Preci: recupero nella Chiesa di San Bartolomeo di due sculture lignee policrome

PRECI – L’annuncio porta tre firme: quella di monsignor Renato Boccardo, arcivescovo della Diocesi di Spoleto Norcia, di Maria Mercalli, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e di Massimo Messi, sindaco di Preci. In questa nota congiunta si esprime soddisfazione riguardo i lavori di recupero e restauro della chiesa di San Bartolomeo a Todiano, frazione del Comune di Preci, danneggiata dal sisma del 2016, perché “procedendo i lavori di movimentazione delle macerie e messa in sicurezza, con cantiere dell’amministrazione comunale, direzione lavori dell’ingegner Francesco Colombatti e sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria” grazie ai quali “è stato possibile recuperare due importanti sculture lignee policrome. La statua del San Bartolomeo del XV secolo e il superbo Crocifisso, riconosciuto quale derivazione, forse autografa, dal modello di Benedetto da Maiano realizzato per il Duomo di Firenze e quindi gemello di quello, già recuperato e restaurato, pertinente alla chiesa della Madonna Bianca di Ancarano.

Le operazioni di recupero – prosegue la nota – erano state rese estremamente difficoltose e rischiose dalle precarie condizioni dell’edificio. Le opere, danneggiate dal crollo di parte delle mura perimetrali e delle antiche capriate lignee, sono comunque in condizioni tali da permettere un loro pieno recupero.
Sono state adesso trasportate presso il Deposito di sicurezza dei beni culturali gestito dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria in località Santo Chiodo di Spoleto, dove è già iniziato l’intervento di prima messa in sicurezza curato dai restauratori dell’OPD attualmente presso il laboratorio in base a una convenzione stipulata con l’Istituto stesso.
Come per le opere affidate a Giovanni del Biondo, Piero di Cosimo e altri grandi artisti toscani  – conclude il documento – la presenza di manufatti artistici fiorentini di così alto livello nel territorio preciano si spiega con i legami che nelle epoche passate furono stetti tra gli abitanti della Val Castoriana e Firenze, dove si spostavano stagionalmente per lavorare come addetti alla Dogana. Qui avevano formato sin dal 1317 una loro Compagnia ed eretto un ospedale al servizio della propria influente comunità, divenendo anche importanti acquirenti sul mercato artistico”.
 

Redazione Vivo Umbria: