CASTIGLIONE DEL LAGO –Prorogata a Castiglione del Lago fino al 12 febbraio la mostra “Cinema dipinto e storie di sale salvate e perdute” dedicata al cinema e alla storia della sala cinematografica castiglionese, dell’area in cui sorge, e a quelle storiche sale umbre che non ci sono più: la mostra contiene materiale unico e originale, proveniente dal “Museo del Cinema a Pennello” di Montecosaro in provincia di Macerata.
La mostra è gratuita per tutti i residenti a Castiglione del Lago ed è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 17 fino a domenica 12 febbraio. Biglietto intero 9 euro, ridotto A (gruppi e fino a 25 anni) 7 euro, ridotto B (ragazzi fra 6 e 17 anni) 4 euro: biglietto gratuito, oltre che per i residenti nel Comune di Castiglione del Lago, anche per i bambini fino a 5 anni. Il biglietto comprende la visita di Palazzo della Corgna e della Rocca Medievale. Info e prenotazioni al numero 075 951099, www.palazzodellacorgna.it e profilo FB “Mostre Castiglione del Lago”.
I visitatori potranno trovare, contenute in una nuova vetrina, alcune cartoline storiche e giornali estremamente interessanti, soprattutto per i castiglionesi, appartenute alla famiglia Sodini, che ha gestito il Cinema Caporali dalla sua inaugurazione fino alla fine degli anni Cinquanta, messe a disposizione dal collezionista castiglionese Giuseppe Moretti.
“In una cartolina scarabocchiata da un bambino per gioco – spiega Piero Sacco, presidente di Lagodarte – si evince che il Cinema Caporali era in piena attività nella seconda metà degli anni Trenta: difatti una cartolina promuove il film “Amazzoni bianche” di Gennaro Righelli, uscito nel 1936, e che vedeva tra le protagoniste l’attrice Paola Barbara, ritratta appunto nella cartolina esposta”. Altre belle cartoline promuovevano il film “Show Boat” del 1951 con le foto e le firme riprodotte di Ava Gardner, Howard Keel e Kathryn Grayson.
“Un’altra cartolina promuoveva il film Scaramouche del 1952 con foto e firme di Stewart Granger, Eleanor Parker e Janet Leigh. Voglio ricordare – sottolinea Piero Sacco – che l’ingresso è gratuito per tutti i residenti nel Comune di Castiglione del Lago: questo vale sempre ma ha un particolare significato per questa mostra che rappresenta un pezzo di storia del nostro paese”. Il percorso espositivo è infatti arricchito dal racconto di Luigi Becherini e dei fratelli Ottorino e Carlo Bagaglia, testimoni oculari della grande vitalità del Cinema Caporali negli anni 40, 50 e 60. Attraverso la riproduzione e l’esposizione di documenti originali provenienti dall’archivio storico del Comune di Castiglione del Lago il visitatore può capire, grazie a foto, disegni, rendering e un’installazione multimediale, com’era la sala cinematografica castiglionese e avere un’idea delle modifiche dell’area in cui sorge dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. Si racconta il dibattito politico post unitario sulla destinazione dell’area del convento dei frati Agostiniani, dove si pensava ad una naturale prosecuzione d’uso per realizzare il nuovo Ospedale Civico, passando dall’idea di realizzare un teatro ai primi del Novecento, alla profonda ristrutturazione degli anni Sessanta (periodo in cui si erano trovate anche altre aree per il cinema), fino ad arrivare ai giorni nostri in cui, per rispondere alle sfide del presente, la sala è stata nuovamente ristrutturata radicalmente con la realizzazione di due sale di proiezione, una sala polivalente e l’ampliamento di ingresso e servizi.
La mostra “Cinema Dipinto”, curata dallo stesso Piero Sacco insieme al pittore e grafico Luca Petrucci, è un percorso che ha come principale filo conduttore un’esposizione di bellissimi e introvabili bozzetti originali dipinti dai più grandi pittori “cartellonisti” italiani e stranieri e con i quali venivano realizzati i manifesti e le locandine promozionali delle pellicole. «Abbiamo in esposizione una trentina di bozzetti con i relativi manifesti o locandine – spiega Sacco – da “Ombre Rosse” di Ballester, fino a “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi e “La voce della luna” di Fellini, realizzato da Milo Manara, periodo nel quale la pittura, con la relativa tecnica artistica, venne sostituita dalla fotografia e dall’intervento della computer grafica». Si tratta quindi di pezzi unici al mondo, opere suggestive realizzate con varie tecniche e stili dai maggiori cartellonisti italiani e stranieri: oltre a Ballester e Manara ci sono opere originali di Brini, De Seta, Olivetti, Ciriello, Innocenti, Fiorenzi, Ferrini, Piovano, Sciotti, Jano, Simeoni e Casaro.