PERUGIA – Un festival dedicato all’Umbria e agli artisti umbri o che hanno scelto l’Umbria quale terra di elezione. Ha per tema l’amore nelle sue varie declinazioni ed è dedicato alla formula basica del duo non solo in quanto organico musicale e teatrale, ma soprattutto come formula di dialogo tra diversità, che possono così far risaltare la reciproca complessità espressiva e di contenuto. Si intitola “Two per Two” e si svolgerà seguendo l’idea della riscoperta e valorizzazione dei piccoli luoghi, piccoli spazi da ritrovare, in un dialogo fra il luogo e gli artisti che mette in risalto il fascino dei primi, la bellezza dell’arte, della cultura, della creatività. “Ipotesi sull’amore” è il tema della prima edizione del festival prodotto dalla Ghibli Production di Francesca Tuscano ed insegue il progetto di un excursus sull’amore, un amore ritrovato che dovrebbe dopo due anni di pandemia rinsaldarsi nelle relazioni personali, ma anche sociali e nell’intento di riscoprire l’importanza del nostro territorio, delle piccole cose. In un percorso di sette incontri, si alterneranno musicisti provenienti dal jazz, dalla musica contemporanea e antica, il teatro per bambini ed il recital di poesia e musica, gli incontri letterari sempre dedicati all’ipotesi sull’amore. Come detto, un’altra caratteristica di questa edizione è la scelta dei migliori artisti e autori umbri, o che hanno scelto l’Umbria come loro residenza, creando rapporti di collaborazione e scambio con artisti e autori affermati a livello nazionale e internazionale, degli artisti coinvolti nel progetto, 7 su 14 sono umbri o residenti in Umbria. I concerti si svolgeranno ad Assisi, nel Piccolo Teatro degli Instabili. Il 5 giugno si inaugurerà il festival con il concerto di Cristina Zavalloni e Manuel Magrini; il 12 giugno Patrizia Bovi con Ramberto Ciammarughi ed il 24 giugno Mafalda Minnozzi con Paul Ricci. Le performance teatrali si svolgeranno presso lo spazio del Micro Teatro Terra Marique di Perugia. La distruzione dell’amore, di e con Anna Segre (voce recitante) e Miriam Fornari (pianista e cantante jazz), è una performance costruita su testi di poesia erotica e d’amore di Anna Segre, con il controcanto di musiche originali, e standard della tradizione pop e jazz. Un soldatino, di e con Claudio Massimo Paternò e Ingrid Monacelli, tratto dalla fiaba di Andersen, è uno spettacolo teatrale pensato per i bambini dai 4 ai 10 anni, che fa riflettere i più piccoli sulla tragedia dell’emigrazione attraverso la rivisitazione della storia dell’amore del soldatino per la sua ballerina. Gli incontri letterari, che si svolgeranno presso il Museo del Vetro di Piegaro, vedranno la partecipazione di quattro autori, che dialogheranno sul tema dell’amore. Francesco Cicconetti e Piero Pieri, partendo dai loro romanzi dedicati all’amore, si confronteranno con l’idea di amore e autobiografia. Amleto De Silva e Daniele Sepe dialogheranno sull’amore in chiave dissacrante, parlando di letteratura, cinema, musica. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero.
Del festival e dei suoi motivi ispiratori parla Francesca Tuscano: “Esattamente un anno fa, nella primavera del 2021, stavo riflettendo sul destino della Ghibli production, l’agenzia di mio marito, Daniele Brunacci (che aveva lavorato per artisti come Stefano Bollani ed Enrico Rava). Daniele era morto quasi un anno prima, e io non avevo il coraggio di mettere la parola fine al suo sogno. Ma la pandemia metteva in crisi qualsiasi iniziativa. Ne avevo parlato mesi prima con Marco Bisconti (agente di Mafalda Minnozzi, una delle grandi voci femminili protagoniste di “Two x two”), e avevamo concluso che sarebbe stato bello festeggiare con un festival la fine dell’isolamento, dell’impossibilità di realizzare spettacoli dal vivo, di vedersi, abbracciarsi, godere della bellezza e della musica in presenza. La fine della pandemia, però, non era così prossima come noi pensavamo e ci auguravamo. Mentre eravamo in attesa di un qualche segno positivo, io scoprii per caso un bando della Regione Umbria (in collaborazione con Sviluppumbria) rivolto al finanziamento dello spettacolo dal vivo. Pensai di partecipare. Non tanto per ottenere realmente un finanziamento, quanto per dare un’opportunità al sogno di Daniele, che era diventato il mio. Ripensai allora al festival che avevamo immaginato con Marco – io gli avevo proposto di inventarci qualcosa dedicato al duo. Un organico snello, da proporre in spazi piccoli (i più danneggiati dalla crisi della pandemia). Un festival che non esisteva ancora, e che avrebbe dovuto dare un segnale chiaro – la bellezza deve risvegliarsi dal piccolo e nel piccolo. In un mondo che sta divorando tutto ciò che ha dimensioni ridotte, che sta spostando nella virtualità la socialità, ciò che è piccolo è un tesoro da difendere. Piccoli spazi per fare grandi cose, in perfetta controtendenza con la strada presa anche dallo spettacolo. Questa voglia mi ha spinto a inventare “Two x two”. E forse non era poi così sbagliata, dal momento che il sogno è diventato realtà”.