, per dirla alla dotta, che per di più Pupi etrusco lo è dalla nascita in quanto Ocno, fratello di Euliste, partì da Perugia per fondare Felsina, l’odierna Bologna.
LA SERATA
A tenere viva la serata da par suo, Guido Barlozzetti, personaggio Rai conosciutissimo, autore di pregevoli saggi e romanzi, autore, attore, orvietano che spesso e volentieri viene chiamato a tenere incontri culturali in tutta l’Umbria, Perugia compresa. Da qui anche la partecipe…partecipazione di pubblico e la grande disponibilità dell’ospite a familiarizzare con quanti avevano risposto all’invito della Pro Ponte.
Davvero piacevoile e interessante la conversazione che Guido Barlozzetti, al termine della “cena del Lucumone”, ha intrattenuto con il neo Etrusco d’oro che si è raccontato da par suo come attore, intrattenitore e regista; ha parlato a ruota libera e con sincerità della sua vita, della sua famiglia, dalle esperienze di venditore alla “fulminazione” di fare un film con un gruppo di amici, i primi insuccessi e poi i successi.
“Ho cercato sempre, o almeno spesso, di mettere nei film anche episodi della mia vita – ha detto Pupi Avati – magari con conclusioni diverse da quelle che avevo immaginato, ma che solo nel film sono riuscito a concretizzare”. Viva la sincerità.
PREMIAZIONE E MOTIVAZIONE
Sul palco è salita la sindaca Vittoria Ferdinandi accanto ad Antonello Palmerini a consegnare l’”Etrusco d’oro”, opera dell’ artigiano orafo Renzo Ercolani, a Pupi Avati. Nella pergamena la motivazione: “A Pupi Avati, Etrusco d’Oro 2024, per la sua sensibilità e professionalità che ha portato la terra etrusca nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, raccontando la vita, le storie e le emozioni di tante generazioni, con tatto e intelligenza artistica”.
Avati ha ringraziato dicendo di essere stato felice di aver girato il suo “Dante” nella nostra regione ricca di quelle scenografie naturali e non ricreate in stabilimenti cinematografici e si è complementato con Antonello Palmerini e con i suoi collaboratori per il contesto in cui si è trovato che rispecchia il mistero che alita attorno al popolo etrusco. “Questo premio – ha detto con un pizzico di commozione ben celata – è estremamente significativo per la mia carriera, grazie”.
La foto di copertina è di Sandro Allegrini