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Premio letterario nazionale opera prima “Severino Cesari” a Davide Rigiani

PERUGIA –  Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino è la dimostrazione di come la lingua abbia davvero a che fare con la creazione e di come a volte le parole abbiamo il potere di far nascere mondi che prima non c’erano e che, al solo ascoltarli, ti viene da ridere. Non possiamo dire di più, per non fare spoiler. Solo che a volte la lingua, come un’allegra coltura di batteri, è così viva che fa germinare storie dappertutto. Perfino nella Svizzera Italiana”. Questa la motivazione con la quale Davide Rigiani (nella foto a seguire) ha convinto la giuria del Severino Cesari edizioni 2023 ad assegnargli il primo premio. Il libro è edito da Minimum Fax. Oggi, domenica 12 novembre, la cerimonia delle premiazioni a Palazzo Graziani a Perugia, organizzata nell’ambito delle iniziative di “UmbriaLibri 365”.  

Gli altri due finalisti, secondo posto ex aequo, “Tempesta” di Camilla Ghiotto (Salani) e “Azzardo” di Alessandra Mureddu (Einaudi). Ecco le rispettive motivazioni:

I tre premiati: Davide Rigiani, Camilla Ghiotto e Alessandra Mureddu

Tempesta: Un romanzo è prima di tutto la lingua in cui è scritto, e Tempesta è scritto bene. A tratti molto, molto bene: quando Camilla Ghiotto racconta le storie di ieri, in particolare, la lingua scorre ispirata, a tratti luminosa. Tempesta è un buon romanzo, e mentre il mondo brucia ci aiuta a immaginare un mondo che smetterà di bruciare.

Azzardo: “C’era tra noi, un gioco d’azzardo, gioco di vita, duro e bugiardo”, dicono i versi di una canzone di Paolo Conte e in effetti, anche per la voce narrante protagonista di questo romanzo potrebbero essere utilizzati i medesimi aggettivi: dura e bugiarda, ma, paradossalmente, sincera fino all’osso. Azzardo è un’opera così riuscita e matura sia nella lingua che nella struttura che ci auguriamo di leggere presto nuovi lavori della sua autrice.

La terna era stata selezionata dalla giuria composta da Daria Bignardi, Giancarlo De Cataldo, Giovanni Dozzini, Luca Gatti, Antonella Lattanzi, Gabriella Mecucci, Francesca Montesperelli, Giacomo Papi, Michele Rossi e Simona Vinci (presidente). 

Alla premiazione, oltre ai tre scrittori finalisti, sono intervenuti alcuni membri della giuria e della famiglia di Severino Cesari, insieme a Daniele Mencarelli, vincitore della prima edizione del Premio con il libro “La casa degli sguardi” edito da Mondadori, e Giacomo Mazzariol, esordiente grazie a Severino Cesari e Paolo Repetti in Einaudi Stile Libero nel 2016 con il libro “Mio fratello rincorre i dinosauri”, da cui è stato tratto il film, diretto da Stefano Cipani, con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese. Per la Regione Umbria è intervenuto l’assessore Michele Fioroni. La dirigente Antonella Pinna ha coordinato i lavori. 

Nel corso della premiazione Giovanna Giubbini direttore della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio e dell’Umbria e Maria Natalina Trivisano funzionario della soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, hanno dato notizia che l’archivio di Severino Cesari è stato riconosciuto “di interesse storico particolarmente importante” dalla Soprintendenza archivistica del Lazio. Hanno illustrato in maniera appassionata carteggi di Severino Cesari con editori e scrittori contemporanei che hanno restituito una personalità dalla grande potenza intellettuale e umana. 

 

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