PERUGIA – Così come è stata travagliata la sua vicenda nel Pd, Pippo Civati ha ceduto ad attimi di sconforto davanti alla disavventura di attraversare l’Italia con un van elettrico: “Da folli in Italia, il Paese dei disservizi”. Arrivato in netto ritardo alla libreria “Mannaggia” di Via Cartolari che ha ospitato la presentazione dei libri nel catalogo della sua casa editrice “People”, insieme al co-editore Stefano Catone, ha sconsigliato tutti i presenti, ma anche gli assenti dall’acquisto di un’auto elettrica. Molto meglio il metano, tanto per rimanere in tema di salvaguardia ambientale o rivolgere l’attenzione all’ibrido. Resta il fatto che il suo viaggio, ostacolato in piazza Piccinino da un altro pulmino elettrico che si era già impossessato della presa di ricarica, “assume la sembianze di una piccola metafora del nostro Paese”. Dopo le scuse, Civati passa al nocciolo della questione: i libri di qualcuno che “hanno sempre bisogno degli altri” e che “nel nostro caso rappresentano il tentativo di raccontare la cultura nel momento in cui si sta ritraendo”. Non “un’operazione commerciale” quindi ma la selezione di argomenti per fornire una chiave di lettura sui cambiamenti che stiamo vivendo. Cita in proposito il libro di vignette di Mauro Biani che affronta la questione dei migranti che “annegano” nell’indifferenza generale dal titolo eloquente “La banalità del ma”, o il libro che descrive la storia della sconfitta del “socialista” americano Bernie Sanders nella corsa alle elezioni presidenziali del 2016 dal titolo “La sfida più grande. La strada verso una società più giusta” o, ancora, un libro che mette in relazione le varie generazioni come “Il piano Langer” scritto dallo stesso Civati sulle idee ante-litteram di un altoatesino “visionario” e pacifista come Alexander Langer. Un precursore dei tempi di cui oggi inconsapevolmente i giovani ne replicano la progettualità. L’ultima fatica di Civati è “Fine” (co-autore Marco Tiberi) che descrive la proiezione in avanti nel mondo della protagonista Sara di fronte ai risultati dei cambiamenti climatici e tutta la serie di conflitti che si produrranno sugli aspetti sociali, se solo continuiamo ad omettere le profonde trasformazioni in atto. Civati si affida alle proiezioni future che indicano l’aumento delle diseguaglianze e intravede già da ora gli appelli alla diffusione delle armi come un segnale di chi vuole difendere il suo status di “sentirsi fuori”. Stefano Catone, nominato con ironia già da ora “vincitore del prossimo premio Strega” accenna invece ai suoi appunti per un libro su cui sta lavorando. Il tema è quello dei confini, linee immaginarie che in realtà non esistono, non esistono soprattutto nelle storie delle persone che anzi nelle “zone di passo” ibridano lingue e costumi.