La riflessione della domenica, stavolta, la riserviamo all’argomento dell’anno. Tanto è passato dall’inizio ufficiale della pandemia, anche se è accertato che si può tranquillamente andare indietro nel calendario, forse addirittura al novembre 2019. Tant’è. Alla vigilia del ritorno di oltre mezza Umbria in rosso, il Covid mantiene connotati di preoccupante emergenza. Per le mutazioni del virus, certamente, ma anche per le difficoltà organizzative legate all’arrivo dei vaccini, alle incertezze che una volta vaccinati si sia realmente sulla fase dell’immunità, delle incognite legate alla durata del vaccino stesso, della capacità operativa e di tenuta delle strutture sanitarie.
Detto questo, in Umbria siamo alla vigilia del piano vaccinale destinato agli ultra ottantenni. Doveva iniziare l’8 febbraio, la data è slittata al 15.
Dal 12 febbraio la giunta regionale ha fatto sapere che si dovrà procedere con le prenotazioni on line al Cup utilizzando il portale web del Centro unico di prenotazione online o direttamente sulla app IO dei servizi pubblici. Aggiungendo: “Al momento della prenotazione verrà fissato l’appuntamento per la vaccinazione con indicazione della sede e dell’orario. Sarà possibile, al momento della prenotazione, scaricare dal portale web la modulistica relativa al consenso informato, alle caratteristiche del vaccino, alla privacy da consegnare all’atto della somministrazione del vaccino”.
Riflessioni in merito: l’alfabetizzazione digitale degli ultra ottantenni anche se “autonomi” negli spostamenti che sono comunque a rischio di questi tempi, sarà sufficiente per consentire loro ciò che viene richiesto, stampa della modulistica compresa da consegnare al momento del vaccino? Saranno in grado, altrimenti, di scaricare la app? Oppure troveranno risposte adeguate e in tempi celeri al numero verde (800 63 63 63) ? Si dirà: ci sarà pur qualcuno ad aiutarli! Speriamo. E ci auguriamo che le buone anime di turno non trovino, a loro volta, difficoltà.
Diaciamocela tutta: gli ultra ottantenni, e i loro familiari e congiunti, confidavano prima di tutto nella chiamata salvifica del medico di famiglia. I vertici della sanità umbra hanno detto che la questione “è allo studio” perché ci sono difficoltà nell’approvvigionamento e nella conservazione del farmaco. Detto che si trovano senza ombra di dubbio in una complessa e intricata situazione da gestire, sappiano, però, che l’esame della bontà di questo loro studiare è imminente.
Infine: immediata deve essere la formazione di team in grado di poter andare a domicilio nei casi più delicati. Perché esistono.
In sostanza l’impressione, personale, ci mancherebbe altro, è che più di una campagna vaccinale per i nostri nonni dal 12 febbraio 2021 inizi una anomala battaglia con tante incognite.