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PPP: Parola Persona Pittura, dedicato a Pier Paolo Pasolini

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la riflessione dello scrittore Nicola Mariuccini sullo spettacolo finale della Trilogia dedicata a Pier Paolo Pasolini “PPP – Vita attraverso”, progetto originale del Piccolo Teatro degli Instabili andato in scena il 26 luglio allo Stadio degli Ulivi di Assisi.

“È singolare come si sia voluto scegliere la musica (perfettamente intonata del maestro Ramberto Ciammarughi), per dare corpo e vita allo sguardo, sul corpo e sulla vita di Pier Paolo Pasolini.

Pittura: il terzo incontro della trilogia, è andato in scena in un campo da calcio. Il luogo della passione sportiva del grande intellettuale, il luogo del pulsioni popolari che nel suo sguardo trascendevano nel sacro, il luogo dove per ironia della sorte è stato assassinato, vicino a una improvvisata portina.
I performer del Piccolo Teatro degli Instabili sono stati perfetti nel muoversi sotto lo sguardo pittorico, ispirato e incisivo dal tratto deciso e rigoroso di Bolo Rossini, illuminato da un sistema di luci ambizioso e perfetto.
Il primo quadro rimanda a mamma Roma, inizia con un gol e mette a fuoco le luci e i colori della periferia romana, fatta di donne del popolo e prostitute, banditelli e magnaccia, curiosi dell’alta società mossi da morboso intento “sociologico”.
La scena (e il pubblico con lei) si sposta dentro al campo e lì entra in azione la poesia, disegnata e suonata.
La voce di Moravia, mentre il pubblico prende posto nella nuova scena: “abbiamo perso prima di tutto un poeta… ne nascono tre o quattro dentro un secolo” risuona nello stadio tagliato da un fascio di luce e da un tratto di suono.
Ecco, la poetica di PPP emerge altissima nel quadro di ieri, una poetica che vola più alto della forma della sua stessa poesia, forse mai capace di evocare quel voleva descrivere. Il poeta e il suo secolo: ecco che Bolo Rossini chiede al suo popolo, ai miei splendidi amici performer, di riunirsi e avanzare verso di noi come un Quarto stato, un popolo di ultimi, forse senza coscienza ma con un cuore, quello di Pasolini.
Il finale è struggente, la deposizione di Mantegna e di Rosso Fiorentino si accendono di vita e di un sorriso di saluto.
Un lenzuolo insanguinato avvolge la salma di Pasolini, restituita alla sua grazia, sopra l’erba fresca di un prato, gli addolcisce la morte e lo restituisce alla vita, la nostra, di spettatori increduli davanti a tanta bellezza”.
Nicola Mariuccini

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