PERUGIA – C’era da aspettarselo. Il vice sindaco Gian Luca Tuteri che è noto e affermato pediatra aveva espresso nei giorni scorsi ripetutamente la sua preoccupazione di medico, prima che di amministratore, per il fatto che notava il diffondersi del virus in età pediatrica. Così, nonostante il pronunciamento del Tar dell’Umbria che sospende l’ordinanza regionale di chiusura di nidi e infanzia, l’amministrazione comunale di Perugia dice no. Fa riferimento alle condizioni epidemiologiche “critiche nella città di Perugia” e da qui la decisione di non riaprire e anzi assumere un provvedimento “volto a tutelare la salute delle comunità”. Ciò vuol dire, per il momento, chiusura almeno fino al 21 di febbraio.
Le ragioni alla base della non riapertura verranno illustrate nell’ordinanza del sindaco che è in fase di stesura ma in sostanza vanno in una unica direzione: allo stato attuale non ci sono le condizioni sanitarie e di sicurezza per consentire la riapertura delle strutture.
“I dati odierni diramati dalla Regione Umbria – precisa in una nota l’amministrazione comunale – vedono un totale di 2.065 positivi al Covid, 535 ricoverati di cui 84 in terapia intensiva e 904 deceduti mentre nella fascia di età compresa tra 0 e 5 anni è stata riscontrata un’incidenza di 356,20 casi per 100 mila abitanti con un incremento di contagi in repentina crescita nella fascia 6-10 anni (509,19).
L’amministrazione comunale, pur consapevole dei disagi per le famiglie recati dalla chiusura dei servizi educativi fino al 21 febbraio, ritiene necessaria l’adozione del provvedimento, vista anche la recrudescenza del virus e ritiene opportuno, anzitutto tutelare la salute pubblica della cittadinanza”.