PERUGIA – Si intitola Selfie il film del regista Agostino Ferrente che racconta un mondo in cui non diventare camorrista può essere una scelta. Presentato all’ultima Berlinale e patrocinato da Amnesty International, quello che verrà presentato mercoledì sera 5 giugno al PostModernissimo dal regista campano è un “video-selfie” girato da Alessandro e Pietro: due ragazzi di 16 anni del Rione Traiano di Napoli, che hanno accettato la proposta di riprendersi con lo smartphone per raccontare il loro quotidiano, l’amicizia che li lega, il quartiere dove vivono e la tragedia di Davide, un giovane morto nel 2014 a causa di uno scambio di persona. Un ritratto di due adolescenti in una Napoli attuale e liberata dagli stereotipi, un film che descrive la città attraverso gli occhi dei suoi abitanti.
Tutto parte dall’estate di tre anni fa quando Davide, un ragazzo di sedici anni, muore colpito durante un inseguimento dal carabiniere che lo ha scambiato per un latitante. Davide non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia e, come tanti adolescenti cresciuti in quartieri difficili, aveva lasciato la scuola e sognava di diventare calciatore. I due protagonisti del film sono invece Alessandro e Pietro, anche loro hanno 16 anni e vivono nel Rione Traiano: sono amici fraterni, diversissimi e complementari, abitano a pochi metri di distanza uno di fronte all’altro, separati da Viale Traiano, dove fu ucciso Davide.
I due hanno accettato la proposta del regista di auto-riprendersi con il suo iPhone per raccontare in presa diretta il proprio quotidiano, l’amicizia che li lega, il quartiere che si svuota nel pieno dell’estate, la tragedia di Davide. Aiutati dalla guida costante del regista e del resto della troupe, oltre che fare da cameraman i due interpretano se stessi, guardandosi sempre nel display del cellulare, come fosse uno specchio in cui rivedere la propria vita. Una disputa allontana i due amici: Alessandro preferirebbe venisse raccontato solo il loro rapporto e il resto delle cose belle del rione, ché di quelle brutte parla già quotidianamente la stampa. Pietro, al contrario, non vorrebbe tacere nulla, perché solo così lo spettatore potrà capire quanto è difficile per loro, in quel contesto, vivere una vita “normale”.
Un documentario che si distingue non solo per il racconto in modalità “video-selfie” di Alessandro e Pietro e degli altri ragazzi che partecipano al casting, ma anche dall’utilizzo delle immagini gelide delle telecamere di sicurezza che sorvegliano come grandi fratelli indifferenti una realtà apparentemente immutabile. I ragazzi in motorino sembrano potenziali bersagli in un mondo dove la criminalità non appare come una scelta ma un destino che ti cade addosso appena nasci. Selfie rappresenta una sperimentazione, una ricerca e una scoperta, di un confronto dinamico con un mondo tanto particolare quanto ricco di spunti di riflessione.
L’incontro con il pubblico è previsto per le 21.30, seguirà un dibattito anche al termine della proiezione.