ASSISI – Un grande omaggio per un grande artista e poeta: Fabrizio De Andrè. Sold out ed applausi a scena aperta per la Pfm (Premiata Forneria Marconi) che martedì sera (19 novembre) ha portato sul palco del teatro Lyrick di Assisi il concerto intitolato “Pfm canta De André – Anniversary“. Lo spettacolo fa parte del tour – organizzato a vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè e a quarant’anni dall’uscita di “Fabrizio De Andrè e Pfm in concerto” – che vuole rendere omaggio allo straordinario sodalizio tra la band ed il cantautore genovese. Erano presenti nella formazione anche due ospiti speciali: il tastierista e cofondatore della Pfm, Flavio Premoli, e lo storico chitarrista di Faber, Michele Ascolese.
Quasi due ore di concerto dove, rispetto al tour precedente dedicato sempre a De Andrè, la Pfm ha aggiunto alla scaletta originale anche brani tratti da “La buona Novella“, per rinnovare l’abbraccio tra il rock e la poesia. Molti anche i cambi di strumenti che il cantante Franz Di Cioccio ha definito “fondamentali” per adattare al meglio la musica alle canzoni proposte.
Il concerto è stato suddiviso, come in una sorta di percorso nei ricordi, in tre parti. La Pfm ha esordito con i classici ed intramontabili “Bocca di Rosa“, “Andrea”, “Un giudice”, “Rimini” e “Giugno 73”. La seconda parte è stata incentrata su alcuni brani tratti da “La buona Novella”, album che la Pfm aveva già suonato con De André nella versione originale del disco in qualità di session men e di cui in seguito alcune canzoni, come “Il testamento di Tito” e “Maria nella bottega del falegname”, divennero pezzi che il gruppo riarrangiò e portò in concerto nei propri tour. Un album che la band ha fatto proprio ripubblicandolo nel 2010 in una nuova versione più rock.
Toccante l’apertura dell’ultima parte del concerto con la band che ha suonato accompagnando – idealmente – la voce registrata di Fabrizio De Andrè che ha cantato “La canzone di Marinella”. Dopo l’ennesimo omaggio al poeta genovese, la Pfm ha scatenato il pubblico presente con “Zirichiltaggia” e “Volta la carta” per poi chiudere con la melanconica “Amico fragile“, un brano autobiografico che, insieme a “Giugno ’73”, è l’unico pezzo che ha visto Faber come autore unico di musica e testo. Canzone scritta e vista come una necessità da parte del cantautore di criticare la società superficiale, estetica, basata sopratutto sull’apparenza.
Quella che doveva essere una chiusura di serata invece non lo è stata. La Pfm, incitata da tutto il pubblico, è risalita sul palco. Gran finale con le note de “La canzone del pescatore“, seguite da quelle di “E’ festa” e per poi concludere con un minuto e mezzo di magistrale musica tratta da “Impressioni di settembre”. Chiusura quindi con due brani storici del gruppo.